martedì 26 marzo 2013

Il ladro di mele: il discorso sulla controvertigine di Ascanio Celestini

Un ladro di mele, in tribunale sei soltanto un ladro di mele. A nessuno interessa chi sei, quali interessi hai. Se rubi subisci un processo e se condannato finisci dietro le sbarre. È chiaro Mazzini? E il Risorgimento italiano? Mai compiuto, coloro che avrebbero dovuto rovesciare il sistema alla fine ne hanno innalzato gli stendardi, con buona pace del popolo. Il popolo sovrano.   


È un dialogo tra la storia e il quotidiano ai limiti del surreale quello di Ascanio Celestini«Pro Patria. Senza prigioni, senza processi» è uno spettacolo amaro che riesce anche a far sorridere, non senza qualche imbarazzo. Il sentimento di giustizia aleggia sul proscenio, le ombre cercate nella storia soverchiano quelle volute della rappresentazione teatrale. Una storia fatta di omissis, di rivolgimenti repentini, di equilibri spezzati. Carcere, valore educativo della pena, riconciliazione: argomenti importanti di un dialogo durante il quale l'autore romano non trattiene il fiato, si lascia trasportare innestando il presente nel passato. La memoria, appunto, come momento dialogante con un presente arroccato su se stesso. La memoria per non ripetere errori già commessi, non soltanto per ricordare tout court. L'amara ironia di un passato che si presenta per chiedere il conto al tavolo del presente.   

27.03.2013
Vito Stano

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