mercoledì 4 settembre 2013

Magistratura Democratica al fianco di Libera contro la criminalità in Puglia

I magistrati baresi, nel rispetto della sobrietà che contraddistingue l’esercizio delle funzioni giurisdizionali, daranno sicuramente il loro contributo alle iniziative promosse da Libera per fronteggiare la recrudescenza criminale degli ultimi mesi. I fatti di sangue, nella città di Bari, in provincia, nella provincia di Foggia, sono gravi ed impongono la mobilitazione di tutte le parti sane della società. Impongono, ancora prima, alcune riflessioni.

I fenomeni criminali non si possono combattere solo con le forze dell’ordine e la necessaria forza repressiva dello Stato, inevitabilmente, interviene quando la convivenza civile è già incrinata. Si deve, dunque, andare alle origini dell’affermazione della criminalità organizzata. La sua forza militare ed economica poggia sulla debolezza delle istituzioni pubbliche e del tessuto sociale ed economico. Tanti sono gli esempio emersi nella cronaca agostana.

Il lavoro, nelle campagne e nei cantieri, passa assai spesso dai caporali, che inquadrano cittadini italiani e stranieri come nuovi schiavi, li sfruttano, alterano la concorrenza fra imprenditori, sbaragliano le regole del mercato del lavoro, inducendo i più furbi a vivere dei sussidi per la disoccupazione in agricoltura ed i più disperati a morire di fatica. Se i cittadini non trovano, nel luogo di lavoro, l’ambiente per conoscere e fare valere i  loro diritti, difficilmente potranno diventare, nella vita quotidiana, massa critica conto le pratiche mafiose.

I dati della dispersione scolastica sono in aumento. I tagli alle spese pubbliche penalizzano gli interventi sociali, riducono il numero delle scuole e rendono costosi i trasferimenti dal paese in cui si vive al paese in cui si deve frequentare la scuola. Quanti di questi fattori incidono sulla scelta dei genitori di non “portare” i figli a scuola? L’ordinamento scolastico consente, con l’utilizzo dell’arma disciplinare della sospensioni ripetute e per molti giorni, ai dirigenti scolastici, in concorrenza fra loro per accaparrarsi il maggiore numero di iscritti, di allontanare dal percorso scolastico gli alunni più difficili, le cui intemperanze fanno cattiva pubblicità alla scuola che frequentano. Se proprio la scuola, che dovrebbe includere nella società italiana soprattutto i ragazzi che “da soli” non ce la fanno, diventa il luogo dove si impara la segregazione, difficilmente i giovani cittadini si sentiranno parte di una collettività sana e forte, presupposto indefettibile per reagire alle prepotenze dei potentati criminali.

Le restrizioni all’accesso al credito spingono famiglie ed imprenditori nelle braccia degli usurai. La diffusione dei locali adibiti all’acquisto di “oro” è l’evidente sintomo del disagio di chi rinuncia ai “tesori” di famiglia per tirare avanti. Se i circuiti dell’economia legale diventano così difficili, difficilmente i nostri imprenditori resisteranno alle tentazioni dell’economia criminale.

Insomma, i temi di discussione sono tanti e nessuno si può dire indifferente alla lotta alla criminalità, che, se diventa solo tema di ordine pubblico, è lotta persa in partenza. 

Giovanni Zaccaro 

segretario Magistratura Democratica Bari

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