I magistrati baresi, nel rispetto della sobrietà che
contraddistingue l’esercizio delle funzioni giurisdizionali, daranno
sicuramente il loro contributo alle iniziative promosse da Libera per
fronteggiare la recrudescenza criminale degli ultimi mesi. I fatti di sangue, nella città di Bari, in provincia,
nella provincia di Foggia, sono gravi ed impongono la mobilitazione di tutte le
parti sane della società. Impongono, ancora prima, alcune riflessioni.
I fenomeni criminali non si possono combattere solo con
le forze dell’ordine e la necessaria forza repressiva dello Stato,
inevitabilmente, interviene quando la convivenza civile è già incrinata. Si deve, dunque, andare alle origini dell’affermazione
della criminalità organizzata. La sua forza militare ed economica poggia sulla debolezza
delle istituzioni pubbliche e del tessuto sociale ed economico. Tanti sono gli esempio emersi nella cronaca agostana.
Il lavoro, nelle campagne e nei cantieri, passa assai
spesso dai caporali, che inquadrano cittadini italiani e stranieri come nuovi
schiavi, li sfruttano, alterano la concorrenza fra imprenditori, sbaragliano le
regole del mercato del lavoro, inducendo i più furbi a vivere dei sussidi per
la disoccupazione in agricoltura ed i più disperati a morire di fatica. Se i
cittadini non trovano, nel luogo di lavoro, l’ambiente per conoscere e fare
valere i loro diritti, difficilmente
potranno diventare, nella vita quotidiana, massa critica conto le pratiche mafiose.
I dati della dispersione scolastica sono in aumento. I
tagli alle spese pubbliche penalizzano gli interventi sociali, riducono il
numero delle scuole e rendono costosi i trasferimenti dal paese in cui si vive
al paese in cui si deve frequentare la scuola. Quanti di questi fattori
incidono sulla scelta dei genitori di non “portare” i figli a scuola?
L’ordinamento scolastico consente, con l’utilizzo dell’arma disciplinare della
sospensioni ripetute e per molti giorni, ai dirigenti scolastici, in concorrenza
fra loro per accaparrarsi il maggiore numero di iscritti, di allontanare dal
percorso scolastico gli alunni più difficili, le cui intemperanze fanno cattiva
pubblicità alla scuola che frequentano. Se proprio la scuola, che dovrebbe
includere nella società italiana soprattutto i ragazzi che “da soli” non ce la
fanno, diventa il luogo dove si impara la segregazione, difficilmente i giovani
cittadini si sentiranno parte di una collettività sana e forte, presupposto
indefettibile per reagire alle prepotenze dei potentati criminali.
Le restrizioni all’accesso al credito spingono famiglie
ed imprenditori nelle braccia degli usurai. La diffusione dei locali adibiti
all’acquisto di “oro” è l’evidente sintomo del disagio di chi rinuncia ai
“tesori” di famiglia per tirare avanti. Se i circuiti dell’economia legale
diventano così difficili, difficilmente i nostri imprenditori resisteranno alle
tentazioni dell’economia criminale.
Insomma, i temi di discussione sono tanti e nessuno si
può dire indifferente alla lotta alla criminalità, che, se diventa solo tema di
ordine pubblico, è lotta persa in partenza.
Giovanni Zaccaro
segretario Magistratura Democratica Bari
Nessun commento:
Posta un commento