Sono partigiano. Odio chi non parteggia.
Il 18 settembre ad
Atene muore accoltellato al cuore Pavlos Fyssas, rapper antifascista di 34
anni. L'assassino è un nazista appartenente ad Alba Dorata, un
"partito" che da tempo compie atti punitivi verso gli oppositori
politici e che - come tutte le forze di destra estrema europea - approfitta del
clima di crisi economia e sociale e imporsi sfruttando il malcontento.
Purtroppo si tratta di uno degli innumerevoli episodi di aggressione
neofascista degli ultimi mesi (ricordiamo tra i tanti Clément, skinhead
diciottene francese massacrato di botte) sfociati nell'assassinio brutale, puro
e semplice. Quello che fa male, oltre ad avere un altro compagno morto, che non
conoscevamo ma che sentiamo sicuramente vicino, è sapere e vedere che nelle
nostre strade non si fa assolutamente nulla per contrastare l'uscita di questi
topi dalle loro fogne, con il beneplacito e la protezione delle istituzioni che
li legittimano e polizia che li protegge. Il nostro auspicio, ma ancor prima il
nostro compito è quello di impedire loro, ad ogni costo, di avere spazio vitale
e politico.
Occorre far uscire l'antifascismo dai recinti istituzionali e
retorici per portarlo nelle strade concretamente e con l'azione diretta:
occorre lottare con ogni forza perché non ci sia più aria né un solo millimetro
di strada per nessun nazista. Dire «sono antifascista» non basta. Occorre
esserlo davvero, difendere con i denti l'ideale antifascista e la libertà di
esserlo, strada dopo strada.
«La croce uncinata lo sa, d'ora in poi troverà
Stalingrado in ogni città!» (cit.)
(fonte Studenti baresi in lotta)
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