È stato
presentato questa mattina, nella Sala Giunta del Comune di Bari, il Progetto
Nazionale sperimentale per l’inclusione sociale e l’integrazione scolastica dei
bambini e degli adolescenti rom, sinti e camminanti. L’iniziativa, che partirà
ad ottobre e avrà la durata di 8 mesi, è inserita in un più ampio Programma
Nazionale, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la
collaborazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca,
dell’istituto degli Innocenti di Firenze che garantirà l’assistenza tecnico scientifica
all'attuazione della sperimentazione e 13 città Italiane riservatarie. A Bari
il progetto è cofinanziato e coordinato dal Comune di Bari – Assessorato al
Welfare e realizzato in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II
Onlus, l’Ufficio Minori Stranieri del Comune di Bari e l’Istituto Comprensivo
Japigia1.
Le attività attraverseranno 13 città riservatarie (Bari,
Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio
Calabria, Roma, Torino e Venezia) e avranno come destinatari i bambini e gli
adolescenti rom, sinti e caminanti e non, di età compresa fra i 6 e i 14 anni,
i dirigenti scolastici, gli insegnanti, il personale ATA, le famiglie rom,
sinti e caminanti e tutte le altre famiglie: laboratori e altri eventi nelle
scuole; sostegno alle famiglie degli alunni rom, sinti e caminanti anche nel
loro contesto abitativo, per agevolare l'interazione con le scuole ma anche
l'accesso ai servizi; la formazione nazionale e la piattaforma web che ha
l'obiettivo di favorire lo scambio e la condivisione di informazioni e
documenti necessari per realizzare le varie iniziative nelle città. Obiettivo
prioritario del progetto sarà quello di favorire processi di inclusione dei
bambini e delle famiglie, migliorando il successo formativo dei minori e
incoraggiando percorsi di autonomia ed empowerment
delle famiglie nell’accesso dei servizi.
Il progetto, ispirato ad un approccio multidisciplinare
e integrato, coinvolgerà, complessivamente, 192 famiglie e minori, rom, sinti
e caminanti e circa 190 tra operatori scolastici, operatori ATA e operatori
socio sanitari. Le attività saranno
realizzate nei contesti in cui i bambini e gli adolescenti vivono la loro vita
quotidiana, ovvero nelle scuole e nei campi/contesti abitativi. Nel capoluogo
pugliese le attività saranno realizzate nel campo ubicato nel quartiere Japigia
- Torre a Mare.
Tutte le fasi del progetto saranno caratterizzate da un
approccio scientifico e sperimentale che si realizzerà attraverso l’utilizzo di
un impianto organizzativo ed un approccio di sistema basato su una forte
connessione tra ente locale, privato sociale e istituti scolastici. La
struttura di gestione si basa sull’individuazione di team di lavoro: tavoli
locali, equipe multidisciplinare socio sanitaria, cabina di regia nazionale,
comitato tecnico scientifico e vuole proporre una metodologia che parta dal
bambino e dalla sua famiglia, e assuma una prospettiva interculturale
attraverso il coinvolgimento dell’intero contesto sociale/scolastico al fine di
favorire una reale interazione e contrastare la stigmatizzaizone dei bambini
rom, sinti e caminanti.
A presentare i contenuti delle attività progettuali sono
stati, questa mattina, Ludovico Abbaticchio, assessore al Welfare del Comune di
Bari, Anna Campioto, Referente cittadina del progetto, Francesca Bottalico,
referente del progetto per la Fondazione Giovanni Paolo II Onlus, Patrizia
Rossini, dirigente scolastico dell'Istituto Japigia 1, A. Bacchi, referente
rom, ufficio Migrazione del Comune di Bari.
L’assessore al Welfare del Comune di Bari, Ludovico
Abbaticchio, ha dichiarato che «per la città d Bari sarà particolarmente
rilevante e innovativo lo strumento delle ‘Mamme di Appoggio’ e di un gruppo di
Medici che forniranno un sostegno concreto ed emotivo ai minori e alle famiglie
affiancandole nella quotidianità e nella vita del campo. Inoltre, per sostenere
le attività progettuali locali, promuovere la condivisione e lo scambio di
esperienze e competenze, saranno organizzati momenti formativi per docenti,
operatori ata e socio sanitari».
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