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mercoledì 8 gennaio 2014

Mafia. Al teatro comunale di Bitonto va in scena la storia di don Pino Puglisi

A otto giorni dall'inizio dell'anno nuovo mi accingo a pubblicare il primo articolo o post che dir si voglia. Dopo l'exploit di visualizzazioni di novembre e, ancor più, di dicembre mi era balenata l'idea di interrompere le "trasmissioni". Ma fintanto che sono qui (e che osservo le cose del quotidiano) scriverò. Racconterò con immagini ferme o in movimento la realtà che mi circonda. Cercherò di segnalare le attività culturali e artistiche più interessanti che il territorio offrirà. Non disdegnerò di raccontare belle storie, troppo volte ahimè relegate alle ultime battute della narrazione. Ma soprattutto il 2014 sarà per me (questo è l'augurio che mi faccio) l'anno delle inchieste, dei reportage e magari di qualche altro nuovo modo di rappresentare la realtà. 
  
Per oggi, 8 gennaio 2014, segnalo uno spettacolo teatrale in programma al teatro comunale Traetta di Bitonto. L'autore dello spettacolo è Christian Di Domenico, attore e pedagogo abilitato allo sviluppo e all’insegnamento della metodologia teatrale acquisita dal Maestro russo Jurij Alschitz dalla European Association For Theatre Culture, oltre che direttore didattico dell’Accademia Teatrale ITACA (International Theatre Academy for Adriatic, www.itaca-academy.org) con sede in Puglia. Di Domenico ha realizzato U Parrinu, inteso come progetto di diffusione della legalità attraverso il teatro. 

L’obiettivo dell'opera, scritta, diretta e interpretata da Christian Di Domenico, è quello di raccontare questa storia a quante più persone possibili. Raggiungere soprattutto i ragazzi, nelle scuole, negli oratori, nelle associazioni che operano nel sociale. Il sogno di Di Domenico è far si che il costo del biglietto non ricada sui più giovani. Ma perché Christian Di Domenico ha voluto portare sulle scene questo storia? A questa domanda risponde l'autore sullo spazio facebook dedicato all'evento.  

«Ho conosciuto don Puglisi  scrive Di Domenico – quando ero piccolo; veniva a trascorrere alcuni giorni di vacanza con la mia famiglia. Era strano avere un prete in casa; si dicevano le preghiere a tavola e certe cose, in sua presenza, era difficile anche solo pensarle. I suoi occhi brillavano di una luce speciale che non so spiegare. Il 15 settembre 1993, giorno del suo 56esimo compleanno, un colpo di pistola alla nuca ha spento quella luce e ha segnato un pezzo di storia della Chiesa e della società civile in Italia. Fu eliminato perché, togliendo i bambini alla strada, li sottraeva al reclutamento della mafia. Ma se don Pino fu giudicato dai boss di Cosa Nostra un fastidioso intralcio di cui liberarsi alla svelta, il suo assassinio fu soltanto il mostruoso epilogo di una lunga catena d’incomprensioni, inadempienze e silenzi da parte di tutti. Il 25 maggio di quest’anno (l’anno della Fede, per la Chiesa) si è celebrata la Beatificazione di padre Puglisi, mentre il 15 settembre 2013 si commemoreranno i 20 anni dalla sua morte. Porto sempre con me l’immagine di padre Puglisi, è nelle mie preghiere. Oggi  conclude Di Domenico  sento il bisogno di raccontare la sua storia, intrecciandola con episodi salienti della mia biografia, in cui don Pino è presente anche quando è lontano, perché credo che possa aiutare le nuove generazioni a recepire quei valori di cui ogni sua azione compiuta era portatrice: fede, coraggio e, soprattutto, capacità di perdonare».

Dunque per chi avrà voglia di vivere emozioni forti e, per chi non conoscesse la storia di don Puglisi, l'appuntamento è per sabato 11 gennaio presso il teatro comunale Traetta di Bitonto. Il costo del biglietto è di 10,00 euro. 

08.01.2013
Vito Stano

martedì 3 dicembre 2013

Bari. Beni confiscati: assegnato immobile all'Arma. 18 dicembre Forum regionale

Nella foto il vice ministro Filippo Bubbico
Qualche giorno fa nel quartiere di Santo Spirito di Bari, in vico Traversa, si è svolta una sobria cerimonia nel corso della quale è stato consegnato il nuovo immobile che ospiterà la nuova sede del Comando Stazione Carabinieri di Bari-Santo Spirito. Numerose le autorità presenti, tra cui il viceministro dell’Interno senatore Filippo Bubbico, il prefetto di Bari Mario Tafaro, il presidente della Provincia di Bari Francesco Schittulli, il sindaco di Bari Michele Emiliano, il comandante della Legione Carabinieri Puglia generale Claudio Vincelli e il comandante Provinciale di Bari colonnello Rosario Castello. Nel corso della cerimonia, che ha visto impegnato anche un picchetto d’onore e una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carabinieri, il Viceministro dell’Interno e il Prefetto di Bari hanno consegnato simbolicamente le chiavi della caserma al comandante della Stazione luogotenente Giuseppe Remini. La cerimonia si è conclusa con il canonico taglio del nastro e una visita ai locali, che a breve ospiteranno il presidio dell’Arma.

Un nuovo stabile significa funzionalità ed efficienza a diretto beneficio dei cittadini, infatti la Stazione di Bari Santo Spirito ha una forza di 11 militari e opera su un territorio molto vasto che comprende i quartieri di Santo Spirito, Palese, San Pio e Catino, per una popolazione totale di circa 35mila abitanti, che cresce in modo esponenziale durante il periodo estivo. All’interno dell’immobile anche diversi alloggi di servizio per le famiglie dei militari e camerate per i celibi, ciò garantirà una sostanziale presenza di personale anche fuori dai normali orari di servizio. Uno sforzo congiunto delle varie amministrazioni dello Stato (Interno, Provincia e Comune) ha consentito di realizzare questa importante infrastruttura destinata all’Arma dei Carabinieri, superando le enormi difficoltà di bilancio determinate dalla contingente situazione economia del paese.

A questo episodio si aggiunge un appuntamento importante: Libera Puglia e la Regione Puglia hanno organizzato per il 18 dicembre a Bari il primo Forum regionale dei Beni Confiscati, rientrante all'interno del progetto Libera il Bene e in preparazione del forum organizzato da Libera nazionale. Si tratta di una giornata di incontri, discussione e formazione che nasce con l'intento precipuo di mettere a confronto i soggetti gestori dei beni confiscati in Puglia, il mondo istituzionale e quello dell'associazionismo, oltre agli operatori di settore, i ragazzi dei campi antimafia e dei laboratori della legalità democratica e i frequentanti delle summer school di Libera. 

Le attività, che si concentreranno dalle 9 alle 18, e si terranno presso il laboratorio urbano ‘Officina degli Esordi’ di Bari, si articoleranno in due momenti. Al mattino, dalle 9 alle 13, in cui si terrà una tavola rotonda dal titolo ‘Succede in Puglia. Le buone pratiche di riutilizzo sociale dei beni confiscati’ con rappresentanti delle cooperative e soggetti istituzionali. Al pomeriggio, dalle 15 alle 18, ci si riunirà in tre gruppi che lavoreranno sulle tematiche trattate dalle campagne di Libera. Argomenti dei gruppi: ‘Libera il welfare’ e ‘Impresa bene comune’.

Obiettivo del Forum, è riunire tutte le parti interessate e proporre un confronto attivo tra soggetti coinvolti a diversi livelli (regionale, nazionale) nella gestione dei beni confiscati per far emergere le criticità normative e, nel contempo, per sottolineare, attraverso le esperienze sul campo, quelle che sono le esperienze positive, presentandole, in tempo di crisi, come una possibile soluzione alla crisi stessa. Per partecipare all'evento e richiedere i moduli di iscrizione, potete contattare il Coordinamento regionale Libera Puglia agli indirizzi e-mail: 
beniconfiscati.puglia@libera.it e stampa.liberapuglia@gmail.com.

giovedì 31 ottobre 2013

Bari. Mafia: minacce al giudice Milto De Nozza. La solidarietà di Libera Puglia

Foto google.com
Le minacce rivolte al magistrato della Procura di Brindisi, Milto De Nozza, sono l'ennesimo, vile, tentativo di colpire, anonimamente, chi ha messo la propria attività a servizio della collettività. La sola e più grande risposta a queste minacce è agire il cambiamento nel quotidiano. In Puglia, a Foggia e a Bari, molte associazioni, raccogliendo gli appelli dei coordinamenti di Libera, hanno reagito alla violenza allestendo calendari di iniziative che, a partire dalla cultura,  provino a lanciare messaggi che simbolicamente invitano alla coesione, a rompere l’isolamento di chi si batte quotidianamente contro la criminalità organizzata. A chiedere ai cittadini di essere responsabili e protagonisti. Lanciamo lo stesso appello alle associazioni brindisine.


Da sempre, l'illegalità si alimenta delle debolezze e dello sfilacciamento della parte sana delle comunità, traendone vantaggio e forza. E allora è indispensabile che, nella condanna della violenza e nella vicinanza a chi lotta per il bene comune, voci e azioni si fondano per dare finalmente corpo a una reazione collettiva.

Intanto a Bari si è concluso domenica scorsa 27 ottobre, con grande successo di pubblico, il festival 'I luoghi della legalità', evento organizzato da Libera Puglia e dal Momart, con l'Arci Puglia, la Regione Puglia e il Comune di Bari-Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata. 

mercoledì 25 settembre 2013

Omicidio Marchitelli: 2 ottobre la commemorazione a dieci anni dalla morte

Il 2 ottobre è in programma la commemorazione di Gaetano Marchitelli in occasione del decennale del suo omicidio, avvenuto nel 2003 a Carbonara. 

Per l'occasione, insieme con l'Agenzia per la lotta non repressiva del Comune di Bari e in collaborazione con il Granteatrino ‘Casa di Pulcinella’, Libera Puglia ha organizzato un'intera giornata di discussione e di riflessione, per capire cos'è cambiato da allora e quali ripercussioni i processi penali di mafia hanno sui vissuti dei familiari di quanti, innocenti, cadono per mano della criminalità organizzata. Sarà un'altra occasione di fondamentale importanza per stringersi intorno a chi vive il dolore della violenza. 

La memoria si pratica, non ci si limita a dichiararla, ma si pratica nel quotidiano a partire dalla vicinanza nel concreto a chi resta affranto dal dolore. La partecipazione, dunque, è la risposta che deve giungere da ogni presidio territoriale non soltanto dagli aderenti alla rete di Libera, ma da tutti coloro che credono nel valori democratici, nella giustizia e si battono quotidianamente per ottenere una verità.

25.09.2013
V.S; 

BitonTolegality: inizia oggi una tre giorni per discutere di legalità a Bitonto

L'associazione Sinergia, in collaborazione con Libera Puglia e Flare, in partnership con il Comune di Bitonto, Sinergia Cooperativa, Più Valore, Asa, Axia, e la rivista Diritto Minorile, organizza una tre giorni di convegni (25, 26, 27 settembre), workshop e laboratori, ed un Welfare Camp, per confrontarsi, discutere e proporre strategie e azioni di contrasto alla criminalità e alla devianza, di attivazione e partecipazione. 

Si parte oggi, 25 settembre, alla sala degli Specchi presso Palazzo di Città in corso Vittorio Emanuele II n. 41 a Bitonto, con il convegno di apertura 'La cultura della legalità e il contrasto alla criminalità ed alla devianza',  realizzato in collaborazione con Consulta del Volontariato Comune di Bitonto, a cui interverranno, oltre agli organizzatori Arcangelo Adriani (Associazione Sinergia), Alessandro Cobianchi (LiberaPuglia) e Roberto Ceschina (Flare Network), Guglielmo Minervini assessore alle Politiche giovanili, Trasparenza e Legalità Regione Puglia, Michele Abbaticchio sindaco di Bitonto, don Francesco Savino presidente dell'Opera Santi Medici Onlus, Rosy Paparella  garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Puglia, Nisio Palmieri dell'Osservatorio per la legalità e la sicurezza, Stefano Fumarulo dell'Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata del Comune di Bari,  Rosalba Cassano della Consulta del Volontariato del Comune di Bitonto, Gianna Sammati del Comitato per la legalità di Bitonto,  Giuseppe Paciullo dirigente I.T.I.S. 'A. Volta' Bitonto – Scuola Polo per la Legalità,  Cosmo Damiano Stufano vicepresidente di Avviso Pubblico Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, Davide Carlucci sindaco di Acquaviva delle Fonti e giornalista.  

Il moderatore sarà Valentino Losito,  giornalista del quotidiano 'la Gazzetta del Mezzogiorno'. Per il calendario completo è possibile visitare la pagina fb creata per l'occasione.

sabato 20 luglio 2013

Luglio tra calure estive e tragici anniversari. Le infinite storie di mafia

Il 12 luglio di dodici anni fa veniva ucciso per errore Michele Fazio. Quest'anno, come ogni anno, numerose associazioni legate e non alla rete di Libera e tanti singoli cittadini, alla presenza delle istituzioni cittadine hanno ricordato l'avvenimento. 

Ma luglio è anche il mese in cui viene ricordato il sacrificio del giudice Paolo Borsellino e degli uomini e le donne della sua scorta, ucciso dal deflagrare del tritolo in via D'Amelio a Palermo il 19 luglio del 1992. Oggi a 21 anni da quell'avvenimento le ombre anziché disperdersi si sono allungate. A questo proposito copio dal sito del professor Nicola Tranfaglia, storico delle mafie, lo scritto che riporto di seguito assieme all'indirizzo web.   
V.S.


di Nicola Tranfaglia

L’estate di questo strano 2013 ha portato la prima sentenza sul 1992, anno che tutti ricordiamo per le stragi di Capaci e di via d’Amelio e che sarà seguita nell’autunno con ogni probabilità dal processo centrale sulle trattative tra mafia e Stato che vede alla sbarra (o comunque imputati) accanto ai capi mafia detenuti (tra i quali Riina, Brusca e Bagarella), due politici importanti come l’ex presidente del Senato Nicola Mancino, l’ex ministro per il Mezzogiorno Calogero Mancino e gli ufficiali del Ros Carabinieri  Mori e Obinu  assolti ieri perché il fatto non sussiste. Ossia perché la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano nel giugno 2006 a Mezzojuso  è avvenuta senza che ci fosse da parte loro un dolo, cioè la commissione di un reato di favoreggiamento nei confronti del capomafia latitante. 

Non è la prima sentenza del genere nei confronti di Mori che venne assolto all’indomani della cattura di Salvatore Riina quando fu imputato di analogo reato per la mancata perquisizione del covo del boss, ordinato dalla procura palermitana  subito dopo l’arresto avvenuto a Palermo il 15 gennaio 1993. Anche qui i giudici si trovavano di fronte a un fatto sicuramente avvenuto e imputato proprio al Ros dei Carabinieri (in particolare a Mori e a De Caprio, il mitico comandante Ultimo) competenti per l’azione da compiere e decisero di assolvere gli imputati. La sentenza di Palermo dichiara con ciò inattendibili la testimonianza del colonnello Riccio dei Carabinieri di Palermo e del pentito Massimo Ilardo assassinato a sua volta nel 1996 dai mafiosi siciliani e non spiega chi siano i colpevoli di quella mancata cattura come della mancata perquisizione di tre anni prima. Insomma aumentano  le tenebre che sicuramente alcuni uomini e alcuni pezzi dello Stato e della politica hanno interesse a mantenere sulle trattative del '92-93. Perché è difficile, per non dire impossibile, che quelle trattative non ci siano state.   

Ricordo io stesso di aver scritto più di un editoriale nella seconda metà degli anni novanta  sull’Unità  diretto allora  da Concita de Gregorio che dicevano apertamente come le trattative ci fossero state e lo dimostrava la revoca di oltre trecento misure di 41 bis da parte del ministero in carica allora. Ma a mano a mano che gli anni sono passati e le associazioni mafiose  piuttosto che afflosciarsi e diventare più deboli, sono diventate invece più forti e prospere, con il ritorno della destra al potere e poi del governo tecnico  quelle trattative sono diventate sempre più difficili da accettare da parte delle nostre classi dirigenti. Così oggi mentre il nostro parlamento sembra avere qualche difficoltà a istituire una nuova commissione di inchiesta sulle mafie, come pure chiedono tutte le associazioni culturali che si occupano di questi problemi (a cominciare dall’associazione 'Pio La Torre' che ha scritto in questi giorni ai presidenti delle Camere per sollecitare l’iniziativa), incominciano a diffondersi anche nelle aule giudiziarie i dubbi sul recente passato e su quelle trattative proprio mentre tutto quello che succede oggi in Italia e nel mondo dovrebbe condurci a guardare con grande attenzione alle pagine oscure ma significative del rapporto tra mafia e politica. 

Ma la giornata di oggi diciannove luglio 2013 è dedicata alla memoria di Paolo Borsellino e dei cinque agenti di scorta che morirono con lui in quell’assolato pomeriggio palermitano di fronte alla casa di sua madre in via D’Amelio per una bomba di centinaia di chili di tritolo di cui fu imbottita l’auto centoventisei Fiat posta di fronte all’abitazione cui il giudice siciliano era diretto. Le interviste che tre giornali (Il Corriere della Sera, l’Unità e Il fatto quotidiano hanno fatto rispettivamente al procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi, all’ex senatore Giuseppe Lumia e al procuratore di Palermo Sergio Lari) non hanno aggiunto notizie importanti  al complesso dei fatti che sono oggetto del processo in corso sulla trattativa tra mafia e Stato né alla spiegazione delle ragioni che hanno condotto ieri i giudici di Palermo ad assolvere gli ufficiali dei carabinieri Mori e Obinu.   

L’unico grande quotidiano che ha dimenticato del tutto  l’avvenimento è mi dispiace doverlo ricordare  la Repubblica di Ezio Mauro, occupata a tempo pieno a celebrare il governo delle «larghe intese» Pd-Pdl di Enrico Letta, sostenuto a corpo morto dal presidente della repubblica, Giorgio Napolitano. La verità dei fatti, per chi si è dedicato con i suoi studi al fenomeno mafioso, è che ancora grandi ombre pesano sui rapporti tra mafia e politica nella storia d’Italia. Non nel senso che quei rapporti non ci siano stati, o che non abbiano riguardato problemi importanti del nostro passato come, con ogni probabilità, del nostro presente ma piuttosto  nel senso che non siano stati così importanti e decisivi da condurre a modificare comportamenti rilevanti degli organi istituzionali, politici o giurisdizionali, e favorire la battaglia delle associazioni mafiose da sempre attive nella conquista di un potere sempre maggiore nella nostra società. 

C’è una difficoltà  da superare che  giudici come Falcone e Borsellino siano stati eliminati perché percepiti come ostacoli in  una guerra senza quartiere contro Cosa Nostra, che altri giudici (come Livatino,  Scopelliti, Saitta o Terranova e Bruno Caccia a Torino) o ancora politici (penso a Pier Santi Mattarelli) siano stati uccisi per le stesse ragioni e che, a distanza di venti o più anni dai fatti sicari o mandanti di quegli omicidi, siano ancora a tutti gli effetti impuniti. E ancora per chi scrive è difficile ammettere, come scrive l’illustre prof. Fiandaca, che trattare con Cosa Nostra sia dal punto di vista del diritto penale indifferente o addirittura lecito. Non è espressione di una visione «politi cistica» o, come scrive Fiandaca «sostanzialistica», sostenere che una trattativa mafia-stato sia un aspetto indubbio del rapporto tra lo stato di diritto che regge la nostra costituzione democratica  e le associazioni mafiose e che esprime la malattia di fondo che affligge la nostra repubblica.  

Sono ancora convinto, come scrivono magistrati del passato come Falcone e del presente come Caselli, che trattare con la mafia significa accantonare la lotta contro di essa, cercare una composizione con le sue pratiche, la coabitazione con i suoi metodi, in altre parole accettarne le regole di fondo. 

giovedì 18 luglio 2013

Legge anticorruzione: con 273mila firme alla Camera. Ora tocca al Senato

Il primo grande passo è stato fatto: grazie a te e agli altri 273.000 firmatari di Riparte il futuro la Camera ha approvato ieri pomeriggio all'unanimità la modifica dell’articolo 416 ter del Codice penale sul voto di scambio politico-mafioso, una riforma importante che doterebbe l’Italia di una norma moderna più incisiva e in linea con gli standard europei.

Raramente succede che un'iniziativa proveniente dalla società civile venga presa in considerazione in tempi così rapidi dalla politica. Ed è ancora più raro che la Camera si esprima così chiaramente per estendere l’applicabilità di una legge. Si tratta di un risultato straordinario che abbiamo ottenuto grazie al tuo appoggio e a quello di migliaia di cittadini che come te vogliono fare la differenza contro la corruzione.

Non è finita, però: il nuovo testo dovrà passare al vaglio del Senato. È urgente che questo passaggio avvenga in tempi rapidi, il prima possibile, sicuramente prima della fine dell’estate. Non prossimo rischiare infatti che nell’attuale clima di instabilità politica tutti gli sforzi fatti fin ora si vanifichino ad un passo dalla vittoria. 

Dobbiamo portare la legge in Senato e il ruolo del Presidente è molto importante per questo passaggio. Firma ora l'appello al Presidente del Senato Pietro Grasso per chiedere di calendarizzare subito la legge.


Insieme, possiamo riuscire a far ripartire il futuro del Paese. Senza corruzione.

(fonte Riparte il futuro)

venerdì 26 aprile 2013

Destinare il 5x1000 per sostenere il volontariato: requisiti e scadenze


Anche per il 2013 i contribuenti possono destinare una quota pari al 5 per mille dell’Irpef a finalità di interesse sociale (Dl n. 95/2012 - pdf, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135). Le categorie di enti che posso accedere al beneficio, le modalità di iscrizione e i criteri di ammissione al riparto per le diverse tipologie di soggetti sono le stesse di quelle stabilite per il 2010 (Dpcm del 23/4/2010 - pdf). Inoltre, i contribuenti possono destinare una quota pari al 5 per mille dell’Irpef al finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici (Dl n. 98/2011, convertito, con modificazioni dalla legge n. 111 del 15/7/2011). Possono partecipare (articolo 2, comma 2, del Dl 16/2012 - pdf) - circolare n.6/E del 21 marzo 2013 - pdf) al riparto delle quote del cinque per mille gli enti ritardatari che presentino le domande di iscrizione e provvedano alle successive integrazioni documentali entro il 30 settembre 2013, versando contestualmente una sanzione di importo pari a 258,00 euro utilizzando il modello F24 con il codice tributo 8115 (risoluzione n. 46 del 11/5/12 - pdf). I requisiti sostanziali richiesti per l’accesso al beneficio devono essere comunque posseduti alla data di scadenza della presentazione della domanda di iscrizione relativa a ogni settore.

Descrizione
Enti del volontariato
Associazioni sportive dilettantistiche
Inizio presentazione domanda d’iscrizione
22 marzo 2013
22 marzo 2013
Termine presentazione domanda d’iscrizione
7 maggio 2013
7 maggio 2013
Pubblicazione elenco provvisorio
14 maggio 2013
14 maggio 2013
Richiesta correzione domande
20 maggio 2013
20 maggio 2013
Pubblicazione elenco aggiornato
27 maggio 2013
27 maggio 2013
Termine presentazione dichiarazione sostitutiva
1° luglio 2013 alle Direzioni Regionali dell'Agenzia delle Entrate
1° luglio 2013 agli uffici territoriali del Coni
Termine regolarizzazione domanda iscrizione e/o successive integrazioni documentali
30 settembre 2013
30 settembre 2013
(fonte Agenzia delle Entrate)  

26.04.2013
V. S.

Atto intimidatorio a bene confiscato: sostegno dalla rete di Libera Puglia


«Ha vinto la mafia». Con queste parole, nella notte, ignoti hanno imbrattato il portone d'ingresso del capannone del Laboratorio di Legalità 'Francesco Marcone', bene confiscato alla mafia e gestito dalla Cooperativa Sociale 'Pietra di Scarto' di Cerignola, nel foggiano. Lo stesso dove, da tempo, campeggia l'affermazione opposta. Ovvero: Qui la mafia ha perso.

Lo stesso che, ogni anno, è visitato da centinaia di ragazzi. Lo stesso che, qualche giorno fa, è stato tappa all'interno del cammino della Carovana Internazionale Antimafie. Lo stesso che, quotidianamente, si carica sulle spalle la responsabilità di costruire buone pratiche, facendo fruttare gli alberi che un tempo furono appannaggio delle mafie, riscattando, a favore della collettività, un passato di illegalità e di personalismo.

Per questo, il coordinamento regionale Libera Puglia e il coordinamento provinciale Libera Foggia, esprimendo la propria preoccupazione di fronte all'accaduto, ribadiscono la propria più convinta vicinanza alla cooperativa 'Pietra di Scarto' e al suo presidente Pietro Fragasso. Siamo certi che, questo tipo di intimidazioni, che altro non fanno che confermare quanto l'azione della cooperativa sia stata e sia un pericolo concreto per i sistemi delinquenziali; non fermeranno l'impegno.

(Alessandro Cobianchi, referente regionale Coordinamento Libera Puglia; 
Daniela Marcone, referente provinciale Coordinamento Libera Foggia)

mercoledì 20 marzo 2013

Mafia sulle città: domani a Bari si discute di legalità e cittadinanza attiva


Libera Puglia a Firenze il 16 marzo 2013 - Foto fb Libera Puglia
A Firenze il 16 marzo in 150mila tanti e tante cittadine hanno sfilato per testimoniare la vicinanza  ai familiari delle vittime innocenti di mafia. Domani, giorno di primavera, in molte città pugliesi si svolgeranno eventi programmati per non dimenticare le vittime innocenti di mafia. 

Da Foggia a Lecce, da Cassano delle Murge a Bari sono in programma iniziative: nel capoluogo alle 15,30 il Coordinamento regionale di Libera Puglia parteciperà all'iniziativa Mafia sulle città. La manifestazione rientra nell'iniziativa per i cento passi verso il 21 marzo, oltre che all'interno di un percorso di legalità e cittadinanza attiva che ha visti impegnati i ragazzi della scuola media «Nicola Zingarelli» di Bari. 

In questa occasione si discuterà del potere d'espansione delle mafie all'interno dei contesti urbani e della loro capacità di penetrazione. Dibatteranno con gli studenti il giudice Armando Spataro e il referente regionale di Libera Puglia Alessandro Cobianchi.

20.03.2013
V.S.