giovedì 20 dicembre 2012

Elettromagnetismo e servizi primari. Il compromesso è d'obbligo

Telefonini, internet e illuminazione: ecco la torre faro a frà Diavolo

Necessità di risultare reperibili telefonicamente e garanzia di accesso alla rete Web cozzano con il paventato rischio per la salute. Non fa eccezione Cassano delle Murge, dove la presenza di molti cittadini tutto l'anno nei residence che in passato erano abitati soltanto pochi mesi l'anno, ha posto all'amministrazione la questione. Nei pressi della contrada Frà Diavolo dovrebbe sorgere (i lavori sono già iniziati) un ripetitore per rafforzare il segnale dei telefoni cellulari e della rete internet. Molti residenti però sono scontenti della decisione e si appellano affinché l'amministrazione comunale interrompa i lavori di installazione dell'antenna nella rotonda attorno alla quale ci sono l'ex discoteca-piscina Sole Blu (da anni una bomba ecologica), la casa di riposo Club del Nonno, il residence Frà Diavolo, impauriti dagli eventuali rischi per la salute che le onde elettromagnetiche potrebbero provocare.

Questa però non è una storia di oggi; tutto inizia nel lontano 2005, quando a tirare il carretto amministrativo c'era Giuseppe Gentile e Teodoro Santorsola e nei banchi dell'opposizione sedevano Ignazio Zullo, Maria Pia Di Medio, Pasquale Maselli (parente dell'attuale assessore Angela Contursi), Michele Ruggero e Raffaele Liuzzi (assessore all'Ambiente e ai servizi cimiteriali dimissionato) dall'attuale sindaco Di Medio.

Consiglio comunale del 24 gennaio 2006
Dal verbale della delibera di Consiglio comunale del 17 gennaio 2006, che aveva per oggetto l'approvazione del piano di localizzazione di antenne per la telefonia mobile e radiotelevisiva, emerge la posizione evidentemente favorevole della maggioranza (Idea Domani) e la posizione contraria di alcuni consiglieri di opposizione. A relazionare sul punto è l'assessore all'Urbanistica Francesco Giannelli, il quale, fatte le premesse e indicati i riferimenti normativi (Legge quadro n.36/2001 e Dpcm dell'8.7.2003), precisa che la competenza igienico-sanitaria compete allo Stato e quella della pianificazione del territorio spetta agli enti locali (Regione, Provincia, Comune). Il decreto citato «ha definito – dice Giannelli nella sua relazione – una triplice casistica di limiti da rispettare, che sono i limiti di esposizione, il valore di attenzione e gli obiettivi di qualità; questi limiti devono essere rispettati in determinate condizioni». Dopo il decreto dell'8.7.2003 «è entrato in vigore il codice delle telecomunicazioni con il D.lgvo n.259/2003 che è andato in soccorso anche del Decreto Gasparri n.198/2002, che aveva introdotto una liberalizzazione totale alla installazione delle stazioni radiobase e non solo». Il codice delle telecomunicazioni «ha introdotto una deregolamentazione e a dimostrazione di questo ho voluto – dice l'assessore Giannelli – allegare agli atti il protocollo d'intesa che fu sottoscritto nel 2003 far l'Anci, il Ministero delle Comunicazioni, i gestori e i Comuni. Tale protocollo (...) tende ad avviare una politica di concertazione con l'obiettivo di tutelare, da una parte l'interesse dei gestori, per garantire una rete tecnologica di interesse pubblico, e nello stesso tempo a salvaguardare l'interesse dei Comuni che devono garantire, sul proprio territorio, una corretta pianificazione e programmazione. (...) bisogna consentire che venga realizzata una rete di telefonia, perché è un servizio utile per la comunità, nello stesso tempo – continua l'assessore Giannelli – ci invitano i gestori, in maniera esplicita a definire prioritariamente quali sono i siti ritenuti utili allo sviluppo delle rete preferendo quelli pubblici per ovvi motivi. Se questa impostazione è efficace si hanno due risultati ovvero concordare e individuare una serie di siti che sono compatibili con le esigenze dei gestori e diffusione della rete e del servizio pubblico e nello stesso tempo quella di sottrarre alla speculazione privata la diffusione della ricerca dei siti. Infine – conclude l'assessore Giannelli – tutti siamo coscienti circa i problemi della salute che sono salvaguardati quando i limiti sono accertati da apparati pubblici. Anzi se installati su proprietà comunale, si potranno installare delle centraline che in continuo possono registrare i dati relativi all'emissione di queste sorgenti». 


La discussione in aula 
Dunque alla relazione dell'assessore Francesco Giannelli, com'è ovvio, non si fanno attendere le repliche e il primo a chiedere la parola è il consigliere Michele Ruggero, attuale vice sindaco e assessore alle Attività produttive. Ruggero, oltre a lamentare disguidi burocratici (di cui oggi lamentano le opposizioni), dà parere sfavorevole al piano presentato «in quanto ritiene che, specie i siti del centro storico (Biblioteca e Polizia municipale) vadano delocalizzati (cioè non inseriti nell'elenco dei siti utili, ndr)». L'attuale vice sindaco Ruggero ha lamentato la scarsa trasparenza da parte dei gestori circa «la potenza delle emissioni». Inoltre Ruggero ha chiesto «di mascherare le antenne del centro storico, con metodi idonei, per limitarne le radiazioni nelle zone adiacenti». Ruggero chiude il suo intervento chiedendo che i due siti nel centro storico siano depennati e ne siano individuati altri due, ma questa proposta «è stata rigettata in commissione». 
Si dice contrario anche i consiglieri Ezio Tunzi, il quale dichiara di condividere l'idea di mettere le due antenne sopra la biblioteca civica e sullo stabile che ospita la Polizia municipale «perché confliggono con i piani di tutela e valorizzazione» del centro storico. 
Poi è la volta della consigliera della Margherita Maria Pia Di Medio (attuale sindaco della maggioranza Pdl), la quale afferma che «è chiaro che dei telefoni cellulari non si può fare a meno, ma invita ad individuare i siti delle antenne in zone fuori del centro abitato per la salvaguardia della salute». 
L'intervento di Ignazio Zullo, all'epoca capogruppo di minoranza e attualmente presidente del Consiglio comunale, critica l'approccio tenuto dalla maggioranza «per quanto attiene al forum e la trasparenza è vero che sono state invitate 50 associazioni, ma non legate al territorio e ovviamente tutte assenti. Dal verbale (di riunione del forum, ndr) risulta una persona chiamata Sante, probabilmente Nuzzaco Sante (marito della presidente del Consiglio comunale Maria Quatraro, ndr) che propone di mascherare le antenne nel centro storico sia per l'impatto ambientale sia per evitare che i cittadini possano ribellarsi, cioè il problema non è di dare informazioni, ma di non far sapere ai cittadini (...). Sostiene che questa è la forza dei numeri che si fanno forti con i deboli. Purtroppo ci sono casi di neoplasie di gente che abita vicino alle antenne e se queste persone fossero familiari di amministratori – conclude il consigliere Zullo – come reagirebbero?».

Per la maggioranza è il sindaco Giuseppe Gentile a replicare alle diverse voci delle opposizioni: «Il Tar del Lazio, in una sentenza che è ormai acquisizione del patrimonio giurisprudenziale di tutti, ha detto che (...) l'ente non può dire che le zone individuate dai gestori di telefonia non sono idenee perché è gradito all'amministrazione, se si ha dimostrazione, che senza quegli interventi, non si ha copertura sufficiente di un servizio che la Corte Costituzionale e tutti i Tar hanno ritenuto di interesse pubblico. È lo stato che protegge e tutela, nel momento in cui individua i limiti, e dà al comune non solo la facoltà, ma il dovere, che quei limiti non vengano superati a danno della salute pubblica. (...) Disattendendo quel principio – continua l'allora sindaco Gentile – accade che la copertura del servizio, individuata dai gestori anche attraverso l'apposizione di antenne nel centro storico, porterà i gestori a contrattare e negoziare la materia in maniera privatistica con il doppio risultato che il comune non avrà nessuna possibilità di controllare il selvaggio infittirsi di antenne sul territorio, ma il privato si arrichirà;», le minoranze invece secondo Gentile «hanno avuto a cuore sempre l'interesse dei privati. In Italia ci sono 40 milioni di telefoni cellulari, e chiunque andrà a legiferare nel futuro non potrà prescindere dal dato della necessità di coprire il servizio della telecomunicazione, inteso come servizio pubblico, al tempo stesso l'amministrazione ha a cuore il problema della salute dei cittadini». E conclude il suo intervento affermando che «dalle Dia si desume che il centro storico è uno spazio indispensabile per la copertura a norma del servizio, altrimenti ci sono zone d'ombra». Del resto Gentile fa notare che ci sono «delle antenne nel cento storico che svolgono un determinato servizio e di cui nessuno si  mai preoccupato di sollevare il problema».

Dichiarazioni di voto dei gruppi
Il voto del gruppo rappresentato da Ignazio Zullo è contrario, «poiché non si è dato seguito a quelle che sono le norme regolamentari che questo consiglio si è dato. La mancanza di uno studio di motivazioni scientifiche condotte per dare quella tranquillità in scienza e coscienza di operare per tutta la collettività da una parte e dall'altra una mancata partecipazione e informazione ai cittadini che è importante perché nell'ambito dei cittadini ci possono essere anche delle persone il cui stato di salute non è compatibile rispetto a una vicinanza delle stazioni emittenti campi elettromagnetici».
In soldoni Ignazio Zullo esprime contrarietà rispetto alla forma adottata per approdare al provvedimento e alla sostanza dello stesso, cioè la potenziale pericolosità delle antenne sulla salute dei cittadini.

La consigliera della Margherita Maria Pia Di Medio dichiara che il gruppo che rappresenta «pur essendo in pieno accordo con il principio ispiratore il regolamento non concorda per quanto esposto circa le localizzazioni individuate dalla maggioranza». 
Astensione dell'attuale sindaco.

Chiude il giro delle dichiarazioni di voto il sindaco dell'epoca Giuseppe Gentile, il quale dichiara: «Oggi questa maggioranza sta mettendo sotto il dominio pubblico questa materia per cui tutti i gestori dovranno rapportarsi con l'ente, nella consapevolezza che prima e dopo avranno i controlli serrati sui i limiti di esposizione».
Dunque la maggioranza approva il provvedimento. Si astengono i consiglieri Maria Pia Di Medio e Ezio Tunzi. Esprimono voto contrario Ignazio Zullo, Michele Ruggero, Pasquale Maselli e Raffaele Liuzzi.  


Dopo questo tuffo nel passato, ritorniamo al presente. L'amministrazione Di Medio in data 27 aprile 2012 ha stipulato un contratto di locazione con la Sites Srl, con sede legale in Bari, «per l'installazione di una torre faro – come si legge nel contratto  – per la illuminazione pubblica e ripetizione del segnale telefonico e per impianti per telecomunicazioni per i vari Gestori concessionari dello Stato per il servizio pubblico». Dove sarà installata la torre faro-ripetitore? Il Comune di Cassano delle Murge concede alla Sites Srl «circa mq. 60 del relitto di strada comunale, ubicata entro l'esistente rondò di Frà Diavolo».

Quanto durerà il contratto di locazione? «Nove (9) anni, con decorrenza dal giorno in cui la Murgia Sviluppo Spa rilascerà il Provvedimento Autorizzativo Unico per la costruzione della torre faro e da tale data decorrerà l'obbligo di pagamento dei canoni». Quanto corrisponderà la società Sites Srl al Comune di Cassano delle Murge? «Per il primo anno di durata della locazione, a partire dalla data di decorrenza effettiva della presente locazione, il canone è determinato in euro 7.700,00 e sarà corrisposto con rate semestrali anticipate di euro 3.850,00, oltre Iva nella misura vigente (...) Il canone sarà aggiornato annualmente in misura percentuale pari al 75% delle variazioni Istat dell'indice dei prezzi al consumo». E ancora nel contratto è specificato che «il contratto si intende tacitamente rinnovato per i primi sei (6) anni, e così di seguito salvo che una delle parti al secondo rinnovo dia all'altra disdetta con preavviso di almeno dodici (12) mesi».
Per quanto riguarda i gestori che la società Sites deciderà di ospitare sulla torre faro, il contratto prevede che «dal secondo gestore in poi il canone sarà aumentato di 1.000,00 (mille) euro, oltre Iva».

Oneri: il Comune di Cassano delle Murge «si farà carico degli oneri di allaccio, fornitura alimentazione elettrica e manutenzione dei fari convenendo, comunque, che il conduttore (Sites Srl, ndr) effettuerà a propria cura e spese un intervento annuo di manutenzione alla torre faro e lampade se richiesto dal Comune».

La società Sites Srl, invece, è «responsabile dell'uso e della porzione di immobile e dell'impianto» e – come specifica il contratto – la Sites Srl «apporrà sui luoghi apposita segnaletica di sicurezza». Inoltre la Sites Srl «nelle restanti parti di suolo del rondò, s'impegna a tenerlo pulito da erbacce per evitare eventuali danni da incendi alle strutture oggetto della locazione e, nel caso di realizzo di aiule/verde di decoro, sarà tenuto alla relativa cura».

«Al termine della locazione» la Sites Srl «provvederà a propria cura e spese, nei tempi tecnici strettamente necessari e non oltre tre mesi dalla cessazione del rapporto, alla rimozione delle strutture/impianti/accessori e di di quant'altro installato o posizionato».

«Allo scadere del periodo di validità contattato dei 9 anni+6 del presente atto, se il conduttore dovesse intendere di cessare la locazione, la torre faro con le sole strutture relative alla pubblica illuminazione, e tutti gli accessori per il suo funzionamento, resteranno di proprietà del Comune di Cassano delle Murge senza pretesa alcuna, salva la facoltà della Sites Srl di richiederne lo smantellamento con ripristino dei luoghi entro il termine di tre mesi dalla locazione».


La Sites Srl sarà responsabile «per gli eventuali danni che a chiunque possano derivare dell'uso della porzione di immobile e dalla realizzazione e gestione/utilizzo dell'impianto».

VantaggiAlla Sites Srl è data facoltà «di sublocare, in tutto o in parte, la porzione immobiliare oggetto del presente contratto solo a gestori di telecomunicazioni concessionari dello Stato per pubblico servizio».

E mentre l'Arpa, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, esprime parere positivo l'iter di realizzazione della torre faro rischia di incappare in uno stop a causa della richiesta di alcune decine di residenti dei residence adiacenti il rondò di Frà Diavolo, i quali hanno depositato presso il palazzo comunale una richiesta per interrompere i lavori ovviando così al rischio che potrebbe derivare dall'installazione di fonti elettromagnetiche. È interessante sapere che sempre alcune decine di residenti di alcuni residence nel 2010 depositarono alla sindaco Maria Pia Di Medio una richiesta di «adoperarsi con i gestori di tali reti per il potenziamento di tali servizi, ormai indispensabili e di carattere primario quale la telefonia mobile, fissa e internet, per motivi di studio, lavoro e non da trascurare la sicurezza». 

Dunque c'è chi chiede all'amministrazione comunale di intervenire affinché le reti telefoniche e internet vengano potenziate e c'è chi chiede di interrompere i lavori di installazione affinché non venga messa a rischio la salute. La ricostruzione fatta potrà, forse, aiutare a comprendere che la decisione di installare una torre faro per l'illuminazione e diversi ripetitori di segnale di telefonia viene da lontano e non può essere ascritta all'arbitrarietà degli amministratori locali, ma, essendo oramai considerati un servizio di pubblica utilità, gli impianti di ripetizione del segnale devono essere installati in quei siti individuati all'uopo affinché servano a migliorare la ricezione dei telefoni cellulari e di internet (per esempio i due nel centro storico)  e, contestualmente, a tutelare la salute dei cittadini, così come praticamente gli amministratori avvicendatisi in questi ultimi sette anni hanno dichiarato. Il compromesso tra innovazione tecnologica e tutela della salute pubblica è il paletto oltre il quale non è dato muoversi. Nessuno vorrebbe mettere a rischio la propria e altrui salute, ma allo stesso modo nessuno pare sia disposto a dismettere quegli apparecchi tecnologici che tanto fanno già discutere.

20.12.2012
Vito Stano

7 commenti:

  1. Troppe morti per tumore a Cassano delle Murge e troppa gente con malattie alla tiroide. Cosa succede? Perché nessuno dice niente? La Procura della Repubblica di Taranto si interessa del caso ILVA, ma nel territorio di Bari la Procura non fa nulla. Eppure, basterebbe vedere ciò che accade in ogni comune del barese. Cassano delle Murge, poi, è quello che più sta pagando le conseguenze di una condotta irresponsabile da parte di qualcuno, ma nessuno prova a dire qualcosa. Bisogna denunciare. Fare in modo che qualche Procuratore della Repubblica si interessi al caso e faccia decollare l'indagine.
    L'orsetto barese.

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    Dovremmo tornare ai segnali di fumo?

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