venerdì 28 giugno 2013

Concluso 'Incontri di primavera 2013': ripartire dalla cultura geologica

Si è tenuto  a Bari presso Villa Framarino il seminario e convegno ‘La disciplina dell’utilizzazione delle terre e rocce da scavo, opportunità per una riduzione del consumo di suolo’.

Nella splendida cornice di Villa Framarino, sede del Parco naturale regionale di Lama Balice messa gentilmente a disposizione dal Comune di Bari, si è tenuta venerdì 14 giugno l’ultima giornata degli Incontri di Primavera, il ciclo di incontri della SIGEA Puglia che hanno vivacizzato la cultura geologica di questa primavera 2013, ricordando i 50 anni dalla Legge n. 112/1963 che ha introdotto in Italia la regolamentazione della professione di geologo.

L’intera giornata di lavori ha affrontato la problematica dell’utilizzazione delle terre e rocce da scavo oggetto di attenzione dello stesso Consiglio dei Ministri di sabato 15 giugno che con il cosiddetto “decreto fare” ha dedicato spazio anche alla questione ambientale inserendo nel provvedimento alcune novità in tema di terre e rocce da scavo al fine di semplificarne l’utilizzo, chiarendo i casi in cui è necessario il ricorso alle procedure di cui al D.M. n. 161/2012, contenente, tra l’altro, i criteri qualitativi che tali materiali devono soddisfare per essere considerate sottoprodotti e non rifiuti.

Dopo i saluti di Salvatore Valletta, presidente della SIGEA Sezione Puglia, e dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Bari, Elio Sannicandro, la geologa Linda Collina, alla presenza di numerosi tecnici e funzionari, è stata relatrice del seminario della mattina sul 'D.M. 10 agosto 2012, n. 161', che regolamenta l’utilizzo delle terre e delle rocce da scavo che possono essere considerati sottoprodotti da riutilizzare anziché semplici rifiuti da portare in discarica. Autrice del volume 'La disciplina delle terre e rocce da scavo', Collina ha sviscerato la normativa di riferimento soffermandosi sul Piano di utilizzo, elaborato progettuale di grande importanza tecnica per l’utilizzo di questi materiali.

Nel pomeriggio i lavori del convegno 'La disciplina dell’utilizzazione delle terre e rocce da scavo, opportunità per una riduzione del consumo di suolo', coordinati da Tiziana De Razza, sono stati aperti dal vicepresidente della Regione Puglia, Angela Barbanente, che ha sempre dimostrato particolare attenzione alla tutela del paesaggio naturalistico e urbano, evidenziando l’obiettivo di perseguire di miglioramento dell’utilizzo delle risorse naturali e di favorire realmente la diminuzione di rifiuto. L’assessore alla Tutela dell’Ambiente della Provincia di Bari, Giovanni Barchetti, ha manifestato la necessità di favorire la semplificazione delle procedure di autorizzazione con l'obiettivo di massima tutela ambientale nell'esecuzione di opere sia pubbliche sia private, stimolando progetti che promuovono la gestione di materiali e rifiuti a Km zero.

La relazione di Laura Bretti, ingegnere dello Studio Associato IDRA, ha evidenziato gli aspetti applicativi del decreto ministeriale su terre e rocce da scavo, mettendo a confronto i diversi impianti normativi regionali.

Significativo il contributo delle Agenzie regionali di protezione ambientale: Francesco Busseti dell’ARPA Puglia si è soffermato sulle criticità applicative nella la gestione delle terre e rocce da scavo provenienti da grandi e piccoli cantieri; Marcello Panarese, ARPA Toscana, ha dato spunti al dibattito circa le metodologie di campionamento delle terre e rocce da scavo.

È diventando opinione comune, come conferma  Dario Mallardi (presidente Giovani Ance Bari e Bat), che il procedimento, delineato per il riutilizzo dei materiali da scavo, risulta complesso dal punto di vista tecnico ed amministrativo per le imprese e probabilmente economicamente sostenibile, solo quando si gestiscano grandi quantitativi di materiali.
Attualmente, infatti, è ancora poco rappresentativa la casistica di pratiche di riutilizzo per le piccole opere come è emerso dalla testimonianza di Vincenzo Campanaro della Ripartizione Tutela Ambiente del Comune di Bari.

Il dibattito ha visto il confronto tra tecnici, funzionari delle amministrazioni locali e cultori della materia che hanno evidenziato l’opportunità offerta da una corretta applicazione della normativa e dagli auspicati provvedimenti semplificativi, per favorire, attraverso l’autocertificazione della qualità delle terre e rocce da scavo, la gestione come sottoprodotti con conseguente riduzione del consumo di suolo.

Il presidente Sigea
Salvatore Valletta

2 commenti:

  1. Vito Stano, ma questi capiscono di creare convegni e consumare per queste attività quando si sa che bisogna riciclare e consumare i rifiuti e non ampliare le cave?
    Nella mia candida conoscenza è data per scontata questa realtà!
    Oppure insistono a creare rifiuti per poi creare business di riciclaggio in futuro dopo che hanno consumato le convenienze delle risorse primarie con i contributi della comunità?
    E' tutta colpa della specializzazione delle attività a discapito del buon senso generale!

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  2. Carissimo, ognuno fa il suo lavoro:i geologi fanno il punto su questioni importanti attraverso modalità di tale natura. Dovranno confrontarsi o una volta laureati non dovrebbero piu' parlare, studiare e confrontarsi?

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