La tregua tra Israele e Gaza, frutto della mediazione separata svolta dal presidente egiziano Mohammed Morsi, coadiuvato dal segretario di stato americano Hillary Clinton, ha bloccato i missili ma non le parole. In casa nostra, in Italia, il conflitto israelo-palestinese ha fatto qualche vittima, non fisicamente s'intende: Piergiorgio Odifreddi, matematico di fama internazionale e scrittore aveva scritto su Repubblica.it parole dure sul conflitto
in Medio Oriente accusando lo Stato ebraico di "logica nazista", ma
il suo intervento è scomparso dopo 24 ore.
La rimozione del suo intervento dal sito di Repubblica.it ha sorpreso lo stesso Piergiorgio Odifreddi; riportiamo di seguito
parte del suo intervento nel suo post di commiato.
V.S.
Cancellare un post non è, di per sè, un grande
problema: soprattutto nell'era dell'informatica, quando tutto ciò che si mette
in rete viene clonato e continua comunque a esistere e circolare. Non è neppure
un grande problema il fatto che una parte della comunità ebraica italiana non
condivida le opinioni su Israele espresse non soltanto da José Saramago e Noam
Chomsky, al cui insegnamento immodestamente mi ispiro, ma anche e soprattutto
dai molti cittadini israeliani democratici che non approvano la politica del
loro governo, ai quali vanno la mia ammirazione e la mia solidarietà.
Il problema, piccolo e puramente individuale, è che se continuassi a tenere il
blog, d'ora in poi dovrei ogni volta domandarmi se ciò che penso, e
dunque scrivo, può non essere gradito a coloro che lo leggono: qualunque
lingua, viva o morta, essi usino per protestare. Dovrei, cioè, diventare
"passivamente responsabile", per evitare di non procurare guai. Ma
poiché per natura io mi sento "attivamente irresponsabile", nel senso
in cui Richard Feynman dichiarava di sentirsi in Il piacere di trovare le cose,
preferisco fermarmi qui.
Tenere questo blog è stata una bella esperienza, di pensiero e di vita,
e ringrazio non solo coloro che l'hanno ospitato e difeso, ma anche e
soprattutto coloro che vi hanno partecipato. La vita, con o senza senso,
continua. Ma ci sono momenti in cui, candidamente, bisogna ritirarsi a
coltivare il proprio giardino.
Dieci volte peggio dei nazisti
Uno dei crimini più efferati dell'occupazione nazista in Italia fu la strage
delle Fosse Ardeatine. Il 24 maggio 1944 i tedeschi "giustiziarono", secondo
il loro rudimentale concetto di giustizia, 335 italiani in rappresaglia per
l'attentato di via Rasella compiuto dalla resistenza partigiana il 23 maggio,
nel quale avevano perso la vita 32 militari delle truppe di occupazione. A
istituire la versione moderna della "legge del taglione", che
sostituiva la proporzione uno a uno del motto "occhio per occhio, dente
per dente" con una proporzione di dieci a uno, fu Hitler in persona.
Il feldmaresciallo Albert Kesselring trasmise l'ordine a Herbert Kappler,
l'ufficiale delle SS che si era già messo in luce l'anno prima, nell'ottobre
del 1943, con il rastrellamento del ghetto di Roma. E quest'ultimo lo eseguì
con un eccesso di zelo, aggiungendo di sua sponte 15 vittime al numero di 320
stabilito dal Fuehrer.
Dopo la guerra Kesselring fu condannato a morte per l'eccidio, ma la pena fu
commutata in ergastolo e scontata fino al 1952, quando il detenuto fu
scarcerato per "motivi di salute" (tra virgolette, perché sopravvisse
altri otto anni). Anche Kappler e il suo aiutante Erich Priebke furono
condannati all'ergastolo. Il primo riuscì a evadere nel 1977, e morì pochi mesi
dopo in Germania. Il secondo, catturato ed estradato solo nel 1995 in
Argentina, è tuttora detenuto in semilibertà a Roma, nonostante sia ormai quasi
centenario.
In questi giorni si sta compiendo in Israele l'ennesima replica della logica
nazista delle Fosse Ardeatine. Con la scusa di contrastare gli "atti
terroristici" della resistenza palestinese contro gli occupanti
israeliani, il governo Netanyahu sta bombardando la striscia di Gaza e si
appresta a invaderla con decine di migliaia di truppe.
Il che d'altronde aveva già minacciato e deciso di fare a freddo, per punire
l'Autorità Nazionale Palestinese di un crimine terribile: aver chiesto alle
Nazioni Unite di esservi ammessa come membro osservatore! Cosa succederà
durante l'invasione, è facilmente prevedibile. Durante l'operazione Piombo Fuso
di fine 2008 e inizio 2009, infatti, compiuta con le stesse scuse e gli stessi
fini, sono stati uccisi almeno 1400 palestinesi, secondo il rapporto delle
Nazioni Unite, a fronte dei 15 morti israeliani provocati in otto anni (!) dai
razzi di Hamas. Un rapporto di circa 241 cento a uno, dunque: dieci volte
superiore a quello della strage delle Fosse Ardeatine. Naturalmente, l'eccidio
di quattro anni fa non è che uno dei tanti perpetrati dal governo e
dall'esercito di occupazione israeliani nei territori palestinesi.
Ma a far condannare all'ergastolo Kesserling, Kappler e Priebke ne è bastato
uno solo, e molto meno efferato: a quando dunque un tribunale internazionale
per processare e condannare anche Netanyahu e i suoi generali?
Piergiorgio Odifreddi
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