Timpanisti in Carovana a Bari - Foto Archivio Vito Stano |
«A Bari Vecchia la mafia non c’è. La mafia sta nella politica, andate là». Se confidassimo in queste parole dell’uomo della strada o meglio della piazza Odegitria a Bari Vecchia, la Carovana Internazionale Antimafia ieri a Bari, oggi a Brindisi, domani a Lecce e domenica a Foggia come ultima tappa pugliese, sarebbe un carrozzone caotico, un diversivo che rompe la monotonia quotidiana e nient’altro. E invece non è così. Anzi. Del resto parole di questo tenore sono campanelli di saperi taciuti e non possono essere altro che alibi mal messi triti e ritriti di chi vuol sviare e confondere le acque sporche, al fine di salvare il marcio per codardia o peggio ancora per opportunismo.
L’Arci, Libera, Avviso Pubblico assieme promuovono da sedici anni un movimento di testimonianza e riappropriazione: riappropriazione degli spazi pubblici, ma soprattutto di quelli appartenuti ai clan e adesso gestiti da associazioni a favore della comunità. Questo movimento si chiama Carovana Antimafie, da quest’anno Internazionale: 17.440 chilometri da percorrere, 123 tappe in cui sono previste iniziative su più di 30 beni confiscati; in 96 giorni il fiume di mezzi e uomini attraverserà molte regioni europee, dalla Corsica ai Balcani, oltre a risalire tutto lo Stivalo italico, per approdare in ultima istanza il 4 giugno a Corleone. In ognuno dei luoghi raggiunti dalla Carovana sono previste iniziative, alcune dal forte valore simbolico, con l'obiettivo di coinvolgere e sensibilizzare gli abitanti e le istituzioni locali. La memoria di ogni tappa verrà fissata attraverso il diario di bordo tenuto dai carovanieri, i racconti, i video, le foto, le testimonianze radiofoniche.
Ieri la Carovana ha attraversato il carcere femminile a cielo aperto di Bari Vecchia: questa è l’istantanea che s’impressiona nella pellicola della memoria vedendo le donne di tutte le età affacciate alle finestre o sull’uscio dei sottani ammirate e sorridenti. Il borgo più bistrattato di Bari è stato sonoramente invaso da un fiume di persone, preceduti da un gruppo di giovani e giovanissimi timpanisti del gruppo Nikolaus di Bari Vecchia. La Carovana ha fatto quattro fermate nel feudo liberato dall’egemonia del clan Capriati lasciando una scia festosa di palloncini colorati: il momento più toccante è stato in largo Amenduni, li dove Michele Fazio fu colpito per errore da un proiettile mafioso.
«Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti». Queste parole dell’intellettuale e politico comunista Antonio Gramsci, incautamente riletto a cent’anni di distanza a ridosso dell’arrivo della Carovana Internazionale Antimafie a Bari, hanno il sapore del coraggio della sfida. Parole giuste. Parole da tramutare in fatti.
12.04.2013
Vito Stano