venerdì 11 ottobre 2013

Al via il progetto sperimentale per inclusione e integrazione dei bambini rom

È stato presentato questa mattina, nella Sala Giunta del Comune di Bari, il Progetto Nazionale sperimentale per l’inclusione sociale e l’integrazione scolastica dei bambini e degli adolescenti rom, sinti e camminanti. L’iniziativa, che partirà ad ottobre e avrà la durata di 8 mesi, è inserita in un più ampio Programma Nazionale, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la collaborazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, dell’istituto degli Innocenti di Firenze che garantirà l’assistenza tecnico scientifica all'attuazione della sperimentazione e 13 città Italiane riservatarie. A Bari il progetto è cofinanziato e coordinato dal Comune di Bari – Assessorato al Welfare e realizzato in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II Onlus, l’Ufficio Minori Stranieri del Comune di Bari e l’Istituto Comprensivo Japigia1.

Le attività attraverseranno 13 città riservatarie (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia) e avranno come destinatari i bambini e gli adolescenti rom, sinti e caminanti e non, di età compresa fra i 6 e i 14 anni, i dirigenti scolastici, gli insegnanti, il personale ATA, le famiglie rom, sinti e caminanti e tutte le altre famiglie: laboratori e altri eventi nelle scuole; sostegno alle famiglie degli alunni rom, sinti e caminanti anche nel loro contesto abitativo, per agevolare l'interazione con le scuole ma anche l'accesso ai servizi; la formazione nazionale e la piattaforma web che ha l'obiettivo di favorire lo scambio e la condivisione di informazioni e documenti necessari per realizzare le varie iniziative nelle città. Obiettivo prioritario del progetto sarà quello di favorire processi di inclusione dei bambini e delle famiglie, migliorando il successo formativo dei minori e incoraggiando percorsi di autonomia ed empowerment delle famiglie nell’accesso dei servizi.

Il progetto, ispirato ad un approccio multidisciplinare e integrato, coinvolgerà, complessivamente, 192 famiglie e minori, rom, sinti e caminanti e circa 190 tra operatori scolastici, operatori ATA e operatori socio sanitari.  Le attività saranno realizzate nei contesti in cui i bambini e gli adolescenti vivono la loro vita quotidiana, ovvero nelle scuole e nei campi/contesti abitativi. Nel capoluogo pugliese le attività saranno realizzate nel campo ubicato nel quartiere Japigia - Torre a Mare.

Tutte le fasi del progetto saranno caratterizzate da un approccio scientifico e sperimentale che si realizzerà attraverso l’utilizzo di un impianto organizzativo ed un approccio di sistema basato su una forte connessione tra ente locale, privato sociale e istituti scolastici. La struttura di gestione si basa sull’individuazione di team di lavoro: tavoli locali, equipe multidisciplinare socio sanitaria, cabina di regia nazionale, comitato tecnico scientifico e vuole proporre una metodologia che parta dal bambino e dalla sua famiglia, e assuma una prospettiva interculturale attraverso il coinvolgimento dell’intero contesto sociale/scolastico al fine di favorire una reale interazione e contrastare la stigmatizzaizone dei bambini rom, sinti e caminanti. 

A presentare i contenuti delle attività progettuali sono stati, questa mattina, Ludovico Abbaticchio, assessore al Welfare del Comune di Bari, Anna Campioto, Referente cittadina del progetto, Francesca Bottalico, referente del progetto per la Fondazione Giovanni Paolo II Onlus, Patrizia Rossini, dirigente scolastico dell'Istituto Japigia 1, A. Bacchi, referente rom, ufficio Migrazione del Comune di Bari.


L’assessore al Welfare del Comune di Bari, Ludovico Abbaticchio, ha dichiarato che «per la città d Bari sarà particolarmente rilevante e innovativo lo strumento delle ‘Mamme di Appoggio’ e di un gruppo di Medici che forniranno un sostegno concreto ed emotivo ai minori e alle famiglie affiancandole nella quotidianità e nella vita del campo. Inoltre, per sostenere le attività progettuali locali, promuovere la condivisione e lo scambio di esperienze e competenze, saranno organizzati momenti formativi per docenti, operatori ata e socio sanitari».

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