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lunedì 13 gennaio 2014

Violenza e diritti negati. Stupra sedicenne e la sposa, lei si suicida. Firma su Avaaz

Su questo blog più volte in questi ultimi mesi mi sono occupato di violenza sulle donne e diritti umani, così come mi sono impegnato a diffondere alcune petizioni on line di fondamentale valore. Sulla piattaforma di Avaaz.org è presente la petizione che riguarda la 16enne Amina Filali, la quale dopo essere stata stuprata, picchiata e poi costretta a sposare il suo aguzzino, si è suicidata: questo per lei era l'unico modo per sfuggire all'inferno in cui il suo stupratore e la legge del Marocco l'avevano rinchiusa. Gli attivisti internazionali hanno lottato per anni assieme agli attivisti marocchini per far abolire questa norma assurda e ora la vittoria è a portata di mano. Questa settimana un ultimo voto può permettere di afferrare questa vittoria.

L'articolo 475 del codice penale marocchino dà la possibilità allo stupratore di evitare il processo e il carcere sposando la sua vittima se questa è minorenne. È il peggiore incubo di qualsiasi donna sopravvissuta a uno stupro e per Amina è diventato realtà. Ma ora, dopo che in centinaia di migliaia hanno contribuito a fare pressione sul Parlamento, tra pochi giorni potrebbero prendere la storica decisione di abolire questa norma. Se si arriverà al voto, gli addetti ai lavori dicono che la riforma passerà. Dobbiamo solo dare la spinta finale affinché la proposta sia discussa. 

In questo momento, i giornali quasi non parlano della questione e non c'è alcuna pressione sui politici locali affinché facciano la cosa giusta. Per questo, non appena verranno raggiunte 1 milione di firme, saranno pubblicate intere pagine sui giornali più letti dai parlamentari e saranno indette manifestazioni con gli attivisti marocchini fuori dal Parlamento con un mare di palloncini rosa a rappresentare questa enorme mobilitazione globale. La memoria di Amina si può onorare firmando la petizione: 


Dopo che Amina è stata violentata, la sua famiglia ha sporto denuncia nella città di Larache. Ma invece di processare lo stupratore, il giudice gli ha offerto la possibilità di sposare la sua vittima e la famiglia di Amina ha accettato. Dopo il suo suicidio, i membri di Avaaz.org si sono mobilitati dalla parte dei genitori ormai disperati e degli attivisti marocchini, consegnando quasi 800mila firme a favore della riforma, guadagnando le prime pagine dei giornali. Il governo ha promesso una riforma ma da allora non è accaduto più niente. Fino ad ora. 

L'articolo 475 non è l'unico problema per i diritti delle donne in Marocco, ma è diventato un gigantesco simbolo di un sistema sbagliato. È dal 2006 che il governo promette di mettere fine a questo orrore e di adottare una legge che vieti la violenza contro le donne, ma finora sono state solo parole al vento mentre la vita di giovani donne continuava ad essere stroncata. Finalmente sembra che le cose si stiano muovendo nella giusta direzione, e la Commissione Giustizia ha finalmente stralciato la parte più problematica della norma passando la legge alla Camera bassa affinché prenda una decisione: se si arriverà al voto, è molto probabile che il Marocco avrà una nuova legge e Amina potrà finalmente in qualche modo avere giustizia. Il voto è il primo passo fondamentale per quella vera riforma per cui i gruppi di donne in Marocco hanno lottato a lungo. Facciamo in modo che si arrivi a una decisione sulla legge 475 affinché questa cominci a proteggere le donne e smetta di calpestarle.

Dall'Afghanistan all'India fino al Giappone e al Kenya, Avaaz.org usa la forza collettiva per sostenere i popoli in tutto il mondo nella lotta per i diritti delle donne. Oggi la mobilitazione è dalla parte di Amina Filali.

13.01.2014
V.S.

Marocco, proposta abolizione di "matrimonio riparatore" dopo stupri (La Presse)

Marocco: annullare le leggi contro le donne (Amnesty International)

Marocco, costretta a sposare il suo stupratore (La Stampa)

Marocco: suicida dopo nozze con stupratore, proteste a Rabat (Ansa)

Il report di Global Rights sulla violenza contro le donne in Marocco - in inglese

venerdì 6 dicembre 2013

Web. Rischio censura: sulla piattaforma di Avaaz.org una petizione. Firma subito

Se non agiamo nelle prossime 48 ore, Berlusconi potrebbe conquistare un controllo spaventoso sui media. Cacciato dal Parlamento, questo è il suo disperato tentativo di rimanere attaccato al potere, ma la nostra comunità ha contribuito a bloccare questa enorme minaccia in passato e possiamo farcela di nuovo. In questo momento, lontana dai titoli dei giornali, l’autorità che regola i media sta per adottare nuove regole che darebbero a Berlusconi e Mediaset poteri senza precedenti di censurare qualsiasi video, articolo o post su Facebook: di fatto verrebbe imposto un bavaglio anche a siti come Repubblica e perfino Avaaz. Ma quelli che si candidano ad essere i nuovi leader del PD possono fermare questo assalto se ci mettiamo subito in moto per convincerli che le loro azioni avranno un impatto sui risultati alle primarie di domenica. 

Facciamo partire subito una mobilitazione-flash chiedendo a Renzi, Cuperlo e Civati di prendere posizione contro questa enorme minaccia di censura: facciamogli sapere che ci aspettiamo che difendano la nostra libertà di espressione. Firma questa petizione urgente per fermare il nuovo regolamento-censura su Internet e condividila con tutti: non appena raggiungeremo 100mila firme Avaaz occuperà con enormi striscioni i comizi finali dei candidati finché li costringeremo ad agire: 


La cosa incredibile è che la scusa che stanno usando per questo giro di vite è la tutela del diritto d'autore. Una questione importantissima ma che non c’entra niente con questo regolamento-censura che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) sta per approvare in tutta fretta tra pochi giorni. Gli autori e la cultura si difendono colpendo i grossi pirati che fanno lucro e soprattutto nei tribunali, non con una censura incontrollata di ogni contenuto, anche solo per un link di troppo, e per di più privatizzata e affidata a imperi mediatici come Mediaset, la lobby RAI o i mega-colossi di Hollywood. 

Berlusconi sta giocando sporchissimo, cercando di far approvare il regolamento pochi giorni prima che nell’autorità si insedi il nuovo commissario del PD. Quest'ultimo ha già chiesto di rimandare la decisione per poter dire la sua, ma come risposta gli altri commissari, nominati da Berlusconi e Monti, hanno addirittura accelerato! È lunghissima la lista di personalità che si è già schierata contro il regolamento, dalla Presidente della Camera Boldrini, al costituzionalista Rodotà, dal responsabile ONU per la libertà d'espressione La Rue fino al Ministro degli Esteri Bonino. Ma gli attivisti in prima linea ci dicono che forse solo la comunità di Avaaz, arrivata a oltre un milione e mezzo di membri in Italia, può arrivare agli unici che possono convincere Agcom a fermarsi, per non creare uno scontro con la maggioranza PD: i candidati alla segreteria Renzi, Cuperlo e Civati. 

Se li convinceremo a chiedere e ottenere un rinvio, un ampio fronte di parlamentari di M5S e PD e SEL è pronto ad approvare una legge anti-censura già nelle prossime settimane, ma dobbiamo muoverci subito, perché senza mobilitazioni il regolamento sarà approvato tra pochi giorni, e poi sarà troppo tardi. Firma e poi condividi con tutti la petizione a Renzi, Cuperlo e Civati: 


Poco più di un anno fa la comunità di Avaaz è stata fondamentale per impedire che fosse approvato un altro regolamento bavaglio. Ci hanno prima ignorato, poi attaccato, ma alla fine con centinaia di migliaia di firme, una valanga di esperti e decine di parlamentari al nostro fianco abbiamo vinto! Facciamolo di nuovo. 

AgCom, delibera il 12 dicembre (Webnews)

Regolamento anti-pirateria, l'inviato Onu frena l'Agcom (La Repubblica)

Regolamento Agcom sul copyright: verso la resa dei conti (Wired)

Emma Bonino, una spallata all’AGCOM (Webnews)

VKontakte bloccato per aver piratato Zalone? Presto sarà la regola (Wired)

Nicita nuovo commissario dell'Agcom. Boldrini: "Ma sul copyright decida il Parlamento" (La Repubblica)