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giovedì 17 novembre 2022

Il popolo è mio e per lui grido io: report mal fatto di un Consiglio comunale

di Vito Stano

Il popolo è mio e per lui grido io. No, non è l’ennesimo brindisi di una tarda serata finita ad alzare il gomito. È la sintesi di tanta democrazia che ieri si è consumata in Consiglio comunale. Le altre cose dette e replicate (fissità e dizionari, orgoglio e pregiudiziali) sono di certo importanti, ma quando al risveglio ti risuonano queste poche parole autoprodotte e messe insieme dal mio (mediamente dotato) cervello, qualcosa vorrà dire, perlomeno per chi scrive. 

Poi che anche ieri a presenziare eravamo al massimo dieci, comodamente stravaccati sulle rosse sedute della sala consigliare, vorrà dire qualcos’altro o no? Non uno di meno (e neanche di più). Un via vai che neppure allo studio medico in periodo covid. Questo dettaglio, sempre uguale da anni, mi fa da sempre riflettere sulla quantità (e qualità) di interesse di quel popolo tanto declamato e, a tratti, urlato. 

Del resto la politica è tanto, non soltanto provvedimenti e numeri. È anche spettacolo e il Consiglio è da sempre un palcoscenico sul quale dare il meglio si sé (come alla seduta di laurea: puoi dare il meglio di te, ma se agli esami sei andato maluccio, il voto finale sarà bassino). 

E figuriamoci se ieri qualche eletto (di quel popolo) non si sarebbe dato generosamente. Giustino gridava la povertà e i cenoni, Lionetti alla bontà del Natale e all’equità. Il sindaco Del Re tacciato di fare la lezione. La Caprio che s’infervora sui numeri. Aloisio impallinato a salve da Cavalluzzi su cose che tutti tengono a cuore (vedi l’ambiente-rifiuti-controlli). 

Ebbene che sia chiaro, ci sono stati a fasi alterne anche toni concilianti, richieste di «collaBBBorare!». Per carità come non accogliere quello sfrenato desiderio di collaborazione quando affiora sulle labbra e si fa parola, quasi una richiesta di aiuto e accoglienza, che ci fa sperare che qualcosa può davvero cambiare. 

Ma si sa anche che ci vuole stomaco e memoria in Consiglio comunale, perché se ne sentono di cose. Tra le tante: la trasparenza, il reperimento degli atti, le prerogative delle minoranze e i numeri della maggioranza eletta ad amministrare un Ente in sofferenza di organico, quotidianamente impegnato nel far fronte ai mille problemi che la comunità vive. Mettiamoci pure queste cose, belle e brutte. Del resto non mi pare che gli ultimi cinque anni a guida Di Medio-Giustino-Caprio abbiano lasciato alcun segno degno di nota: hanno amministrato con la forza dei numeri, come fanno tutte le maggioranze a tutti i livelli, chiedetelo a Giorgia, sono convinto che non vi deluderà. 

Le minoranze fanno il loro lavoro e le maggioranze fanno il loro lavoro. I numeri contano sempre. Questa volta è andata così. L’augurio mio, che parteggio per la maggioranza eletta, è che si possa svolgere sempre meglio l’azione di controllo amministrativo, diritto sacro delle minoranze, e nel mismo tiempo (perdonatemi la vena poetico-linguistica) la maggioranza possa proseguire con la determinazione che sta dimostrando dal momento dell’insediamento.

sabato 23 maggio 2020

Politica strumentale: il primo Consiglio comunale ci regala la normalità senza grandi sorprese

Qualche giorno fa scrissi poche righe per dire che il Consiglio comunale si sarebbe tenuto in videoconferenza e così è stato in effetti. Aggiungevo la mia sorpresa per due fatti: la buona riuscita del mercato settimanale mai interrotto dall'amministrazione Di Medio e la proposta (accolta come sesto punto all'ordine del giorno della discussione del Consiglio comunale) di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. 

Prima sorpresa
Ero sorpreso per diversi ragioni: in merito al primo fatto (lo svolgimento del mercato), in quanto mi era capitato, durante più conversazioni private, di criticare la decisione di proseguire la vendita di prodotti alimentari al dettaglio durante il mercato settimanale, poiché al fine di evitare spostamenti inutili nelle settimane più a rischio contagio da Covid-19 -pensavo- non c'è ragione di non andare ai fruttivendoli, piccoli market e super market già presenti con il proprio punto vendita a Cassano. Andare a la fare spesa al mercato significava permettere a commercianti di altre cittadine limitrofe di introdurre (potenzialmente) il virus. Invece, dopo alcune testimonianze positive, ho fatto visita al mercato del venerdì e ho colmato il vuoto di visione che avevo maturato non frequentandolo. Lasciar lavorare in modo accurato e sotto il controllo degli agenti di Polizia locale i commercianti ha permesso ai cassanesi che lo hanno frequentato di evitare di fare file inopportune su marciapiedi stretti e ingombri o in parcheggi convertiti per l'emergenza in scacchiere immaginarie dove attendere a distanza era l'unico obiettivo concesso dalle regole del gioco (immaginario anche quello). E questo è quanto sul mercato. Anzi no, in altri centri già da qualche giorno è stato concesso il via libera a riprendere il lavoro anche per le categorie di commercianti ambulanti fermate perché non essenziali. L'Ordinanza n. 235 del 14 maggio 2020 del presidente della Regione Puglia ha disposto che dal 18 maggio le amministrazioni locali possono procedere alla riapertura di tutti i settori merceologici durante il mercato settimanale, purché siano rispettate le misure di prevenzione e sicurezza previste per evitare la trasmissione del virus. 

Seconda sorpresa. Nessuna sorpresa
La seconda ragione di sorpresa era, come detto, la proposta di concedere la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. Non sapevo quale gruppo o consigliere l'avesse proposta, quindi solo ieri sera, guardando comodamente da casa i lavori del consiglio comunale, ho colmato la lacuna: il proponente era il consigliere Amedeo Venezia, del gruppo Primavera Cassano. Visto l'esito della vicenda, ovvero l'abbandono dell'aula da parte di Venezia e il contestuale decadimento della proprosta-punto all'OdG, i miei dubbi questa volta erano fondati. Alla proposta sono stati avanzati, in due distinti momenti, due emendamenti: il primo a firma del vice sindaco Angelo Giustino, Caprio, Cavalluzzi, Falcicchio, Campanale P., Panzarea e il secondo della consigliera di maggioranza Francesca Marsico. Entrambi gli emendamenti miravano a integrare (e stravolgerne il significato profondo palesato dal proponente), in quanto proponevano di intitolare una via o piazza o giardino ad altre due donne: Norma Cossetto, uccisa durante la jacquerie (esplosa a seguito dell'armistizio del settembre 1943 in territorio istriano) e ritrovata nei pressi della foiba di Villa Surani ad Antignana (oggi territorio croato) ed  Elisa Springer, vittima ebrea dell'Olocausto e scrittrice.

Strumentalizzazione della storia. Vecchia storia
La storia dell'uccisione della giovane istriana è un esempio da manuale di strumentalizzazione politica della storia: numerosi sono stati i ricercatori e i divulgatori che hanno provato a ricostruire la vicenda, ma restano delle lacune che molte volte sono state colmate da opinioni trasformate in fatti. Quello che resta ai posteri è una vita spezzata e il ricordo, da una parte quello della famiglia e delle associazioni dei famigliari delle vittime delle foibe (termine con cui impropriamente si fa riferimento a tutte le vittime della jacquerie, scatenatasi a seguito del settembre 1943, durante la quale i soggetti che identificati con l'odiato Stato fascista vennero nella maggior parte fucilati, e della sistematica eliminazione di tutti gli oppositori politici occorsa invece nell'estate 1945, quando fu seguito uno schema politico, partorito in seno ad alcuni esponenti del gruppo dirigente del nascente governo-Stato della Repubblica Popolare di Jugoslavia, che prevedeva l'uccisione o l'espulsione dei cittadini residenti nei territori occupati dall'armata di Tito) e dall'altro da ricercatori di storia e pubblicisti. Molto è stato scritto, ancor più è stato opinato e tutto quello che, dal dopoguerra ad oggi, è stato possibile strumentalizzare è stato strumentalizzato. 
Ecco ieri sera, a mio avviso, è stato segnato un altro punto alla causa ignobile della strumentalizzazione politica della Storia. 

Emendamenti: parte seconda
Una via, piazza o giardino alla memoria di Elisa Springer era la sostanza dell'emendamento presentato dalla consigliera di maggioranza Francesca Marsico. Decaduto, a causa dell'abbandono del consigliere di minoranza Amedeo Venezia, questa integrazione mirava a ricordare una persona che la comunità cassanese ha accolto nel suo passato recente. Vittima dell'Olocausto nazi-fascista, la Springer, ebrea e scrittrice, è sopravvissuta ad Auschwitz e altri lager nazisti (Berger Belsen e Therezin). Dopo aver nascosto per decenni la sua vicenda di ebrea perseguitata, scrisse, con l’aiuto del figlio la sua autobiografia, «Il silenzio dei vivi», pubblicato dal Marsilio nel 1997.  

Separati in casa. Destre e sinistre 
Ebbene l'epilogo della vicenda, come detto, è stato un nulla di fatto: Amedeo Venezia ha lasciato l'aula (sommerso acusticamente dalle insistenze, in remoto, di Angelo Giustino e Francesca Marsico) come escamotage per far decadere la sua proposta dall'ordine del giorno dei lavori consiliari. Nessun altro consigliere, come da Regolamento del funzionamento del Consiglio comunale, ha fatto propria la proposta, neppure il capogruppo di maggioranza Pasquale Campanale, che pareva volesse vendicare il torto subito dal suo gruppo (ristretto intorno alla figura centrale del vice sindaco Angelo Giustino).
In conclusione, una proposta da un consigliere di minoranza e due distinti emendamenti (con relativi schieramenti in appoggio) pervenuti alla presidente del Consiglio Antonia Gatti dalle file della maggioranza: da una parte la destra di Angelo Giustino e dall'altra la sinistra (centro) di Francesca Marsico (e presumo degli altri consiglieri e assessori rimasti silenti). Visto il silenzio della sindaco Maria Pia Di Medio sulla vicenda, e registrata la sua adesione al movimento Iniziativa Democratica (che fa capo all'assessore regionale Alfonso Pisicchio, movimento coordinato in provincia di Bari da Simeone Paparella, già consigliere di minoranza durante il primo mandato della sindaco Di Medio) desumo che non sia facile per il ruolo che ricopre trovare una mediazione tra le diverse spinte squisitamente di carattere politico che compongono la sua squadra. Del resto a Cassano delle Murge un'amministrazione monocolore è un'utopia: la lista civica (e l'ultima tornata elettorale ha registrato il più alto numero di liste e candidati, sei) è la regola. Mi correggo, non solo a Cassano ma ormai ovunque anche a causa dello svuotamento dei partiti tradizionali e la creazione di fondazioni, associazioni, movimenti. E quindi ogni volta per vincere occorre mettere insieme i portatori di pacchetti di voti piuttosto che i rappresentanti dei partiti e delle idee che li contraddistinguono. Pardon, dovrebbero.
Aspettando il ritorno della politica ci accontentiamo.    

giovedì 17 gennaio 2013

Il consiglio comunale ratifica oggi la nomina del nuovo revisore dei conti

La politica locale torna in aula. Dopo le festività natalizie la macchina amministrativa riprende la sua corsa con una convocazione straordinaria del consiglio comunale per oggi pomeriggio alle 18,30. Unico punto all'ordine del giorno è la nomina del revisore dei conti unico. Sostanzialmente si tratta di ratificare il nome emerso dall'estrazione effettuata in Prefettura,  come prescrive la norma. Dunque la scelta del revisore per estrazione porterà al comune di Cassano delle Murge il dott. Giovanni Francesco Conte di Gallipoli, fortunato estratto tra tre candidati.

Il dott. Giovanni Francesco Conte prenderà il posto (ricoperto fino alla naturale scadenza di tre anni dalla nomina) dal dott. Cosimo D'Ambrosio di Cassano delle Murge, nominato dal Consiglio comunale con provvedimento n.45 del 12 novembre 2009. 

Ma cosa fa il revisore dei conti?

«Ha il compito di garantire    si legge sul sito del Comune  che l'attività amministrativa sia conforme agli obiettivi stabiliti dalla legge. Quindi esso esercita la vigilanza sulla regolarità contabile, economica e finanziaria della gestione del comune e delle istituzioni, verificando la legittimità delle spese e l’esatta riscossione delle entrate. Redige un'apposita relazione che accompagna la proposta di deliberazione del bilancio preventivo e del rendiconto».


La novità dunque imposta dal legislatore è che a vigilare e certificare i conti dell'ente non sia un revisore dei conti scelto dalla maggioranza politica, ma un esterno estratto a sorte da una rosa di professionisti. Da ciò si desume che la ratio che abbia ispirato il legislatore sia stata quella di garantire la maggiore trasparenza possibile rispetto ad una nomina cruciale per la vita amministrativo-politica di un ente. Questo non vuol dire, nella maniera più assoluta, che coloro che hanno operato da "nominati" abbiano lavorato male. Però in questa Italia di corrotti e corruttori è sempre meglio che certe scelte (che comportano anche retribuzioni medio-alte) abbiano una natura casuale (sempre all'interno di un ventaglio curriculare che rispecchi le necessità del caso) anziché nominale. 

Sarà anche un po' populista, perché non è bello dubitare dell'onestà o delle reali capacità del singolo, ma i tempi sono cupi e le scelte devono necessariamente essere drastiche. 

17.01.2013
Vito Stano