Sabato 28 settembre 2013, alle ore 10 e 15, nell’Aula
Magna Attilio Alto in via E. Orabona n. 4 in Bari si inaugura il quarto laboratorio
di Fotografia del Politecnico di Bari – Anno Accademico 2013/2014.
Quest’anno toccherà a Nino Migliori aprire un nuovo lungo percorso
costituito da conferenze, workshop, corsi di fotografia, mostre di foto,
letture di portfolio, ecc.
Nino Migliori nasce a Bologna nel 1926. Comincia a
dedicarsi alla Fotografia nel 1948 mostrando subito di essere autore poliedrico
ed estroverso, attratto da una varietà di modelli estetici e culturali.
Produce da una parte immagini che iconograficamente aderiscono a regole e
tecniche tradizionalmente professionali, pubblicate su importanti riviste
di settore o ospitate in gallerie di circuiti italiani e internazionali, dall’altra
percorre stilemi personali riconducibili allo sperimentalismo delle
avanguardie pittoriche (Emilio Vedova, Tancredi Parmeggiani) nel desiderio
provocatorio dello svuotamento dei contenuti formali dell’arte.
L’aggressione piromane a parti di pellicole in 'Pirogrammi' (’48) precede
di nove anni le 'Combustioni' di Alberto Burri.
Le “Ossidazioni” e i “Lucigrammi” dei primi anni ’50 sono sperimentazioni
in cui il gesto, il corpo dell’artista e soprattutto la materia diventano
essi stessi, come per l’arte informale, protagonisti della produzione
artistica. Attratto dal cinema neorealista realizza dei progetti caratterizzati
da attenta visione ed ‘ascolto’ del territorio, come i reportage
sociali/antropologici 'Gente di Emilia' (’50-’58) e 'Gente del Sud. Le mani
parlano' (’56). Nel ’57 riceve dal Comune di Capalbio l’incarico di realizzare
un servizio fotografico sulla Maremma. Nello stesso periodo per alcuni
architetti bolognesi realizza un reportage sulle costruzioni del Delta
padano.
La ripresa creativa degli anni ’70 vede Migliori riprendere le sperimentazioni
sui materiali usati di consueto nella fotografia, ma modificandone
l’utilizzo con graffiature e cancellazioni sulle immagini già
impressionate per modificarne la significazione. Trasforma, riutilizza,
oppure ingrandisce solo alcune parti della fotografia (blowup), sino ad
evidenziare la texure o a sottolineare, nelle mutazioni da lui operate, le
complesse significazioni se non addirittura le insidiose mistificazioni
che l’immagine può determinare. Negli anni ’80 comincia ad utilizzare le
normali fotocamere Polaroid modificando i supporti autopositivi: nascono
così le “Polapressures”, che l’autore pratica dal 1984. Sotto il nome di 'Trasfigurazioni'
(1998) è invece raccolta una serie di opere ottenute digitalmente
effettuando la scansione dei supporti e manipolandone le cromie.
Sue opere sono conservate: Galleria d’Arte Moderna, Torino; Galleria
d’Arte Moderna, Bologna; Museo d’Arte Contemporanea, Prato; Galleria
d’Arte Moderna, Roma; Bibliothèque National, Parigi; Musèe Reattu, Arles;
Museo di Praga; Museum of Modern Art, New York;Museum of Fine Arts,
Boston; Polaroid International Museum, U.S.A. ed altri.
Nino Migliori durante la breve conferenza proietterà
diverse sue opere. Al termine proporrà un confronto dialettico con il pubblico
per stimolare maggiormente curiosità e chiarire possibili dubbi.
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