Si è tenuto a Bari presso Villa
Framarino il seminario e convegno ‘La disciplina dell’utilizzazione
delle terre e rocce da scavo, opportunità per una riduzione del consumo di suolo’.
Nella splendida cornice di Villa Framarino, sede del
Parco naturale regionale di Lama Balice messa gentilmente a disposizione dal
Comune di Bari, si è tenuta venerdì 14 giugno l’ultima giornata degli Incontri
di Primavera, il ciclo di incontri della SIGEA Puglia che hanno vivacizzato la
cultura geologica di questa primavera 2013, ricordando i 50 anni dalla Legge n.
112/1963 che ha introdotto in Italia la regolamentazione della professione di
geologo.
L’intera giornata di lavori ha affrontato la problematica
dell’utilizzazione delle terre e rocce da scavo oggetto di attenzione dello
stesso Consiglio dei Ministri di sabato 15 giugno che con il cosiddetto
“decreto fare” ha dedicato spazio anche alla questione ambientale inserendo nel
provvedimento alcune novità in tema di terre e rocce da scavo al fine di
semplificarne l’utilizzo, chiarendo i casi in cui è necessario il ricorso alle
procedure di cui al D.M. n. 161/2012, contenente, tra l’altro, i criteri
qualitativi che tali materiali devono soddisfare per essere considerate
sottoprodotti e non rifiuti.
Dopo i saluti di Salvatore Valletta, presidente della
SIGEA Sezione Puglia, e dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Bari, Elio
Sannicandro, la geologa Linda Collina, alla presenza di numerosi tecnici e
funzionari, è stata relatrice del seminario della mattina sul 'D.M. 10 agosto
2012, n. 161', che regolamenta l’utilizzo delle terre e delle rocce da scavo che
possono essere considerati sottoprodotti da riutilizzare anziché semplici
rifiuti da portare in discarica. Autrice del volume 'La disciplina delle terre
e rocce da scavo', Collina ha sviscerato la normativa di riferimento
soffermandosi sul Piano di utilizzo, elaborato progettuale di grande importanza
tecnica per l’utilizzo di questi materiali.
Nel pomeriggio i lavori del convegno 'La disciplina
dell’utilizzazione delle terre e rocce da scavo, opportunità per una riduzione
del consumo di suolo', coordinati da Tiziana De Razza, sono stati aperti dal vicepresidente della Regione Puglia, Angela Barbanente, che ha sempre
dimostrato particolare attenzione alla tutela del paesaggio naturalistico e urbano, evidenziando l’obiettivo di perseguire di miglioramento dell’utilizzo
delle risorse naturali e di favorire realmente la diminuzione di rifiuto.
L’assessore alla Tutela dell’Ambiente della Provincia di Bari, Giovanni
Barchetti, ha manifestato la necessità di favorire la semplificazione delle
procedure di autorizzazione con l'obiettivo di massima tutela ambientale
nell'esecuzione di opere sia pubbliche sia private, stimolando progetti che
promuovono la gestione di materiali e rifiuti a Km zero.
La relazione di Laura Bretti, ingegnere dello Studio
Associato IDRA, ha evidenziato gli aspetti applicativi del decreto ministeriale
su terre e rocce da scavo, mettendo a confronto i diversi impianti normativi
regionali.
Significativo il contributo delle Agenzie regionali di
protezione ambientale: Francesco Busseti dell’ARPA Puglia si è soffermato sulle
criticità applicative nella la gestione delle terre e rocce da scavo
provenienti da grandi e piccoli cantieri; Marcello Panarese, ARPA Toscana, ha
dato spunti al dibattito circa le metodologie di campionamento delle terre e
rocce da scavo.
È diventando opinione comune, come conferma Dario Mallardi (presidente Giovani Ance Bari
e Bat), che il procedimento, delineato per il riutilizzo dei materiali da
scavo, risulta complesso dal punto di vista tecnico ed amministrativo per le
imprese e probabilmente economicamente sostenibile, solo quando si gestiscano
grandi quantitativi di materiali.
Attualmente, infatti, è ancora poco rappresentativa la
casistica di pratiche di riutilizzo per le piccole opere come è emerso dalla
testimonianza di Vincenzo Campanaro della Ripartizione Tutela Ambiente del
Comune di Bari.
Il dibattito ha visto il confronto tra tecnici,
funzionari delle amministrazioni locali e cultori della materia che hanno
evidenziato l’opportunità offerta da una corretta applicazione della normativa
e dagli auspicati provvedimenti semplificativi, per favorire, attraverso
l’autocertificazione della qualità delle terre e rocce da scavo, la gestione
come sottoprodotti con conseguente riduzione del consumo di suolo.
Il presidente Sigea
Salvatore Valletta
Vito Stano, ma questi capiscono di creare convegni e consumare per queste attività quando si sa che bisogna riciclare e consumare i rifiuti e non ampliare le cave?
RispondiEliminaNella mia candida conoscenza è data per scontata questa realtà!
Oppure insistono a creare rifiuti per poi creare business di riciclaggio in futuro dopo che hanno consumato le convenienze delle risorse primarie con i contributi della comunità?
E' tutta colpa della specializzazione delle attività a discapito del buon senso generale!
Carissimo, ognuno fa il suo lavoro:i geologi fanno il punto su questioni importanti attraverso modalità di tale natura. Dovranno confrontarsi o una volta laureati non dovrebbero piu' parlare, studiare e confrontarsi?
RispondiElimina