giovedì 28 novembre 2013

Taranto. Fondo Antidiossina: denuncia inottemperanze da parte di organi di governo

Foto google.com
A proposito di Ilva e scandali da Fabio Matacchiera, presidente della onlus Fondo Antidiossina Taranto, riceviamo e pubblichiamo integralmente un comunicato sulla vicenda tarantina. V.S.

di Fabio Matacchiera
L’Ilva non ottempera alle prescrizioni dell’AIA e il prefetto non irroga le sanzioni previste per legge. Siamo molto perplessi e preoccupati  nel constatare che, attorno alla spinosa questione  Ilva di Taranto, il Governo, ancora una volta, si affanni alla ricerca di soluzioni normative per rinviare ripetutamente situazioni in stallo da ormai troppo tempo.

Come si evince dalle azioni d’ispezione, a cura delle autorità controllo, sono state riscontrate numerose violazioni alla Legge 231/12,  ovvero numerose inottemperanze alle prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Tra queste, come si sa, vi sono quelle già accertate relative alla chiusura completa dei nastri trasportatori, degli edifici e dei sistemi di trasporto di materie prime che causano notevoli e frequenti fenomeni di diffusione di polveri, anche verso l’esterno dello stabilimento, investendo anche i quartieri cittadini.

Alla luce di queste gravi inadempienze e del perdurare delle situazioni di inquinamento, ci chiediamo con preoccupazione: come mai il Prefetto di Taranto non abbia ancora disposto alcuna sanzione amministrativa, così come è previsto dalle norme vigenti? Infatti, l’art. 1.2 della Legge 231/12 obbliga l’Autorità Territoriale di Governo, cioè il Prefetto, ad agire immediatamente, comminando la sanzione fino al 10% del fatturato annuo, nel momento in cui l'ILVA spa non osserva le prescrizioni dell'AIA e le sue scadenze. 

Altresì, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, si limita ancora una volta a richiedere semplicemente l’applicazione della lettera a) dell’art.29decies del D.Lgs n.152/06, reiterando soltanto la diffida con un mero atto formale di informazione alla Procura della Repubblica di Taranto, eludendo così le disposizioni delle lettere b) e c) dello stesso articolo di cui sopra che prevedono finanche la sospensione e la revoca dell’autorizzazione all’esercizio.

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