Taranto libera 2012 - Foto Archivio Vito Stano |
Il decreto Salva Ilva, con
cui il governo Monti ha inteso superare a destra l'ordinanza di sequestro
emessa dalla magistratura tarantina, ha causato l'indignazione e la
mobilitazione di quasi 30mila persone, che hanno sfilato per le vie di Taranto
sabato 15 dicembre per confluire in una piazza del centro cittadino per
ascoltare il contributo degli artisti tarantini. Alla manifestazione hanno
partecipato anche delegazioni di altre città e di movimenti come i No Tav che
difendono al Val di Susa dalla costruzione della linea ferroviaria ad alta
velocità Torino-Lione. Tante le donne e i bambini presenti. Ad aprire il corteo
c'erano proprio i piccoli cittadini di Taranto accompagnati dai genitori.
Nel
lungo serpentone umano abbiamo incontrato anche alcuni personaggi noti del
mondo della politica (Angelo Bonelli, consigliere comunale di Taranto e
presidente nazionale dei Verdi), dei comitati ambientalisti (Alessandro
Marescotti, storico ambientalista tarantino), alcuni operai Ilva dissidenti
(Cataldo Ranieri, operaio Ilva, tra i dipendenti del siderurgico più attivi) e
alcuni imprenditori agricoli (Vincenzo Fornari, allevatore tarantino al quale
furono abbattuti 1.600 esemplari tra pecore e capre, bestie colpevoli di aver
brucato in terreni contaminati dalla diossina emessa dall'Ilva). Degli
amministratori locali, provinciali e regionali neanche l'ombra s'è vista,
qualcuno vociferava che il sindaco di Taranto Ippazio Stèfano avrebbe voluto
partecipare alla manifestazione, ma evidentemente il disappunto della gente comune
è approdato all'orecchio, scegliendo di restare a casa.
«Taranto libera» è stato lo slogan scandito durante la lunga camminata: libertà, s'intende, non solo dai veleni ma anche dalle ipocrisie di coloro che, macchiatisi di responsabilità nel recente passato, oggi cerca di cavalcare l'onda della protesta. Mamme e bambini disegneranno il nuovo futuro di Taranto assieme alle donne e agli uomini che rappresentano il potere giudiziario italiano e tarantino in particolare, visto che della classe politica (tranne alcuni elementi ben individuati) i tarantini non possono più fidarsi.
17.12.2012
Vito Stano
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