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martedì 18 dicembre 2012

Tra sogno e realtà: Beppe Labianca scalda il palazzo Miani-Perotti


Il vernissage  l'ho mancato ahimè, ma il sogno di Beppe Labianca mi ha catturato comunque, stamane. Ho fatto qualche scatto alle opere del maestro, perché molti non andranno a vederla di persona, ma anche e soprattutto perché mi hanno emozionato. Poi devo confessare anche una curiosità. Ho avuto l'opportunità di leggere con la calma dovuta i segni delle opere, i dettagli nelle opere. E poi ho anche avuto l'occasione di sentire il parere di alcune persone non addette ai lavori, le cui osservazioni ho trovato molto interessanti e che mi piace riportare: «la mostra è bella - mi dicono con grande umiltà -, però... quelli al piano di sopra sono un pò volgari». 

Beppe Labianca, opera in mostra - Foto Archivio Vito Stano
Interessante osservazione, mi incuriosisce. Concludo il giro al piano terra e prendo le scale. Gli occhi sono rapiti, le sculture su «ferro arruginito» sono incredibili, il barbiere che taglia i capelli... sono senza parole. Proseguo. Il blu del mare, l'azzurro dell'acqua che scorre e di colpo il buio: i ritratti di famiglia sono inquietanti, è un incubo. Sono senza fiato. Il viaggio è ancora lungo, aspetto con crescente curiosità la pietra dello scandalo, l'opera «volgare». Non aspetto altro, penso a Margherita Ragno e alle sue donne e sorrido. Ci sono, a destra i quadri di carattere religioso-votivo tesoro della pinacoteca civica e a sinistra l'arte contemporanea, il sogno realizzato di Beppe Labianca. Intravedo qualcosa. Non distinguo, ah sì, adesso sì. Corpi nudi. Organi genitali femminili. Sorrido e penso alla volgarità. Di queste opere rubo solo alcuni particolari, di una (quella qui sopra) ne rapisco la totalità, la trovo così naturale e, ripensando al concetto di volgarità, penso alla tv, ai programmi del pomeriggio e del pre-serata che guarda annoiata mia nonna e tante altre mamme e nonne italiane. Scendendo mi imbatto di nuovo nel mio interlocutore e commento: «un amico artista (un tale Massimo Nardi) mi disse un giorno 'davanti a un'opera se senti qualcosa non farti altre domande, sai già se ti piace o no'». Come dargli torto. Non posso che condividere appieno questa massima e sentitomi appagato, lascio il silenzio del sogno per imbattermi di nuovo nella realtà. Quella quotidiana 'sta volta. 

Beppe Labianca, opera in mostra - Foto Archivio Vito Stano
Già dimenticavo, il centauro. Bellissimo e imponente, ma anche ironico. I tratti del viso, come in altre opere, rammentano l'autore e questo lo trovo geniale, come il regista che si ritaglia una particina piccola piccola nel film che dirige. Questa è indubbiamente la mostra più bella di sempre. Resto dell'idea che bisogna guardare in modo bilanciato tanto alle sagre quanto all'arte e la cultura in senso stretto e classico. Senza retorica penso che come non tutti visiteranno questa o altre interessantissime mostre, allo stesso modo non tutti scenderanno in piazza per la sagra tal dei tali. Nell'alveo del giusto compromesso tra arte e cultura e sagre popolari-marketing territoriale personalmente parteggio convintamente per la cultura e l'arte intese senza cibi nei dintorni. Poi festeggio la presenza di Beppe Labianca nella ancora in fasce pinacoteca di Cassano delle Murge, specialmente se penso che l'artista non ha percepito nessun tipo di compenso (stante all'Albo pretorio comunale), così come il curatore del resto. Potrebbe sembrare un'altra storia, ma invece sono convinto che sia sempre la stessa storia. Mi piacerebbe leggere in una delibera di giunta impegni di spesa per la pubblicazione di un libro da distribuire gratuitamente o di altre forme di investimento in cultura allo stesso modo (e quantità) delle sagre tradizional-mangerecce. 

Ma tantè. Credo che per l'arte, così come per il cibo, sia soltanto una questione di gusti.  

18.12.2012
Vito Stano



(video canale Massimo Nardi youtube.com )