Nessun falso allarme! Se non si interrompono le fonti
inquinanti, sarà in pericolo anche il futuro del comparto zootecnico di Martina
Franca e di Crispiano. L'allarme lanciato lo scorso 8 gennaio dal
Fondo Antidiossina sulla significativa presenza di diossine e pcb nelle uova di
gallina prelevate da alcune masserie nell'agro di Martina Franca non era
infondato. Veniamo a sapere adesso che anche la Asl
di Taranto, negli anni scorsi, aveva rilevato diverse criticità con vistosi
superamenti non solo dei “valori di azione(1)”, ma anche dei “valori
limite(2)”, fin oltre il 200%, come si evince dai rapporti di prova relativi ad
alcune masserie di Crispiano e di Martina Franca, di cui il Fondo Antidiossina
è venuto in possesso, dopo aver fatto formale richiesta al Dipartimento
di Prevenzione della Asl di Taranto. Infatti, le uova delle galline allevate a
terra, acquistate dal Fondo Antidiossina presso alcune masserie
situate in prossimità di Martina Franca e successivamente inviate al centro
specializzato e accreditato "R&C Lab s.r.l." di Altavilla
Vicentina, hanno evidenziato valori critici con riferimento ai limiti di
azione.
Tali esiti risultano estremamente interessanti proprio perché in essi
spiccano le voci relative alle diossine, ai furani e ai pcb, in entità di gran
lunga superiore ai valori di fondo che normalmente si attestano nel range
0,2- 0,5 pg/gr, contro i circa 0,5 - 0,9 pg/gr ritrovati dal Fondo
Antidiossina. Le uova prelevate dalle tre masserie
presentano quantitativi abbastanza lontani dai valori limite, ma non troppo
lontani dai valori di azione. Interessante anche constatare che i valori più
elevati di diossine e pcb si riscontrano nelle uova della masseria più vicina
dall'area industriale. Infatti, nelle uova prelevate nella masseria a nord di
Martina Franca, i valori di diossine e pcb sono risultati inferiori a quelli
rilevati nelle uova provenienti dalle due masserie situate più in prossimità a
Taranto. Come specificato, a questi dati conoscitivi del Fondo Antidiossina (già
pubblicati nel comunicato stampa diffuso in data 8 gennaio
scorso http://www.fondoantidiossina.it/stampa/), questa volta, vanno aggiunti anche quelli ufficiali, acquisiti dalla
nostra onlus e redatti dal Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto e
dell'Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata. Tali dati ci permettono di sapere che il Dipartimento di Prevenzioni della
Asl di Taranto, fino all’anno 2009, ha eseguito diversi campionamenti di uova
di galline allevate a terra in alcune masserie della provincia di Taranto.
Campionamenti che hanno evidenziato, nelle masserie di Crispiano e di Martina
Franca, valori analitici di gran lunga superiore ai valori di azione ed ai
valori limite di cui al Regolamento (UE) n. 1259/2011, in vigore dal 1° gennaio
2012, che aggiorna il Regolamento 1881/2006. Abbiamo, inoltre, appreso che il
Dipartimento di Prevenzione della Asl, dal 2009 in poi, non avrebbe più
effettuato controlli sistematici sulle masserie ubicate nella provincia di
Taranto, nonostante si fossero evidenziate tali gravi criticità.
Lo stesso
dipartimento, invece, ci ha fatto sapere di aver effettuato numerosi
campionamenti su uova di largo consumo provenienti dai grossi allevamenti
intensivi (in batterie) di galline ovaiole sottoposte ad un regime alimentare
controllato e, quindi, non a contatto con i terreni potenzialmente contaminati
da microinquinanti contenuti nelle deposizioni atmosferiche. I risultati
analitici ottenuti sarebbero tutti negativi con valori di diossine e
pcb molto bassi, a tal punto da poter rassicurare il
consumatore. In altre parole, in questi ultimi anni,
l'autorità sanitaria avrebbe deciso di mirare (fino a prova contraria!) solo al
controllo dei grandi produttori e non a quello delle masserie prese
singolarmente, in grado di produrre solo poche migliaia di uova all'anno,
talvolta destinate unicamente all'autoconsumo. Le uova delle galline allevate a
terra nelle masserie di Crispiano e Martina Franca sono risultate in molti casi
positivi alla presenza di questi pericolosi congeneri, tanto che la
stessa ASL ne sconsigliò il consumo con l'ordinanza del 4 gennaio
2013 (prot. 23/I.A.) a firma dei dirigenti del Dipartimento, dott. Teodoro Ripa
e dott. Vito De Chirico.
La comprensione del fenomeno di diffusione
di tali inquinanti consentirebbe di comprendere se al rischio sanitario
rilevato su matrice alimentare possa essere associato un rischio ambientale su
larga scala. In tal senso, le uova degli allevamenti a terra prodotte dalle
galline ruspanti potrebbero essere considerate quali bioindicatori di
potenziale inquinamento. In tal senso è auspicabile un supporto dell’organo
tecnico regionale di controllo, ARPA Puglia, per la definizione di un piano di
monitoraggio e controllo ambientale sanitario da attuare congiuntamente con la
ASL Taranto finalizzato ad una efficace prevenzione primaria. In
conclusione, siamo sempre più propensi a credere che la diffusione delle
diossine e dei pcb, presumibilmente attraverso le emissioni industriali, stia
sempre più interessando le terre di Crispiano e di Martina Franca,
come si evincerebbe dalla significativa presenza di questi congeneri
nelle uova delle galline ruspanti che si nutrono e beccano sulla terra.
Occorre, pertanto, individuare ed interrompere le fonti inquinanti,
al fine di non creare irreversibili e gravi ripercussioni anche sul comparto
zootecnico crispianese e martinese.
(1) Valori di
azione: impone ulteriori indagini e procedure di risanamento
(2) Valori limite: vieta la
commercializzazione del prodotto e ne obbliga la distruzione)
Per le uova limite di azione 1,75pg/gr per diossine e
1,75pg/gr per pcb; Valore limite 5pg/gr per diossine + pcb
(fonte Fondo Antidiossina Taranto)
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