L'Adriatico come ponte per
unire le terre balcaniche a quella italiana. Venerdì 5 aprile nel chiostro comunale di
Gioia del Colle (Bari) si discuterà del tema L'Italia e Balcani: storia di prossimità e di conflitti, con
il professor Luciano Monzali del Dipartimento per lo Studio delle Società
Mediterranee dell'Università di Bari, che per
l’occasione presenterà il volume dal titolo: Il
sogno dell’Egemonia: l’Italia, la questione jugoslava e l’Europa Centrale
(1918-1941), Le Lettere, 2010.
Il volume analizza il ruolo dell’Italia negli anni fra le due guerre mondiali segnati dalla fine dell’Impero asburgico, dalla crisi interna russa e dall’indebolimento della Germania che crearono un vuoto di potere in Europa vantaggioso per l’Italia. Il tema scelto per questo primo incontro è di fatto più ampio e incentrato sugli aspetti legati ai difficili rapporti tra l’Italia e la regione balcanica occidentale dall’Unità d’Italia fino al Trattato di Osimo (1974), che segnò formalmente la fine di un contenzioso drammatico e sanguinoso tra Italia e Jugoslavia a proposito del confine tra i due Paesi e diede nuovo slancio alla cooperazione economica a cavallo del confine. Ciò che prima divideva, da allora in poi sembrò unire i due popoli, e l’Italia consolidò in questo modo il proprio ruolo di secondo partner commerciale della Federazione Socialista Jugoslava. Modererà il dibattito Vito Stano, giornalista e appassionato di storia del confine orientale.
Il volume analizza il ruolo dell’Italia negli anni fra le due guerre mondiali segnati dalla fine dell’Impero asburgico, dalla crisi interna russa e dall’indebolimento della Germania che crearono un vuoto di potere in Europa vantaggioso per l’Italia. Il tema scelto per questo primo incontro è di fatto più ampio e incentrato sugli aspetti legati ai difficili rapporti tra l’Italia e la regione balcanica occidentale dall’Unità d’Italia fino al Trattato di Osimo (1974), che segnò formalmente la fine di un contenzioso drammatico e sanguinoso tra Italia e Jugoslavia a proposito del confine tra i due Paesi e diede nuovo slancio alla cooperazione economica a cavallo del confine. Ciò che prima divideva, da allora in poi sembrò unire i due popoli, e l’Italia consolidò in questo modo il proprio ruolo di secondo partner commerciale della Federazione Socialista Jugoslava.
Il circolo ARCI Lebowski
di Gioia del Colle e l'associazione culturale LaPrimaVeraGioia presentano
un Dialogo tra un impegnato e un non so: il titolo dell’iniziativa,
patrocinata dal Comune di Gioia del Colle e realizzata in collaborazione con la
libreria La Librellula di Gioia del Colle, è una citazione del compianto
Giorgio Gaber e costituisce una riedizione di un ciclo di iniziative che nel
corso del 2012 ha visto protagonista l'ARCI Lebowski. L'idea alla base
dell'incontro non è quella della presentazione unidirezionale, piuttosto un più innovativo
e partecipato dialogo tra studiosi accademici e un gruppo di lettura composto
da giovani universitari tendenzialmente
impegnati sul fronte della promozione civica e culturale. L'idea è che, in
una fase delicata per la formazione culturale e politica delle giovani
generazioni, questi dialoghi possano favorire e stimolare l’interesse non solo
dei protagonisti delle letture, ma anche di chi impegnato non lo è, non lo sarà
mai, ma che comunque è a volte mosso da forme di interesse nei confronti della
storia politica del proprio Paese.
I successivi incontri
verteranno sui temi della rappresentatività, della
storia politica italiana e sull’europeismo, e avranno come protagonisti
docenti dell’Ateneo barese, a testimonianza del fatto che l’Università può
raggiungere la provincia se il territorio è disposto a mettersi in cammino con
il giusto dinamismo.
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