Visualizzazione post con etichetta business. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta business. Mostra tutti i post

sabato 5 gennaio 2013

Botti di fine anno. La criminalità ingrassa e la sanità paga il conto

Articolo dal quotidiano 'la Repubblica' di giovedì 3 gennaio
I botti di capodanno sono una cosa incomprensibile. Almeno per chi scrive. Già da piccolo non riuscivo proprio a divertirmi sfregando i raudi (credo si chiamassero così) sulle minerve (parte ruvida che permette l'accensione) e lanciandoli neanche tanto lontano (o magari sotto i piedi di qualche amico distratto) e aspettando il botto. Quel botto per molti bambini e adolescenti (e anche qualche adulto) scatena un'emozione, per altri invece significa business. Come quasi tutto in Italia, anche per i botti c'è il commercio legale  e quello illegale, gestito, questo, da organizzazioni criminali ramificate sui territori. Dunque facendo un bilancio sicuramente superficiale e senza l'ausilio prezioso dei dati, possiamo ipotizzare che quello dei botti è un affare che avvantaggia soprattutto il pianeta della malavita e non certamente il piccolo commerciante che vende stelle filanti e minicicciole. Il fulcro italiano dei botti (avvalendoci non dei dati ma dei luoghi comuni) è quello di Napoli e provincia, dove anche quest'anno si sono verificati casi di ferimenti causati dalla scoppio accidentale degli ordigni natalizi. Ma non c'è soltanto il lato commerciale. C'è, ed è certamente quello più interessante, l'aspetto sanitario che traccia un quadro sconcertante. Per rimanere nel territorio pugliese, prendendo spunto da un articolo pubblicato dal quotidiano 'la Repubblica' di giovedì 3 gennaio,  è incredibile come ogni anno, compreso quello appena iniziato, debba essere segnato dalla conta dei ragazzini feriti, i quali, raccogliendo petardi inesplosi, subiscono amputazioni ed ustioni soprattutto alle mani. 

Stralcio di articolo dal quotidiano 'la Repubblica' di giovedì 3 gennaio
Le storie sono tante e tutte indegne, perché perdere l'uso della mano o di un solo dito per perseguire un divertimento è stupido. E la cosa che più spaventa è "l'educazione al botto" impartita dai padri (e in misura minore dalle madri) come fosse una prova di forza. Una pratica che, come per molte altre, ingrossa le tasche della criminalità, che ne gestisce i traffici e il commercio, e che, per i numerosi danni che causa, aggrava la già precaria e convalescente sanità pubblica (per capirci, vedi gioco legalizzato e nuove terapie per combattere la dipendenza dal gioco). Senza considerare che i boati spaventano gli animali, di cui molti riportano traumi e ferite fisiche. 

Se non si vuol smettere per la salute dei propri figli o per la salute del portafogli, lo si può fare per l'affetto per i tanti cani che ogni dicembre italiano tremano dietro i vetri delle finestre aspettando la fine delle feste.

05.01.2012
Vito Stano