Chiediamo
l'intervento immediato delle istituzioni per la messa al bando definitiva della
coltivazione di ogm sul territorio italiano e comunitario.
In Friuli Venezia Giulia è in atto ormai da due anni
un tentativo forzoso di introduzione delle colture OGM da parte di pochi
agricoltori che ancora oggi stanno esponendo a forti rischi di contaminazione
le produzioni agricole del territorio senza tenere conto della volontà dei
cittadini italiani che hanno già da tempo dichiarato la propria contrarietà
all’introduzione di coltivazioni OGM sul territorio nazionale.
Le iniziative di coltivazione di mais ogm in Friuli
Venezia Giulia rappresentano non solo un
rischio sanitario e ambientale, ma sono
un evidente attacco alla legalità nel nostro Paese per la mancata osservanza di
un decreto d’urgenza che già da agosto vieta la coltivazione di mais ogm, ma
che non è mai stato rispettato, e in totale dispregio anche delle gravi
conseguenze economiche che la contaminazione può determinare alle produzioni
limitrofe.
Non c’è alcuno spazio possibile per i prodotti Ogm
nel sistema di qualità dell’agricoltura italiana non c’è posto per alcun
ingrediente biotech sulla tavola dei consumatori, che insieme alle
rappresentanze degli agricoltori hanno espresso una posizione negativa sulla
questione. Per questo motivo è fondamentale che le istituzioni facciano la
propria parte schierandosi contro l’illegalità.
Legambiente, insieme alla task force per un’Italia
libera da Ogm, lancia un appello a Governo e Parlamento affinchè venga
applicato il principio di precauzione e la clausola di salvaguardia, strumenti
fondamentali per mettere al bando gli Ogm e tracciare la strada verso un
modello agricolo che sia basato sulla qualità delle produzioni locali e
soprattutto sulla varietà e l’utilizzo di sementi autoctone.
(fonte legambiente.it)
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