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venerdì 20 dicembre 2013

Comitato Acqua Bene Comune: le menzogne di SeL sui referendum del 12 giugno 2011

Il caso dei beni comuni è non smette di produrre strascichi. Dal Comitato Pugliese Acqua Bene Comune riceviamo una nota che pubblichiamo integralmente. V.S.

Assistiamo allibiti all'ennesima mistificazione della realtà a proposito dell’applicazione dei risultati dei referendum sull'acqua del 12 e 13 Giugno 2011. In una nota diffusa da SeL, si sostiene che la giunta Vendola abbia infine rispettato l’esito referendario del 12 giugno 2011, abbassando le tariffe Aqp per le fasce più deboli. Notizia ribadita anche dal presidente Vendola in un’intervista. Lodevole iniziativa, certamente. Ma cerchiamo di essere sinceri; ristabiliamo la verità: la remunerazione del capitale investito, abrogata dal secondo quesito referendario, non è mai stata cancellata ed è tutt'ora presente in tariffa: in pratica non è stato ancora, assolutamente rispettato l'esito referendario di 28 milioni di cittadini!  E un abbassamento di tariffa per le fasce più disagiate, seppur, ripetiamo, lodevole, non cancella nei fatti, il mancato rispetto dell'esito referendario del 2011. Tutto ciò permette nei fatti la forma privatistica di Aqp, nascondendo ai cittadini il profondo indebitamento dell’acquedotto nei confronti degli istituti di credito (402 milioni di euro nel 2014).

Chiediamo perciò alla giunta Vendola e a tutte le forze politiche pugliesi di rispettare per davvero e una volta per tutte l’esito referendario, e di avviare ora, una reale ripubblicizzazione di Aqp. Allo stesso tempo, invitiamo i dirigenti regionali di SeL a cominciare finalmente a proporre e sostenere questa linea di ri-pubblicizzazione di Aqp e, in generale, di rispetto dei risultati referendari e di smetterla, quindi, di prendere in giro i cittadini pugliesi ed i loro elettori, mistificando le notizie, magari col solo scopo di riacquistare il consenso perso ultimamente, in altre vicende tristemente note, che parlano della negazione di un altro bene comune quale la salute. Risultato che non si può ottenere certo costruendo “narrazioni tossiche” e diffondendo menzogne.

lunedì 21 ottobre 2013

Puglia. Rifiuti zero: la Regione pensa alla concorrenza e dimentica la salute

Molti di noi hanno manifestato assieme ai cittadini di Mola, Polignano e Conversano contro il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani, mentre questo era in discussione presso il Consiglio regionale Pugliese, che prevede, fra l’altro, la conferma della tristemente celebre discarica in Contrada Martucci. La popolazione denuncia l’utilizzo di tale discarica anche – oramai – per lo sversamento di rifiuti tossici e nocivi per la salute pubblica. Dal canto nostro, non possiamo che prendere atto dell’ennesima inadeguata, contraddittoria e deludente decisione da parte dell’amministrazione regionale che ignora la evidente volontà di oltre 13.000 di cittadini Pugliesi che in questi ultimi mesi hanno firmato per la proposta di legge di iniziativa popolare ‘Rifiuti Zero’ la quale prevede, fra l’altro, il recupero e il riutilizzo dei materiali contenuti nei rifiuti.

Il piano, infatti, risulta basato sulla logica malata dello spreco, insalubre, di quei preziosi materiali attraverso l’incenerimento e la realizzazione di nuove discariche, Grottelline (tra Poggiorsini e Spinazzola) e Corigliano (in provincia di Lecce), le cui localizzazioni (la prima a ridosso dell'invaso del Basentello e la seconda ubicata “a piombo” sulla grande riserva idrica che serve l’intero Salento) le rendono vere e proprie bombe ad orologeria dal punto di vista idrogeologico.

Dalle vertenze territoriali (Conversano, Grottelline e Corigliano) è sempre più evidente il filo rosso anzi nero che lega indissolubilmente acqua e rifiuti. Quanto alla paventata creazione di un Ambito Territoriale Ottimale (ATO) unico sui rifiuti sul modello dell'Autorità Idrica Pugliese (AIP), riteniamo che questi enti debbano garantire meccanismi di partecipazione da parte dei cittadini (non solo di 5 sindaci che, come nel caso dell’AIP, assumono decisioni che riguardano tutto il territorio regionale!!!).

Ribadiamo il nostro totale sostegno, politico ed operativo, ai cittadini e comitati locali che si stanno battendo contro questo scempio, e la nostra solidarietà a chi si trova a dover manifestare per salvaguardare la salute propria e dei propri figli. Compito, quest’ultimo, che dovrebbe appartenere proprio alle istituzioni che, invece, oggi si preoccupano più di soddisfare le pretese di profitto a tutti i costi di potentati economici, presentate come salvaguardia della “concorrenza in materia energetica”, che di salvaguardare una sana e razionale gestione delle risorse e della salute pubblica. Ambiti, questi sì, di competenza regionale.


(fonte Comitato pugliese ‘Acqua Bene Comune’ - Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua)

venerdì 4 ottobre 2013

Nessuna restituzione tariffe Aqp 2011. Sindaco Emiliano si contraddice

Il Comitato Pugliese ‘Acqua Bene Comune’ ha convocato una conferenza stampa per domani, sabato 5 ottobre, alle ore 11,00 presso l’ingresso del Palazzo di Città a Bari. Sarà presente il professor Riccardo Petrella, il quale il 21 maggio scorso ha presentato nel capoluogo pugliese ‘Il Nuovo Manifesto dell’Acqua e degli altri Beni Comuni’.

Oggetto della conferenza è la recente approvazione del nuovo modello tariffario da parte dell’Autorità Idrica Pugliese fortemente in contraddizione con l’esito referendario del 12 e 13 giugno 2011 e l’ulteriore notizia che, contrariamente a quanto dichiarato ai giornali, in Puglia non ci sarà alcun rimborso della remunerazione del capitale investito neanche per il 2011 in virtù della compensazione con i costi finanziari (tale notizia di cui si è chiesto riscontro all’AIP non è stata ancora smentita). I luoghi non sono neutri. E il Comune di Bari è stato scelto come luogo della conferenza stampa poiché, il sindaco Michele Emiliano, che ha sostenuto il referendum aderendo anche alla campagna di ‘Obbedienza Civile’ per il rispetto dell’esito referendario è responsabile (insieme ai Sindaci di Lecce, Andria, Mesagne e San Marco in Lamis componenti del Direttivo dell’AIP) del mancato rispetto dell’esito referendario.

Nell’occasione, verrà presentata una lettera aperta indirizzata ai sindaci membri del Direttivo dell’Autorità Idrica Pugliese, ai Presidenti, a tutti i Consiglieri dei Comuni sopramenzionati, nonché al Presidente della Regione Puglia e a tutti i consiglieri affinché, ognuno per quanto di competenza, ripristinino senza indugio e al più presto una situazione di legalità e di rispetto della democrazia. In Puglia, allo stato attuale gli esiti referendari sono disattesi e violati; il percorso di ripubblicizzazione di AQP SpA è stato interrotto; il diritto umano all’acqua non è garantito.

(fonte Comitato pugliese ‘Acqua Bene Comune’ - Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua)

sabato 28 settembre 2013

Acqua bene comune: anche in Puglia attuazione parziale del referendum

Apprendiamo con sconcerto che anche l'AIP (Autorità Idrica Pugliese) ha lasciato che l'AEEG (Autorità Energia Elettrica e Gas) producesse l'ennesima truffa ai cittadini in merito all'attuazione del secondo quesito del referendum del 12 e 13 Giugno 2011.

Con la delibera n. 26 del 16.07.2013 - trasmessa a fine agosto anche al Comitato Pugliese ‘Acqua Bene Comune’ - l'AIP ha, infatti, avviato il procedimento di attuazione alla delibera AEEG del 25 giugno 2013 che stabilisce le modalità di restituzione della remunerazione del capitale investito garantita ai gestori dall'art. 154 comma 1 del Decreto Legislativo 152/06, abrogato dal secondo quesito.

Anche per la Puglia, dopo oltre due anni dal travolgente risultato referendario, si prospetta quindi un'attuazione parziale e scorretta dell'esito referendario: ad essere oggetto di restituzione è, infatti, solo la quota di remunerazione del capitale investito relativa al periodo luglio-dicembre 2011 e comunque ‘al netto dei costi finanziari e fiscali’. Quanto al periodo successivo viene applicato il nuovo metodo tariffario, approvato nel 2013 ma valido anche retroattivamente (in barba ai principi espressi dalla giurisprudenza e in particolare dal Consiglio di Stato); questo metodo reintroduce forme di garanzia sostanzialmente analoghe alla abolita remunerazione del capitale. Quel che era uscito dalla porta, viene fatto rientrare dalla finestra.

La gravità del comportamento della AEEG e, conseguentemente, dell'Autorità Idrica Pugliese e dei Comuni presenti nel Consiglio Direttivo, nonostante le interlocuzioni chieste ed ottenute con il Comitato, si accompagna alle dichiarazioni contraddittorie e al silenzio degli amministratori regionali a cui si continua a chiedere con forza l'attuazione piena ed effettiva dell'esito referendario. Il processo di ripubblicizzazione di AQP SpA è bloccato nonostante i titoli dei giornali all'indomani del referendum. E il governo regionale si ostina nel rifiutare ogni richiesta di confronto del Comitato pugliese ‘Acqua Bene Comune’, in barba alla propaganda sulla partecipazione della cittadinanza. Del resto, il diritto all'acqua è rimasto un mero spot elettorale: degli interventi a garanzia del minimo vitale non v'è più traccia. E a chi non può pagare viene interrotta la fornitura idrica.

Eppure il referendum ha dato un segnale chiaro: l'acqua non è una merce, è un bene comune finalizzato alla tutela di diritti umani fondamentali e slegati da ogni logica economico-produttivista. La legalità, solidarietà e la ragionevolezza e non la mera efficienza economica e il profitto devono guidare gli amministratori a tutti i livelli nella gestione del Servizio Idrico Integrato.

Invitiamo quindi le autorità competenti a rivedere le determinazioni assunte e i Comuni e la Regione a rendere effettivo il diritto all'acqua. Ai cittadini rivolgiamo ancora un appello per continuare questa battaglia di democrazia per riaffermare la sovranità esercitata attraverso il referendum.

(fonte Comitato Pugliese ‘Acqua Bene Comune’)

giovedì 27 giugno 2013

Campagna internazionale 'Dichiariamo Illegale la Povertà – 2018'

Sabato 29 giugno, alle ore 16,00, presso la Casa dei Padri Comboniani di Bari (Via Giulio Petroni, 101) è convocata la I° Assemblea pugliese per Campagna internazionale 'Dichiariamo Illegale la Povertà – 2018' dalla Rete dei Comitati per i Beni Comuni 

«La povertà non è un fatto di natura, inevitabile, ma il risultato di processi sociali, economici, culturali e politici. L'obiettivo dell'Iniziativa è di mostrare che è possibile una società "senza povertà» mettendo «fuori legge le leggi e disposizioni amministrative, le istituzioni e le pratiche sociali e collettive che sono all'origine dei fattori generatori dei processi strutturali dell'impoverimento»Un’utopia? Forse, oggi. Parafrasando Danilo Dolci, non domandiamoci se è facile o difficile, ma se è necessario o no. «E quando una cosa è necessaria, magari occorreranno molta fatica e molto tempo, ma sarà realizzata».    

Ordine del Giorno:
A) CAMPAGNA 'BANNING THE POVERTY - Dichiariamo Illegale la Povertà 2018':
-            presentazione e approfondimento dei temi con riferimento ai concetti di povertà e ai meccanismi di impoverimento
-            individuazione delle azioni prioritarie (vedi documento in allegato) sulle quali focalizzarsi da proporre al gruppo promotore nazionale
-            disponibilità delle varie realtà ad aderire alla DIP e a ospitare una tappa della carovana-conferenza itinerante (e prima bozza del calendario della Carovana)
-            organizzazione dell’evento
B) LIP 'Rifiuti Zero': raccolta moduli con le firme certificate
Si invita tutti i comitati a portare i propri moduli.

Tutte le realtà/associazioni/gruppi/reti/cittadini/e interessate ad approfondire l’argomento dell’impoverimento e a conoscere la campagna 'Dichiariamo illegale la povertà' sono invitate a partecipare.

Si invita quanti prenderanno parte alla riunione a darne comunicazione per questioni organizzative a: retecomitati@benicomuni.org e a leggere (e condividere con il proprio gruppo) il documento in allegato (principi fondatori, obiettivi e campagne con le azioni prioritarie) e a visitare il sito www.banningpoverty.org.

L’incontro sarà trasmesso via streaming.


venerdì 21 giugno 2013

Dichiariamo illegale la povertà: la Rete dei Comitati il 29 giugno a Bari

I° Assemblea pugliese per la Campagna internazionale ‘Dichiariamo Illegale la Povertà – 2018’ convocata dalla Rete dei Comitati per i Beni Comuni per sabato 29 giugno, ore 16.00, presso la Casa dei Padri Comboniani di Bari in via Giulio Petroni, 101.

La povertà non è un fatto di natura, inevitabile, ma il risultato di processi sociali, economici, culturali e politici. L'obiettivo dell'Iniziativa è di mostrare che è possibile una società senza povertà, mettendo fuori legge le leggi e disposizioni amministrative, le istituzioni e le pratiche sociali e collettive che sono all'origine dei fattori generatori dei processi strutturali dell'impoverimento.    Un’utopia? Forse, oggi. Parafrasando Danilo Dolci, non domandiamoci se è facile o difficile, ma se è necessario o no. «E quando una cosa è necessaria, magari occorreranno molta fatica e molto tempo, ma sarà realizzata».             
                                                           
Ordine del Giorno:
A) CAMPAGNA ‘BANNING THE POVERTY - Dichiariamo Illegale la Povertà 2018’:
-            presentazione e approfondimento dei temi con riferimento ai concetti di povertà e ai meccanismi di impoverimento; individuazione delle azioni prioritarie (vedi documento in allegato) sulle quali focalizzarsi da proporre al gruppo promotore nazionale; disponibilità delle varie realtà ad aderire alla DIP e a ospitare una tappa della carovana-conferenza itinerante (e prima bozza del calendario della Carovana);  organizzazione dell’evento;

B) LIP ‘Rifiuti Zero’: raccolta moduli con le firme certificate

Si invita tutti i comitati a portare i propri moduli.

Tutte le realtà/associazioni/gruppi/reti/cittadini/e interessate ad approfondire l’argomento dell’impoverimento e a conoscere la campagna “Dichiariamo illegale la povertà” sono invitate a partecipare.

Si invita quanti prenderanno parte alla riunione a darne comunicazione, per questioni organizzative, a: retecomitati@benicomuni.org e a leggere (e condividere con il proprio gruppo) il documento in allegato (principi fondatori, obiettivi e campagne con le azioni prioritarie) e a visitare il sito: www.banningpoverty.org.

L’incontro sarà trasmesso via streaming.

mercoledì 22 maggio 2013

Nuovo Manifesto dell'Acqua e dei Beni Comuni: «no al furto della vita»

Professor Riccardo Petrella - Foto Archivio Vito Stano © 2013
Dopo i saluti istituzionali dei rappresentanti dei Dipartimenti coinvolti, Margherita Ciervo referente del Comitato Pugliese Acqua Bene Comune ha inquadrato la vicenda referendaria e ha gettato le basi all’intervento del professor Petrelladell’Università di Locarno, promotore ed estensore del Nuovo Manifesto dell’Acqua e dei Beni Comuni abbozzato dal professor Riccardo Petrella.

A dieci anni dalla presentazione del primo Manifesto dell’Acqua e dopo la lunga battaglia ancora in corso per il riconoscimento a livello politico e normativo della volontà popolare, Petrella con i dodici principi base pone le premesse per una nuova strategia di lotta avversa a quei  ladri di futuro enunciati nel Nuovo Manifesto.

Dunque i dodici principi ispiratori del Nuovo Manifesto ABC sono: il principio della vita, cioè il diritto all’esistenza; il principio dell’umanità ovvero il riconoscimento dell’umanità quale soggetto giuridico e politico portatore di diritti e doveri; il principio dell’abitare, la Terra che è la casa degli esseri umani; il principio dei beni comuni, che pensa all’uomo come curatore dei beni comuni e non come predatore; il principio dell’integrità della vita, ovvero il riconoscimento paritario delle altre specie viventi; il principio del diritto all’acqua, riconosce a l’umanità tutta l’accesso all’acqua potabile; il principio dell’acqua ‘res pubblica’, che prevede che l’acqua non è una merce nè un bene di consumo; il principio di responsabilità pubblica, prevede un governo mondiale dell’acqua; il principio di pubblicità del governo dei beni comuni, cioè la negazione della gestione dell’acqua a organismi privati; il principio del finanziamento pubblico dei costi dei diritti umani, ovvero la garanzia dell’accesso all’acqua a prescindere dalla situazione economica di ognuno, l’acqua non ha prezzo poiché è vita; il principio della democrazia, questo prevede la partecipazione dei cittadini di tutti i Paesi ai vari livelli decisionali e di controllo sulla corretta gestione dell’acqua; e in ultimo il principio della pace, poiché per l’acqua si stanno già programmando ‘le guerre dell’acqua’ è necessario cambiare modo d’intendere il bene vitale per eccellenza.

Gli obiettivi generali che il Nuovo Manifesto enuncia sono sei: mobilitare l’opinione pubblica contro il furto della vita e del futuro, rappresentato dalla mercificazione dell’acqua, dalla finanziarizzazione/monetizzazione e dalla privatizzazione dei beni comuni; il secondo obiettivo è mettere fuori legge i fattori strutturali che sono all’origine dei processi d’impoverimento del mondo; il terzo obiettivo è quello di promuovere un’architettura politico-istituzionale e sociale mondiale fondata sui beni comuni al servizio di tutta l’umanità; il quarto obiettivo è quello di dare vita a tutti i livelli a forme di programmazione adatte al governo dei nessi tra acqua, agricoltura, alimentazione, salute, energia e casa; il quinto obiettivo è quello di mettere la città al centro del vivere insieme sociale; il sesto e ultimo obiettivo del Nuovo Manifesto è quello di creare le condizioni per un vero governo mondiale dell’acqua.  


Tra principi ispiratori e obiettivi generali, il Nuovo Manifesto dell’Acqua e dei Beni Comuni traccia un percorso di lotta civile che ricalca la strada già fatta fino ad oggi dai movimenti e pone le basi per una diffusione capillare di un nuovo approccio culturale e politico. 

22.05.2013
Vito Stano

lunedì 20 maggio 2013

Nuovo manifesto dei beni comuni: Riccardo Petrella lo presenta a Bari


La stagione dei diritti non si esaurisce mai. Il diritto all'acqua in molte aree del mondo viene negato o perlomeno non garantito a tutti. Nei Paesi occidentali da vent'anni a questa parte numerosi e di diversa natura sono stati i tentativi, si può ben dire falliti, di privatizzare la risorsa idrica (e non solo) e la sua gestione: il caso emblematico di Parigi mette in evidenza quanto sia stato dannoso per le tasche dei cittadini la scelta di privatizzare, adducendo ragioni di efficacia ed efficienza, a discapito del diritto di accendere al bene. Anche in Italia i casi di fallimento non sono mancati, anzi. Il caso della città di Latina, nel Lazio, è paragonabile a quello parigino, con  la differenza che Oltralpe hanno fatto ammenda, i politici s'intende, e sono ritornati ad una gestione pubblica dell'acqua. Nel Belpaese, invece, l'esito referendario schiacciante a favore della ripubblicizzazione dei beni comuni e della loro gestione è stato praticamente ignorato, con buona pace di Costituzione e volontà popolare. In questo lungo periodo di attesa non sono mancati gli appelli, ma nessun orecchio istituzionale, all'infuori di qualche mosca bianca (emblematico il caso della città di Napoli) ha ascoltato l'urlo della gente e del diritto. 

Per rilanciare la lotta a favore della ripubblicizzazione dei beni comuni domani, martedì 21, dalle 17,00 alle 20,00 presso l'Aula Magna della Facoltà di Economia (via Camillo Rosalba n. 53) il comitato Pugliese Acqua Bene Comune, con la Scuola di Dottorato in Storia, Scienza, Popolazione e Territorio dell'Università di Bari (Indirizzo di Geografia Economica), l'AIIG - Puglia, il CICMA, La rete dei Comitati per Beni Comuni e i Missionari Comboniani ospitano la presentazione ufficiale 'Nuovo Manifesto dell’Acqua e degli altri Beni Comuni' alla presenza dell'autore, il professor Riccardo Petrella.

Per la prima volta in Italia, a 10 anni dal primo Manifesto dell'Acqua, il professor Petrella presenta il Nuovo Manifesto, rielaborato a partire dall'esperienza della grande mobilitazione dei cittadini per l'Acqua Pubblica - dalla Legge di Iniziativa Popolare al Referendum del 12 e 13 Giugno 2011 fino ad oggi. Lo affiancheranno gli interventi di padre Ottaviano Raimondo, missionario Comboniano e fondatore della EMI; Federico Cuscito, Comitato Pugliese Acqua Bene Comune

Partendo dall’analisi sistemica della violazione del diritto umano all’acqua e dello sfruttamento degli altri beni comuni (a danno della collettività e dell’ambiente), la conferenza riapre e rilancia il dibattito sulla mobilitazione futura.

20.05.2013
Vito Stano

venerdì 22 marzo 2013

Teatri e tribunali: i luoghi della battaglia per la democrazia dell'acqua


In occasione della Giornata Mondiale per l’Acqua il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” organizza: un presidio davanti al Palazzo del Tribunale di Ginosa (Taranto), dove si svolgerà la seconda udienza relativa alla domanda di eliminazione della remunerazione del capitale investito proposta da uno dei cittadini che hanno aderito alla Campagna di “Obbedienza CivileIl mio voto va rispettato”, mettendo in mora l’Acquedotto pugliese S.p.A. per il mancato rispetto dell’esito referendario. Il primo appuntamento dello spettacolo satirico-civile “Colino (e la democrazia), fa Acqua da tutte le parti” di e con Giulio Bufo, che si svolgerà per gli studenti del Liceo Linguistico e Tecnico Economico “Marco Polo” di Bari.

Inoltre, nel mese di aprile, l’attore-politico Giulio Bufo insieme al Comitato puglieseAcqua Bene Comune” saranno nelle scuole, nelle parrocchie, nelle sedi associative, per incontrare la cittadinanza e affrontare attraverso il linguaggio dell’arte i nodi cruciali della battaglia per l’affermazione del diritto umano all’acqua potabile e la democrazia nel mondo, in Italia e in Puglia. Al termine di ogni spettacolo seguirà un dibattito. 

Lo spettacolo satirico-civile “Colino (e la democrazia), fa Acqua da tutte le parti” sarà rappresentato secondo il seguente calendario:

venerdì 22 marzo
Bari
domenica 7 aprile
Terlizzi (Bari)
Venerdì 12 aprile
Altamura (Bari)
lunedì 22 aprile
Bari
martedì 23 aprile
Torre Santa Susanna (Brindisi)
domenica 28 aprile
Modugno (Bari)

Luoghi e orari disponibili su: www.lacquanonsivende.blogspot.com; www.benicomuni.org

Per ulteriori informazioni: 333-2243293  segreteriareferendumacqua@gmail.com

giovedì 14 marzo 2013

Acqua Bene Comune: chiede informazioni su acqua potabile Taranto


Dal Comitato pugliese Acqua Bene Comune riceviamo una lettera aperta che pubblichiamo integralmente, relativa alla eventuale non potabilità dell'acqua pubblica della città di Taranto. Le lettera è indirizzata all'amministratore unico dell'Acquedotto pugliese SpA,  all'ingegnere Gioacchino Maselli, all’Autorità Idrica Pugliese, alla Regione Puglia, presidente Nichi Vendola, a tutti i Consiglieri Regionali, p. c. alla stampa.


Oggetto: richiesta informazioni sulla potabilità dell'acqua Taranto

Egregio Amministratore, Egregi Sindaci, Presidente, Consiglieri,

vi scriviamo poiché recentemente la televisione e la stampa hanno comunicato informazioni preoccupanti in merito alla potabilità dell'Acqua somministrata nella città di Taranto.

Qui di seguito trascriviamo quanto segnalato dalla emittente televisiva Studio 100 rintracciabile al link http://www.studio100.it/taranto/916-acqua-potabile-cancerogena-taranto-futura-si-domanda.

«Acqua potabile cancerogena? Taranto futura si domanda. Stando a quanto afferma l'avv. Nicola Russo, le analisi di prassi non sarebbero state effettuate, Russo ha detto che esiste una deroga della Regione datata 2010. Pertanto, il Comitato chiede alla ASL e all'Arpa di conoscere la qualità dell'acqua che beviamo in quanto negli ultimi campionamenti la presenza di sostante nocive (e cancerogene) avrebbe superato i limiti previsti dalle normative vigenti».

e la notizia pubblicata da Telerama rintracciabile al link http://www.trnews.it/ilva-si-no-cittadini-al-referendum-il-14-aprile/ che sul finale dell'articolo cita: «E sempre in tema di inquinamento, urgenti sono i controlli sull’acqua. Controlli che non avvengono da 3 anni. Dal 2010 quando fu accertata la presenza di 50 microgrammi, a fronte di 30 previsti per legge, di sostanze altamente inquinanti come bromo, fosforo e piombo. Tutti elementi nocivi per la salute in particolare dei bambini al di sotto dei 3 anni».

Sulla base delle informazioni sopracitate e considerato che il referente per Taranto e provincia del Comitato pugliese Acqua Bene Comune aveva già posto simili interrogativi con una comunicazione ufficiale inviata attraverso posta certificata a partire dallo scorso 2 marzo, al Direttore Generale e alla Direzione Generale dell'ARPA Puglia, al DAP (Dipartimento Arpa di Taranto), al Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Locale ASL di Taranto, al Direttore del Dipartimento di Prevenzione, al Direttore responsabile del SIAN (Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione), al Sindaco di Taranto, nonché all'Ufficio Relazioni con il Pubblico dell'ASL, ma che ad oggi non hanno ricevuto risposta.

Vi chiediamo di:
1. chiarire la vicenda in merito alle deroghe e di comunicare se attualmente vi siano deroghe sulla potabilità dell’acqua a Taranto e in Puglia.
2. fornire i dati sulla potabilità dell’acqua erogata a Taranto, indicando se negli ultimi tre anni siano stati effettuati controlli.
3. chiarire quale siano i risultati dei presunti «ultimi campionamenti la presenza di sostante nocive (e cancerogene) che avrebbero superato i limiti previsti dalle normative vigenti» come segnalato dalla stampa.

giovedì 7 marzo 2013

Dalle urne ai tribunali: Acquedotto pugliese Spa chiamata a rispondere


Nei prossimi giorni Acquedotto Pugliese S.p.A. sarà chiamato a rispondere davanti ai Giudici di Pace pugliesi della mancata attuazione del secondo quesito referendario. Verranno, infatti, trattate le cause incardinate davanti ai giudici di pace di Bari, Altamura e Ginosa con cui i legali del Comitato puglieseAcqua Bene Comune” – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua hanno chiesto di accertare il diritto dei cittadini alla restituzione di quanto indebitamente percepito da AQP S.p.A. a titolo di remunerazione del capitale investito e ottenere, così, la effettiva attuazione del secondo quesito referendario.

Il secondo quesito referendario chiedeva di abrogare la disposizione del d.lgs 152/06 (TU ambiente) che garantiva, in capo al gestore, un profitto del 7% a titolo di remunerazione del capitale investito.

Sebbene l'abrogazione del disposto normativo sia datata 21 luglio 2011 (giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del D.P.R. n.116, del 18.07.2011 che sanciva l'esito referendario), a tutt'oggi l’Acquedotto Pugliese S.p.A. continua a caricare tale voce sulla tariffa, eludendo, di fatto, la volontà popolare espressa con l'altissimo quorum raggiunto dai referendum sulla gestione dell’acqua e gli altri servizi pubblici locali.

Un comportamento inaccettabile che non è mutato nel tempo e nonostante la capillare mobilitazione messa in campo con la campagna di “Obbedienza Civile - il mio voto va rispettato”, attraverso le migliaia lettere di richiesta di applicazione dell’esito referendario (inviate anche all'Autorità Idrica Pugliese, ex ATO) con contestuale diffida nel continuare ad applicare tariffe fuori legge, nonché manifestazioni e mobilitazioni cittadine su vari livelli. Tutto questo ci ha costretti ad adire le vie legali.

Indipendentemente dall'esito delle singole azioni giudiziarie, tale iniziativa rappresenta il tentativo di riaffermare la legalità offesa dai provvedimenti del governo regionale (come nazionale) e delle autorità, in particolare dell'AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas), che, in spregio ai risultati del referendum e al voto espresso da oltre 27 milioni di italiani, continuano a ritenere ammissibile il profitto sull'acqua.

La ripubblicizzazione dei servizi idrici e la esclusione del profitto dalla gestione rappresentano due necessari baluardi di democrazia e rispetto della dignità umana soprattutto in un momento di crisi economica, come quello che stiamo vivendo in cui alcune forze politiche giungono a mettere in discussione anche i diritti basilari di cui è simbolo ed estremo confine quello all'acqua.

Per questo motivo tutti i cittadini sono invitati a contattare con il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune" (segreteriareferendumacqua@gmail.com) per le iniziative informative e di sensibilizzazione che si svolgeranno partire dal 22 marzo, Giornata Mondiale dell’Acqua, e in concomitanza alla discussione della causa civile presso il Tribunale Civile di Ginosa. 
Nel mese di marzo si terranno altre udienze presso il Tribunale di Bari e di Altamura.

lunedì 11 febbraio 2013

Acqua bene comune: appello ai candidati per il rispetto delle leggi


Dal Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” - Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua   riceviamo questa comunicazione alla quale diamo seguito pubblicandola. Il Comitato pugliese rivolgendosi ai segretari di partito e ai candidati chiede che vengano garantiti i diritti costituzionali e con questi la proposta di Legge di Iniziativa Popolare Principi per la tutelail governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico (consegnata al Presidente della Camera il 10/07/2007 e mai discussa in Parlamento).

Gentile Segretario, gentile candidati,
i governi italiani degli ultimi anni (così come il Governo pugliese) non hanno garantito il diritto umano all’acqua potabile sancito dalla Risoluzione dell’ONU del 28/07/2010 e hanno ripetutamente violato i principi, le norme e gli strumenti alla base dell’esercizio della democrazia, nella misura in cui:
- è stata ignorata la proposta di Legge di Iniziativa Popolare Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico (consegnata al Presidente della Camera il 10/07/2007 e mai discussa in Parlamento);
- è stato ignorato, aggirato e violato l’esito referendario del giugno 2011 sull’acqua e sugli altri servizi pubblici locali che prevedeva, fra le altre cose, l’abolizione della remunerazione del capitale dalla tariffa.
Pertanto, in vista delle eminenti elezioni politiche del prossimo 24 e 25 febbraio,

CHIEDIAMO  di:
1.  Dichiarare il proprio impegno politico in sede parlamentare e di governo a    sostegno del diritto umano all’acqua riconosciuto a ogni essere umano, senza discriminazioni di genere, opinioni politiche e religiose, provenienza geografica, sesso e orientamento sessuale.
2.  Ridepositare, discutere e approvare in Parlamento la Legge di Iniziativa Popolare sull’Acqua (che ha raccolto il maggior numero di firme dalla nascita della Repubblica), applicando immediatamente per legge il principio del minimo vitale garantito (50 litri al giorno a persona).
3.   Applicare i principi ispiratori degli esiti referendari, iniziando dall’abrogazione immediata del decreto 70 del 2011 e della collegata delibera AEEG 585-12 del 28 dicembre 2012 che reintroducono nelle tariffe l’equivalente (e oltre) della remunerazione del capitale sotto mentite spoglie.
4.    Presentare e approvare un disegno di legge che, a garanzia del diritto umano all’acqua, sancisca il divieto di distacco totale della fornitura idrica per il consumo umano delle utenze domestiche.
5.  Decretare per legge l’obbligo per tutte le amministrazioni pubbliche e gli esercenti di utilizzare e somministrare solo acqua di acquedotto.

Restiamo in attesa di una Sua risposta entro venerdì 15 febbraio comunicandole che renderemo pubblici i pareri espressi (così come le risposte non pervenute) attraverso comunicati stampa e permanentemente sui nostri siti www.lacquanonsivende.blogspot.com; www.acquabenecomune.orgwww.benicomuni.org, sulla pagina facebook L’acqua non si vende, nonché su tutti siti e i blog delle organizzazioni aderenti al Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” - Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

In attesa di un cortese riscontro, si porgono cordiali saluti.

Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.
(fonte Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” - Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua)

martedì 15 gennaio 2013

L'economista Riccardo Petrella stasera a Bari per parlare di beni comuni

Riccardo Petrella - Foto google.com

Il dibattito attorno ai beni comuni e alla necessità di eliminare il concetto di profitto dalla gestione di questi ultimi nei mesi passati ha rischiato di affievolirsi e finire nel dimenticatoio. In direzione ostinata e contraria invece hanno lavorato e lavorano molti volontari, tra cui si annoverano nomi di rilievo internazionale, come Riccardo Petrella, il quale ha già avuto modo di spiegare le ragioni della battaglia per far affermare l'idea della gestione comunitaria e solidale dei beni essenziali, come l'acqua. 

Oggi alle 19,00 a Bari in via Giulio Petroni n.101 si terrà un interessante seminario sul tema dei beni comuni

Intervverrà appunto l'economista politico Riccardo Petrella dell'Università del Bene Comune e fondatore del Comitato Mondiale dell’Acqua, autore del Manifesto dell’Acqua,  consigliere della Commissione Europea a Bruxelles e professore di mondializzazione presso l’Università Cattolica di Lovanio in Belgio e presso la Libera Università di Bruxelles (sessione olandese). È stato nominato presidente dell’Acquedotto pugliese.

Petrella è inoltre presidente del Gruppo di Lisbona e collaboratore del mensile Le Monde Diplomatique ed è stato per cinque anni presidente dell’Associatión des Amis de Le Monde Diplomatique.

Petrella è un militante e un operaio della parola e propone soluzioni alternative alla mondializzazione dell’economia capitalistica. 

15.01.2013
V.S.

giovedì 10 gennaio 2013

Guerre per il controllo dell'acqua. L'esperienza palestinese ad Altamura


La questione dell'acqua ogni tanto ritorna alla ribalta delle cronache, ma quasi mai approda nelle tanto decantate agende politiche. Dopo il referendum, che ha decretato la netta volontà degli italiani di volere una gestione pubblica dell'acqua lontana da ogni concetto di profitto, i comitati, le associazioni, i partiti e i singoli impegnati in questa battaglia di civiltà hanno continuato a combattere per vedere trasformata in legge dello Stato la volontà dei cittadini. Ma ad oggi nulla è accaduto, anzi se e dove è stato possibile è stata rimarcata la preminenze dei privati (o di enti pubblici che gestiscono in modo privatistico). Ma se il problema italiano, seppur grave, è una lotta di civiltà e di diritti, altrove acqua significa potere e quale caso è più eloquente di quello palestinese?

In effetti è importante capire cosa accade quando qualcuno si impadronisce del bene vitale per eccellenza come è accaduto nei territori palestinesi; questa situazione è utile come chiave di lettura di quello che potrebbe accadere a livello mondiale. Nella giornata di ieri se n'è parlato a Bari e oggi nel pomeriggio se n'è parlerà ad Altamura presso la sala convegni ABMC in piazza Zanardelli (sotto i portici) alle ore 18,30. Interverranno Rosario Lembo (Contratto Mondiale sull'Acqua) e Michele Loporcaro (Comitato AcquaBeneComune Altamura). Coordinerà Antonio Elia (ilGrillaio Altamura).

L'incontro sarà utile per comprendere cosa accade quando l'acqua ha un padrone. La carovana dell’acqua dopo l'esperienza in Palestina potrà raccontare cosa accade quando un paese o un popolo pretende di impadronirsi dell'acqua e, ancora, cosa accade quando si devia un corso d'acqua a vantaggio di un paese lasciandone a secco un altro.

L'analisi di quanto accade in Palestina offre buoni spunti di riflessione: decine di migliaia di palestinesi sono privi di accesso all’acqua perché i loro vicini hanno deciso che l'acqua appartiene a loro. Israele priva migliaia di palestinesi dell’accesso all’acqua. L’impegno della carovana, promossa dal Contratto Mondiale sull’Acqua è quello di attivare relazioni di solidarietà e cooperazione tra le comunità locali ed i movimenti dell’acqua in Italia e in Europa in contrasto ai processi di privatizzazione.

10.01.2012
Vito Stano