Taranto non molla: il 9 aprile la Corte Costituzionale si pronuncerà sulla legge "Salva Ilva". La città e i suoi abitanti in migliaia non smettono di credere che il cambiamento è possibile. La sostenibilità ambientale e sanitaria è la meta ambita da donne e bambini, da operai e medici.
Il corteo di domenica 7 aprile è bianco: i camici bianchi hanno aperto il corteo che un'auto elettrica, attrezzata dagli attivisti di Peacelink, ha trasmesso on web in diretta la manifestazione. Nessun rappresentante politico fuorché il segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista Paolo Ferrero. Sono numerose le espressioni creative per dire «no al mostro» che toglie il futuro ai figli di Taranto condannando la città jonica allo spopolamento per decessi ed emigrazione: pecorelle folk a ricordare la scomparsa della pratica dell'allevamento e della pastorizia a causa della presenza della diossina e altri inquinanti. Taranto non è sola: da Brindisi come dalla provincia di Bari il sentimento è condiviso, perché, come afferma il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti, «la battaglia di Taranto è la battaglia di tutto il Paese, se perde Taranto perdiamo tutti».
08.04.2013
Vito Stano
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