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sabato 1 febbraio 2014

Caccia di frodo. Sorpresi della Forestale cacciatori in area protetta: due denunce

La Forestale di Martina Franca sequestra armi, munizioni e fauna selvatica abbattuta in area protetta. Gli uomini del Comando Stazione Forestale di Martina Franca, nel corso di un operazione mirata alla tutela delle aree protette nei Comuni di Martina Franca e Crispiano, hanno sorpreso due bracconieri che esercitavano illecitamente l’attività venatoria, in località Masseria Lupoli e Masseria Coppola ricadenti nell’agro del Comune di Crispiano. Le suddette località rientrano  nel Parco Regionale Terra delle Gravine e nella Zona di Ripopolamento e Cattura del Monte Trazzonara, ove l’esercizio venatorio è assolutamente vietato. Al momento del controllo i cacciatori hanno confessato ai Forestali che si erano spinti nell’area protetta in quanto si trattava degli ultimi giorni di caccia e volevano portare a casa un “bottino” più grosso in quanto in area protetta la fauna selvatica è in abbondanza e di facile abbattimento. I bracconieri sono stati denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto per esercizio venatorio in aree protette e per abbattimento di fauna selvatica protetta, in quanto avevano abbattuto anche una Beccaccia, specie la cui caccia in questo periodo è vietata. Agli stessi sono state sequestrale le armi, le munizioni in loro possesso e la fauna selvatica abbattuta illecitamente. 

I Forestali nell’ambito della stessa operazione hanno proceduto anche ad elevare diverse sanzioni amministrative a carico di cacciatori che non rispettavano la distanza di sicurezza dalle aree protette pari a cento metri dal perimetro delle stesse. Nell’approssimarsi della conclusione dell’attività venatoria il Corpo Forestale dello Stato intensificherà i controlli soprattutto nelle aree protette. Tale servizio costituisce prosecuzione ad una più ampia attività di tutela delle aree protette avviata già dal mese di settembre, dal Comando Provinciale del CFS di Taranto in tutta la provincia, per la salvaguardia della fauna selvatica  e della flora.

martedì 24 dicembre 2013

Commercio illegale. Ritrovati resti di animali protetti presso la Curia di Foggia

Nell'Africa nera se dici Big Five chiunque intenderà compiaciuto, altri vorranno vendere statuette in legno o batik nei quali sono ritratte le giornate o le pose dei grandi elefanti africani, dei velocissimi leopardi, dei pladici leoni, dei pesanti bufali o dei massicci rinoceronti. Invece in Italia, così come in molti altri Paesi del mondo, quando dici leopardo viene in mente un tessuto leopardato e non il runner della savana. Se dici elefante, immediatamente vien da pensare all'avorio e alle zanne strappate dalla viva carne del grande mammifero. Averli visti in più occasioni, crea di fronte ad una insolita notizia, come quella che vado a raccontare di seguito, una rabbia soffocata, inspiegabile ai meno sensibili.    

Durante dei lavori di rifacimento, affidato alle cure del Corpo Forestale dello Stato, di alcuni locali adibiti a magazzini di proprietà della Curia provinciale di Foggia, sono stati rinvenuti in alcuni scatoloni numerose parti di esemplari di animali protetti. Dopo la stupefacente scoperta il caso è passato nelle mani degli agenti della CITES di Bari, i quali hanno riconosciuto zanne d’avorio di elefante africano, statuette di piccole dimensioni anch’esse in avorio, una zampa d’elefante africano svuotata internamente e decorata, carapaci di tartarughe di mare di grosse dimensioni, pelli di boa, pelle di ghepardo, scorpioni e ragni in vetro. Tutti i resti animali, del valore commerciale di circa 50mila euro, risalenti probabilmente agli anni Sessanta, in passato sono stati addirittura esposti a San Giovanni Rotondo in una mostra dedicata alle missioni in Ciad.

Gli uomini della CITES di Bari hanno ovviamente identificato gli esemplari, che sono risultati essere tutti protetti dalla normativa Internazionale CITES che regola il commercio e la detenzione di esemplari protetti in via di estinzione vivi o morti o parti di essi. Secondo tale normativa la detenzione di quanto ritrovato deve essere autorizzata da certificazioni rilasciate dal Corpo Forestale dello Stato sulla base di documentazione che ne attesti la legale acquisizione.


La vicenda si è conclusa con il sequestro da parte degli agenti del CITES di Bari, e l'affidamento temporaneo ad una struttura della Forestale di Martina Franca al fine di essere utilizzati a scopo didattico, in attesa della destinazione definitiva del giudice. 

24.12.2013
Vito Stano

venerdì 20 dicembre 2013

Controlli agroalimentari: operazione ‘Natale a tavola’ maxi sequestro da 75mila kg

Tra panettoni, salsicce secche e taralli, l'ennesima operazione degli agenti del Corpo Forestale dello Stato ha scoperchiato un pentolone, questo è proprio il caso di dirlo, dalle mille sorprese. Il sequestro è stato ingente: circa 75mila Kg sono i prodotti alimentari sequestrati. Di seguito il comunicato della Forestale. V.S. 


Si è conclusa l’operazione ‘Natale a tavola’  per la sicurezza agroalimentare a tutela del consumatore in previsione delle festività natalizie, effettuata dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato del Comando Regionale Puglia durante i mesi di novembre e dicembre. Quaranta le aziende controllate, principalmente nel territorio delle provincie di Bari e della BAT, dal Nucleo tutela regolamenti comunitari, diretto dal Commissario Capo Alberto Di Monte, e dalla Sezione di analisi criminale diretta dal Commissario Capo Giuliano Palomba, otto le persone, rappresentanti legali delle aziende, denunciate all’Autorità Giudiziaria mentre circa 75mila Kg sono i prodotti alimentari sequestrati.

Diverse sono le violazioni accertate che di seguito vengono esplicitate: art. 5 comma 1 lettera b) e d)  legge 283/62, sanzionato dall’art 6 comma 4 stessa legge, per aver detenuto e impiegato nella preparazione di alimenti sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione e insudiciate; art. 444 C.P.  detenzione per il commercio di sostanze destinate all’alimentazione pericolose per la salute pubblica; art. 515 c.p. (Frode nell’esercizio del commercio)  per aver commercializzato e detenuto ai fine della vendita, prodotti alimentari (taralli e pasta) per origine diversa da quella dichiarata, nelle fattispecie per aver commercializzato pasta e taralli, riportati sulle confezioni le diciture: “Qualità & Tipicità 100% Made in Puglia”, “Apulia Italy”, “Con ingredienti a km a zero”, “semola di grano duro prodotta nella Murgia Barese Altamurana”, “Prodotta con semola di grano duro della Puglia”, “Pasta dell’Alta Murgia” e “Cooperativa Coldiretti”, realizzati diversamente da quanto dichiarato, con grano proveniente dai paesi dell’UE e extra UE; art. 515 c.p. (Frode nell’esercizio del commercio)  per aver commercializzato e detenuto ai fine della vendita, prodotti alimentari, per qualità diversa da quella dichiarata, nelle fattispecie per aver commercializzato carni di suino, dichiarate come carne di cinghiale; art. 515 C.P. per aver commercializzato una cosa mobile per qualità diversa da quella dichiarata e in particolare per aver venduto illecitamente i seguenti prodotti: a) uova da destinare allo smaltimento in quanto rotte, insudiciate e incrinate ma vendute e dichiarate di categoria “B”; b) uova prive di tracciabilità inerente la data e lotto di produzione ma vendute e dichiarate come prodotte in data successiva a quella realmente prodotta; art. 517 C.P. per vendita e immissione in commercio di prodotti industriali con segni e etichette mendaci relativi all’origine del prodotto, in particolare per vendita e immissione di pasta dietetica non prodotta in Italia perché realizzata in Svizzera etichettata con “made in Italy” e con le bandiere Italiane.

I prodotti sequestrati sono: circa 45mila uova e 1.000 Kg di dolci e taralli; circa 10mila Kg di pasta; circa 24mila kg di pasta dietetica; circa 10mila kg di prodotti alimentari vari (olio, vino, conserve, prodotti di macelleria, insaccati, latticini, prodotti ittici surgelati, dolci, acqua e bibite, passate di pomodoro,  ecc.); circa 5mila kg di prodotti ittici freschi e surgelati A Trani e a Molfetta gli ultimi due controlli importanti effettuati dai forestali.


A Trani è stato denunciata una persona di anni 32  residente nella stessa città, poiché  in un deposito non autorizzato non assicurava, per mancanza di controlli di temperatura, di aereazione e di umidità, le corrette condizioni di conservazione di alimenti. Circa 10.000 kg di prodotti alimentari vari che sono stati sequestrati: in particolare sono stati oggetto del provvedimento cautelare Olio, vino, pasta fresca, carni, salumi vari, latticini, conserve varie, passate di pomodoro, acqua e bibite varie, tutti in cattivo stato di conservazione e insudiciate, alcuni scadute e deteriorati.

domenica 27 ottobre 2013

Mottola. A due settimane dall'alluvione Forestale sequestra area rischio idrogeologico

È trascorso solo poco tempo dal tragico evento alluvionale che ha scosso il Tarantino, determinando gravi danni e causando la morte di quattro persone nel territorio di Ginosa, ma l’andamento meteorologico degli ultimi giorni, caratterizzato da cieli sereni e dalla pressoché completa assenza di precipitazioni, sembra averci fatto dimenticare che il clima, quando si scatena, mette a dura prova le infrastrutture umane e l’incolumità della stessa popolazione. E, come sempre, insieme con i danni prodotti dalle avversità climatiche, ci siamo come dimenticati dell’importanza delle basilari attività di prevenzione per evitare che eventi similari, verificandosi nuovamente, possano procurare danni analoghi e la perdita di altre vite umane: una volta passate l’emergenza, non ci si pensa più, come se si trattasse di un capitolo oramai definitivamente chiuso e come se il futuro non potesse prospettarci ulteriori situazioni analoghe nella loro rilevanza e nella loro gravità.

Invece tali eventi si ripetono, ed è  pertanto una necessità primaria, stante la posta in gioco e l’importanza della prevenzione, evitare che situazioni del genere abbiano a verificarsi ancora; non si parla ovviamente, in questo caso, dell’andamento climatico - contro cui possiamo fare ben poco-, ma della vulnerabilità delle persone e delle strutture umane messe davanti ad un evento distruttivo quanto inaspettato, oltre che dell’ osservanza delle principali regole di buon senso. In primo luogo, occorre prestare attenzione alle strutture residenziali e, con un’attenzione non minore, alla viabilità che, non dimentichiamolo, rappresenta l’unica efficace opportunità di  fuga per la popolazione locale, la cui incolumità è messa a rischio da eventi che, per quanto eccezionali, possono sempre verificarsi e che, appunto in virtù della loro eccezionalità, sono in grado di produrre danni rilevantissimi proprio perché inaspettati. Non va dimenticato, a tale proposito, che tutte le vittime di due settimane fa hanno perso la vita proprio lungo la strada, mentre tentavano di  mettersi in salvo fuggendo dall’alluvione che ha devastato il territorio di Ginosa.

Speciale: approfondimenti e Interviste a cura di Vito Stano
http://murgiambiente.blogspot.it/2013/10/progetto-lame-liter-non-si-ferma-il.html


Alla luce dell’esperienza ancora fresca del disastro di portata rilevantissima avvenuto nel Tarantino, nel basilare principio che non si deve mai abbassare la guardia perché è proprio quando l’emergenza sembra lontana che si possono validamente mettere in atto tutti gli interventi finalizzati ad evitare nuove tragedie, occorre prestare la massima attenzione nel rilevare eventuali difformità dalle normative tese a tutelare la vita e le opere umane dai dissesti idrogeologici. Risale appena a ieri l’importante operazione condotta in tal senso dal Corpo Forestale dello Stato-Comando Stazione di Mottola, che ha sequestrato in agro di Mottola, in ‘Contrada Cappello’, un’area D1 ubicata lungo la Strada Statale 100 Bari-Taranto per la mancata osservanza delle normative finalizzate ad evitare il verificarsi di situazioni disastrose a causa di eventi alluvionali. 

Sull’area in argomento, su cui si prevedeva di impiantare un vigneto di uve da vino, erano in corso importanti lavori di modifica dello stato dei luoghi, con interventi di radicale trasformazione consistenti in movimenti di terra, sbancamenti e livellamenti del terreno, condotti al fine di agevolare la conduzione delle future operazioni colturali. Detta area, classificata dal P.A.I. (Piano di Assetto Idrogeologico) della Regione Puglia come ‘Area ad Alta Probabilità di Inondazione’, è soggetta ad una rigida e rigorosa normativa, che prevede fra l’altro il vincolo inderogabile dell’autorizzazione rilasciata preventivamente dall’Autorità di Bacino della Regione Puglia per potervi effettuare qualsiasi modifica. Per l’effettuazione di tali lavori di sbancamento il proprietario aveva invece effettuato solo una semplice, insufficiente «comunicazione di inizio lavori», in cui aveva fra l’altro affermato che dette opere sarebbero state condotte «in economia, mediante l’utilizzo di mezzi agricoli di proprietà o eventualmente noleggiati a caldo, e riguardando solo superficialmente il terreno agricolo in argomento»; in realtà, per effettuare tale intervento agli aveva addirittura stipulato un contratto d’appalto privato con una Ditta specializzata negli scavi di miniere e cave!

L’intervento di profonda modificazione di questa zona così delicata dal punto di vista idrogeologico non è sfuggito ai Forestali di Mottola i quali, nel corso della loro regolare attività di pattugliamento del territorio, si sono resi conto dei lavori in corso a brevissima distanza dalla Statale (10 metri, per la precisione). Al fine di verificare la stretta rispondenza di detti lavori con le prescrizioni, essi hanno accertato il rigido regime autorizzativo prescritto per l’area in argomento, nonché il mancato rispetto della vincolistica. Sono pertanto intervenuti tempestivamente, sequestrando l’area - dell’estensione di 1315 m2 - ed il mezzo speciale per movimento terra impiegato per l’effettuazione dei lavori, e deferendo all’Autorità Giudiziaria due persone (il proprietario dell’area su cui stavano per essere effettuati i rilevanti movimenti di terra e l’Amministratore Unico dell’Impresa di scavi).


I capi di imputazione contestati sono l’art. 44 lett. ‘b’ del ‘Testo Unico delle Disposizioni Legislative e Regolamentari in Materia Edilizia’ il D.P.R. n° 380/2001, che fissa l'arresto fino a due anni e l'ammenda da 5164 euro a 51645 euro nei casi di esecuzione dei lavori in totale difformità o assenza del permesso o di prosecuzione degli stessi nonostante l'ordine di sospensione, nonché l’art. 110 del Codice Penale, recante pena per coloro che concorrono nel reato.

martedì 15 ottobre 2013

Discarica abusiva: azione congiunta di Forestale e Polizia Ferroviaria

Foto google.com
Si consolida il sodalizio operativo tra il Compartimento di Polizia Ferroviaria della Puglia, Basilicata e Molise e il Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Bari e reparti dipendenti. Un’area di oltre 37.000 mq è stata posta sotto sequestro e due persone sono state denunciate dagli uomini della Polizia Ferroviaria di Bari e del Comando Stazione Forestale di Cassano delle Murge, nell’ambito di un servizio interforze finalizzato al controllo e alla repressione dei reati di furto e ricettazione di cavi elettrici di rame di pertinenza di Telecom, Enel e Rete Ferroviaria Italiana, nonché alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia della salute e dell’incolumità pubblica. 

In particolare, nel controllare un sito adibito a deposito di mezzi pesanti per movimento terra, gli agenti hanno scoperto un’attività di raccolta, recupero e smaltimento di rifiuti di vario genere, fra cui anche rifiuti pericolosi quali parti di carrozzeria di autoveicoli, oli esausti, pneumatici, batterie al piombo, materiali inerti di demolizioni edili miscelati ad asfalto triturato, scorie di cemento, guaine bituminose. Il tutto si estendeva su un’area di circa 4 ettari. Tale materiale risultava spianato e compattato con mezzi meccanici, nella totale inosservanza delle misure minime di sicurezza e di salvaguardia per l’ambiente circostante e parte dell’area era addirittura adibita a discarica di rifiuti edili pericolosi compattati e miscelati tra loro. 

Dagli accertamenti eseguiti è risultato che tale attività non solo veniva svolta in mancanza delle relative autorizzazioni, ma che l’area interessata era stata già sottoposta a sequestro dalla Guardia di Finanza. Ciò nonostante, i titolari non avevano esitato a violare i sigilli apposti pur di continuare a svolgere l’attività illecita. L’area è stata sottoposta a sequestro e i titolari della ditta dovranno rispondere di smaltimento illecito di rifiuti, deposito incontrollato di rifiuti, discarica non autorizzata e violazione di sigilli. La collaborazione tra il Compartimento di Polizia Ferroviaria della Puglia, Basilicata e Molise e Forestale, avviatasi da circa due anni, ha ad oggi condotto ad importanti risultati nella lotta ai furti di rame e ai reati ambientali, con 22 controlli eseguiti, 21 persone denunciate, 14 sequestri e circa 20.000 chilogrammi di rame sequestrato.

mercoledì 4 settembre 2013

Provincia Bari: sequestrate 2 tonellate di derrate alimentari dalla Forestale

Ancora controlli in tutta la regione nel settore agroalimentare a tutela della salute dei consumatori e del made in Italy. Gli uomini del Nucleo Operativo di Controllo Tutela Regolamenti Comunitari del Corpo forestale dello Stato di Bari, durante un servizio volto al controllo mirato alla salvaguardia del made in Italy e della tutela del consumatore, hanno accertato la presenza di circa 2 tonnellate di derrate alimentari riposte alla rinfusa all’interno di contenitori inidonei per la conservazione degli alimenti, impolverati e privi di qualsiasi etichettatura; prosciutti con la data di scadenza superata, nonché porzioni di grana padano da 1 kg circa confezionate senza le dovute autorizzazioni del consorzio del grana padano. Il tutto è stato sottoposto a sequestro amministrativo.  

Sul posto è intervenuto anche il personale dell’Asl, Dipartimento di Prevenzione Sian di Bari, il quale, dopo aver constatato la violazione della normativa igienico-sanitaria di settore, ha provveduto  a sospendere l’esercizio dell’attività. Continua l’incessante verifica della corretta etichettatura e tracciabilità dei prodotti agroalimentari. Non si fermano i controlli da parte del Corpo forestale dello Stato nel settore agro-alimentare per la tutela della salute pubblica.

(fonte Corpo Forestale dello Stato - Regione Puglia)

lunedì 2 settembre 2013

Capurso (Ba): tartarughe illegali sul web. Sequestrate dalla Forestale

Questa volta gli investigatori del Servizio CITES del Corpo Forestale dello Stato di Bari hanno rinvenuto e sequestrato nel comune di Capurso (TA) una decina di esemplari di tartarughe di terra detenute illegalmente. 

Non di recente i controlli degli uomini del CITES della Forestale di Bari si stanno concentrando anche sul commercio di esemplari protetti esotici sul web. Questa volta le indagini hanno fatto cadere nella rete della giustizia un libero professionista di Capurso (BA) che aveva posto in vendita, su un noto sito per annunci gratuiti, una decina di tartarughe che sono poi al momento della verifica risultate essere prive della relativa documentazione che ne attestasse la legale acquisizione. 

Le tartarughe di terra (Testudo hermanni) sono tutelate da normative internazionali, comunitarie e nazionali, pertanto la loro detenzione è strettamente legata al possesso di certificati CITES che ne attestano la legale acquisizione e provenienza che deve rigorosamente confermare la nascita in cattività. Gli esemplari sequestrati sono stati affidati ad un centro autorizzato alla detenzione. Denunciato all’Autorità Giudiziaria il detentore degli esemplari.

(fonte Corpo Forestale dello Stato - Regione Puglia)

giovedì 25 aprile 2013

25 aprile a Mercadante: organizzazione e sole tiepido per la Liberazione

Agenti del Corpo Forestale dello Stato in bici e a cavallo nella
foresta Mercadante a Cassano delle Murge il 25 aprile
Foto Archivio Vito Stano 
© 2013

Tiepido sole primaverile, traffico scorrevole, forte presenza di agenti del Corpo Forestale, di operai del Settore Foreste della Regione Puglia  e di volontari (Anpana, Pubblica Assistenza, Radioamatori) a fare da sfondo al lungo fiume di auto che ha portato a Cassano delle Murge, presso la foresta Mercadante, circa 5mila persone, arrivate ininterrottamente – ci ha spiegato un volontario dell'Anpana – nel giro di qualche ora sin dalle 9,00 del mattino. Finita l'ora di punta, escursionisti e personale impegnato nei controlli hanno potuto, in modo differente, godersi le ore che dal pranzo "improvvisato" porterà al ritorno a casa previsto per all'incirca per le 18,00. 

Il colpo d'occhio in questa mattinata è stato positivo: gente un po' ovunque, specialmente nelle aree attrezzate per fare pic-nic, molti gli appassionati delle due ruote in giro per i sentieri che saranno trascorsi dai corridori che parteciperanno alla 5° Marathon Foresta Mercadante in programma per il 26 maggio. Positiva la presenza del personale di servizio: per molti escursionisti incrociare agenti della Forestale in bici (come anticipava l'ente Parco in nota l'altro ieri) e a cavallo è sembrato tanto inusuale, quanto curioso; cavallo e bici erano, del resto, anche i mezzi di locomozione di moltissimi avventori. L'emergenza sanitaria è stata garantita dagli operatori volontari dell'associazione Pubblica Assistenza di Cassano delle Murge, durante la mattinata è stato necessario soltanto un intervento: dai volontari è stata assistita una bambina per una lieve contusione, ma niente di grave. Quest'anno a coadiuvare la regolazione del traffico ci sono, come detto, i volontari dell'Anpana (associazione nazionale protezione ambientale naturale), meglio conosciuti come guardie ecozoofile. Insomma sino alle 13,30, per quanto riguarda la festa della Liberazione nella foresta Mercadante, non si segnalano disguidi o problematiche di alcune sorta, anzi.

25.04.2013
Vito Stano 

giovedì 28 marzo 2013

Sannicandro: scoperto abusivismo edilizio. Denunciato il proprietario


Agenti del Corpo Forestale di Cassano delle Murge in trasferta nella vicina Sannicandro di Bari hanno scoperto un abuso edilizio: all'accertamento è seguito il sequestro del manufatto edilizio in fase di realizzazione in località Parco Bianco/Scirocco.

Gli agenti hanno infatti appurato che sul sito erano in corso lavori di trasformazione urbanistica, consistenti nella realizzazione di un piazzale con sovrastante tetto spiovente in legno.

Il proprietario della particella in oggetto e del manufatto è risultato essere privo di autorizzazione in merito e, con l’inizio delle opere in argomento, ha di fatto concretizzato la violazione della vigente normativa in materia, D.P.R. n. 380 del 06/06/2001. Il proprietario, residente a Sannicandro di Bari, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria.

28.03.2013
Vito Stano

lunedì 18 marzo 2013

Parco Alta Murgia: attività estrattive non autorizzate. Denunciato titolare

La possibilità di un rilancio turistico dell'area protetta compresa nel perimetro del Parco Nazionale dell'Alta Murgia è un'obiettivo che il presidente Cesare Veronico sta perseguendo fin dall'inizio del suo mandato, con non pochi successi. Ma ancora troppi sono i reati che vengono consumati all'interno dell'area del Parco. Per lo più sono reati contro il patrimonio boschivo e comportamenti illeciti relativi ad autorizzazioni per ampliare o ristrutturare costruzioni esistenti o come è stato accertato qualche giorno fa dagli agenti del Corpo Forestale dello Stato di Ruvo di Puglia (Ba), i quali, «dopo accurate indagini, hanno sequestrato una cava per l’estrazione di calcare in blocchi in località La Cavallerizza, agro di Ruvo di Puglia (Ba)».

L'area boscata in questione ricade nella «zona 1 del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, dichiarata di notevole interesse pubblico, ai sensi del D.M. 1.8.1985 in attuazione della Legge Galasso n.431/85, per la rilevanza naturalistica e paesaggistica dell’intero comprensorio. La cava era già gravata da sequestro penale operato dello stesso Comando Stazione nel 2007, quando, a seguito di indagini che acclararono l’illegittimità delle autorizzazioni minerarie concesse sin dal 1995 dalla Regione Puglia, veniva iscritto nel registro degli indagati l’attuale amministratore della società estrattiva, di Trani. Dopo il sequestro l’Autorità Giudiziaria concesse una facoltà d’uso della cava, consentendo l’estrazione con una serie di prescrizioni».


«Nello scorso febbraio il personale del Corpo forestale, dopo una serie di rilievi nella stessa cava finalizzati al controllo delle prescrizioni insite nella facoltà d’uso concessa dalla Procura di Trani, ha accertato che l’attività estrattiva aveva interessato una porzione di territorio posta oltre il limite dell’area autorizzata comportando letteralmente lo svuotamento di un area di oltre 8.000 metri quadrati, per un totale di oltre 80.000 metri cubi di materiale estratto».

Dunque «con l’estrazione abusiva – spiega il Comando della Forestale di Ruvo di Puglia – è stato anche violato il vincolo del sequestro del 2007 e della facoltà d’uso concessa dal P.M. inquirente. 
Il sequestro ha comportato il deferimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani dell’amministratore unico per violazione della normativa sulle aree, della normativa paesaggistica e per i reati contro la pubblica amministrazione, ravvisati nell’azione di violazione di sigilli».     

18.03.2013
Vito Stano

mercoledì 13 marzo 2013

Oasi Lago Salso: attivato nuovo presidio del Corpo Forestale dello Stato


Il Coordinamento Territoriale del Corpo Forestale dello Stato per l’Ambiente di Monte Sant’Angelo (Foggia) ha attivato il nuovo Comando Stazione Parco Lago Salso ubicato all’interno dell’Oasi naturalistica del Lago Salso, nel comune di Manfredonia (Foggia).

L'oasi rappresenta la più importante zona umida dell'Italia meridionale per l'avifauna acquatica, testimonianza delle più vaste ed estese paludi che ancora ai primi del ‘900 contavano in Capitanata 80mila ettari.

Oltre ad essere inclusa nel Parco Nazionale del Gargano, l’Oasi Lago Salso rientra nella Rete Natura 2000, quale Sito di Importanza Comunitaria (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS), fondamentali per la conservazione e salvaguardia di specie prioritarie e habitat di interesse comunitario; ospita, peraltro,  la riserva naturale statale Palude di Frattarolo.

Con queste premesse le paludi del Parco Nazionale del Gargano, così care a Federico II, diverranno una realtà unica in Italia per fruizione naturalistica e conservazione, e per l’azione di tutela assicurata da un avamposto del Corpo Forestale dello Stato. 
Tale presidio, istituito con decreto del Capo del C.F.S. del 30 maggio 2012, ha una circoscrizione di circa 17mila ettari e  interessa parte dei Comuni di Manfredonia e di San Giovanni Rotondo.

Trattasi di territorio integralmente protetto dalle misure di salvaguardia del Parco Nazionale e dalle misure di tutela e conservazione stabilite in applicazione delle direttive europee note come Direttiva Habitat e Direttiva Uccelli.

Gli agenti forestali svolgeranno una precipua attività di contrasto alle violazioni ambientali, quali bracconaggio, pesca illegale, inquinamento delle acque, abusivismo edilizio, trasformazioni colturali, incendi di vegetazione palustre e macchia mediterranea, ecc.

giovedì 28 febbraio 2013

Fotografia investigativa: la criminalità osservata dalla lente d'un obiettivo


L'avvento del digitale ha cambiato la storia della fotografia e ha costretto le macchine a pellicola nei cassetti. D'altro canto la digitalizzazione della fotografia ha permesso a milioni di persone di diventare autori delle foto che racconteranno ai posteri gli eventi familiari e i momenti più belli della propria vita privata. 

L'emancipazione dello strumento fotografico dagli ambiti strettamente artistico e commerciale ha permesso la sua applicazione anche in settori quali la lotta alla criminalità. Dunque la fotografia può risultare particolarmente insidiosa per coloro che si prefiggono di ottenere risultati di qualsiasi genere con metodi illegali: può capitare che un uomo con il vizio della caccia di frodo entri nelle grazie di un mirino e finisca denunciato a piede libero perché accusato di violazione della legge sulla caccia  n.157/92 (che vieta l'uso di trappole per il prelievo ed uccisione di avifauna).   

Il cacciatore di frodo di Cisternino (in provincia di Brindisi) ha avuto la sventura di cadere a sua volta nella trappola, a lui tesa dal personale del Corpo forestale dello Stato di Ostuni. Gli agenti scoprendo delle trappole per uccelli lungo il perimetro di un bosco hanno posizionato nelle vicinanze delle telecamere, che hanno permesso di filmare il bracconiere in diverse occasioni, sia quando posizionava il cibo nelle trappole sia durante il prelievo della selvaggina malcapitata.

All'uomo è stato contestato anche il reato di maltrattamento e uccisione di animali, perché le trappole (realizzate con mattoni in cemento posizionati in maniera obliqua e sorretti da alcuni bastoncini in legno, pronti a cadere al minimo movimento così da schiacciare l’avifauna intenta a cibarsi della pastura), non causano la morte immediata; infatti i volatili, nel momento in cui scatta la trappola, vengono schiacciati lentamente dal peso del mattone che ne provoca infine la morte per soffocamento

A parte la palese violazione della normativa in materia di caccia, l'uomo non aveva fatto i conti con l'avanzamento della tecnologia. L'occhio elettronico che registra e lascia raccontare gli eventi del quotidiano. Occhio per occhio, trappola per fototrappola.

28.02.2013
Vito Stano

venerdì 8 febbraio 2013

Parco Nazionale dell’Alta Murgia: lavori abusivi. Denunciate tre persone


Gli uomini del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Corpo Forestale dello Stato – Parco Nazionale dell’Alta Murgia di Altamura, a seguito dell’esecuzione dell’Ordinanza emessa dal Tribunale di Bari, hanno proceduto nei giorni scorsi ad effettuare il sequestro preventivo della strada comunale Contenisio n. 47 ad Altamura, per km 1,5 circa, a partire dall’accesso che avviene dalla S.S. 96 Bari – Altamura.

Le indagini dei forestali, durate due anni, hanno permesso di accertare che il tracciato stradale preesistente all’interno del Parco Nazionale dell’Alta Murgia non è stato oggetto di opere manutentive, presupposto in forza del quale sono stati rilasciati i vari permessi ed autorizzazioni, bensì di una realizzazione ex novo.

Infatti l’aumento della sede stradale da m. 2.50 a m. 6.50 con l’abbattimento e lo sradicamento di alberi e vegetazione spontanea ha comportato nella realtà la realizzazione di una nuova opera in violazione delle normative urbanistiche e ambientali. La procura ha evidenziato le rilevanti implicazioni che i lavori hanno determinato e possono ulteriormente causare sul delicato ecosistema del Parco dell’Alta Murgia. Lo stesso utilizzo della strada, così come ricostruita, determina un vulnus potendosi ipotizzare un uso del tutto sproporzionato rispetto alle esigenze di salvaguardia del complesso ecosistema.

Tre le persone deferite dal Corpo Forestale all’Autorità Giudiziaria, tra cui il Dirigente del Governo del Territorio di Altamura.

sabato 2 febbraio 2013

Parco del Gargano: il Corpo forestale combatte il bracconaggio


Continua senza sosta l’attività di polizia giudiziaria del Corpo Forestale dello Stato finalizzata alla prevenzione e alla repressione dei reati in campo venatorio. Durante due distinte operazioni, le pattuglie del Corpo Forestale dello Stato appartenenti ai Comandi Stazione di Cagnano Varano e Umbra hanno sorpreso, in flagranza di reato, due  bracconieri intenti ad esercitare attività venatoria in area protetta, precisamente nelle località Piscina Sandricchio, in  agro di Carpino, e Valle dei Greci, nel comune di Vico del Gargano.

I prevenuti, originari del posto, sono stati deferiti a piede libero all’autorità giudiziaria per introduzione di armi e materiali esplodenti in area protetta, disturbo, uccisione e danneggiamento della fauna selvatica ed esercizio venatorio illecito. Sequestrati altresì due fucili calibro 12 marca  Beretta e Benelli e numerose munizioni calibro 12 al piombo spezzatoControllati inoltre 25 cacciatori, alcuni dei quali deferiti all’Autorità Amministrativa per violazioni alla legge regionale 27/98.

(fonte Corpo forestale dello Stato - Regione Puglia)

venerdì 25 gennaio 2013

Tagli abusivi e macchia distrutta: danni a Cassano e Acquaviva


Tagli abusivi, macchia distrutta e danni al paesaggio alle porte di Bari. Operazione territorio: in azione i forestali di Acquaviva delle Fonti e Cassano delle Murge.

Nell’ambito di un’operazione coordinata mirata ad intensificare i controlli sul comprensorio di Cassano Murge ed Acquaviva, le locali Stazioni del Corpo Forestale dello Stato hanno condotto due importanti operazioni di polizia forestale e ambientale nelle località, rispettivamente, Grottagiglio del Comune di Cassano delle Murge e Parchi della Chiesa nel Comune di Acquaviva delle Fonti.

Nel primo caso, i forestali rinvenivano presso un’azienda agricola la presenza di circa 80 quintali di legna da ardere di essenza quercina (Roverella mista a ceppi di olivo) in parte depezzata e in parte ridotta in tronchi sezionati della lunghezza di circa 50 cm e con un diametro variabile dai 15 ai 35 centimetri, di cui i possessori non erano in grado di esibire alcuna documentazione attestante  la lecita provenienza. Trattasi infatti del presunto bottino di una serie di tagli boschivi furtivi e abusivi  in danno di un bosco ceduo di roverella di proprietà privata, già segnalati alla polizia forestale. Attraverso un metodo di evidenze fisiche, si riusciva anche a rinvenire l’origine del taglio. Tutta la legna veniva sequestrata, mentre il titolare dell’azienda veniva denunciato per ricettazione.

Nel corso della seconda operazione i forestali mettevano i sigilli ad un cantiere ove erano in corso  lavori di movimento di terra con l’ausilio di mezzi meccanici all’interno della lama del Torrente Picone ricadente nell’agro del Comune di Acquaviva delle Fonti (Ba), alla località Parchi della Chiesa, vincolato per scopi Paesaggistico/Ambientali, Idrogeologici e ai sensi del D.M.6884 del 12.11.1936.

I lavori consistevano nella rimozione di muretto a secco di contenimento e nella distruzione di cespugli di macchia mediterranea della specie Quercus Coccifera (Quercia Spinosa), radicati nello stesso. Accertata l’assenza di autorizzazioni rilasciate dagli enti preposti, si è proceduto a sequestrare l’area ed a denunciare gli autori dei lavori per la violazione delle prescrizioni a tutela degli ambiti estesi di tipo B, lame, corsi d’acqua e beni diffusi del paesaggio  contenute nel Piano Urbanistico Territoriale vigente in Puglia,  nel Codice del Paesaggio, nel testo unico dell’edilizia e nell’art. 734 del codice penale (deturpazione o distruzione bellezze naturali).

(fonte Corpo Forestale dello Stato - Regione Puglia)

giovedì 24 gennaio 2013

Foggia: sventato furto di guard rail sul viadotto autostradale 346 dell'A14


Siamo alla frutta, a Foggia si rubano anche i guard rail. O meglio i balordi, come li apostrafa il Corpo Forestale, tentano di portare via oltre 200 metri di barre metalliche già smontate dal guard rail del viadotto autostradale 346 dell’A14 (Pescara -  Taranto) in località Posta Stefana, nel comune di Foggia.

Gli uomini del Nucleo Investigativo del Corpo Forestale dello Stato di Foggia hanno sventato in data odierna il furto di 64 barre metalliche di 3,60 metri ciascuna.

Gli elementi erano depositati al suolo e pronti per essere portati via. Nonostante l’appostamento, i forestali non sono riusciti ad individuare gli autori del reato, ma proseguono le indagini in tal senso. Notevole il pericolo che un’azione del genere avrebbe comportato alla circolazione autostradale e sulla strada comunale.

Riconsegnati al Comune di Foggia, una ditta manutentiva provvederà in pochissimo tempo al rimontaggio degli elementi asportati e al ripristino del guard rail. L’operazione rientra in una serie di servizi che il Corpo Forestale di Foggia ha posto in essere in tutta la provincia per arginare il fenomeno del furto di rame dei conduttori elettrici e del materiale ferroso di condutture idriche, guard rail eccetera.

24.01.2013
V.S.

sabato 19 gennaio 2013

Furti di materiale ferroso. Foggia a rischio l’approvvigionamento idrico


Bloccati due balordi che tentavano il furto di valvole di regolazione dei flussi idrici.

Gli uomini del Nucleo Investigativo del Corpo Forestale dello Stato di Foggia, con la collaborazione  delle guardie giurate del Consorzio per la Bonifica della Capitanata, in data odierna, hanno colto in flagranza di reato due persone mentre cercavano di rubare materiale ferroso all’interno dell’area del Consorzio di Bonifica della capitanata, sita nella località Castiglione del comune di Foggia.

Il furto, bloccato in tempo e che sarebbe stato eseguito tramite fiamma ossidrica ed altre attrezzature idonee, non ha solo comportato il danneggiamento di diverse componenti ferrose che regolavano il flusso d’acqua di alcune tubature, per un totale di circa 40mila euro, ma rischiava di compromettere per molto tempo l’approvvigionamento idrico agricolo ed industriale nella città di Foggia.

Denunciato a piede libero all’Autorità Giudiziaria uno degli autori del reato, residente a FoggiaSono in corso accertamenti per l’identificazione del secondo complice, sfuggito ai forestali. L’operazione fa parte del particolare servizio che il Corpo Forestale di Foggia ha posto in essere per arginare il fenomeno del furto di rame dei conduttori elettrici e del materiale ferroso delle condutture idriche dell’intera provincia.

(fonte Corpo Forestale dello Stato - Regione Puglia)

martedì 8 gennaio 2013

Bracconieri nel Parco dell’Alta Murgia. Denunciate cinque persone


In data 5.1.2013, durante uno dei numerosi appostamenti effettuati per contrastare il fenomeno del bracconaggio, il personale del Comando Stazione del Corpo Forestale dello Stato di Ruvo di Puglia (Ba) ha sorpreso cinque individui intenti nella caccia ai cinghiali nel comprensorio boscato denominato “Masserie Nuove Cimadomo”, in agro di Corato (Ba), ricadente nella “zona 1” (di massima tutela) del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, soggetta al divieto generale di introduzione di armi e di esercizio dell’attività venatoria.

Nelle successive fasi di controllo e accertamento, i forestali hanno verificato che due membri del gruppo erano muniti di fucili semiautomatici ad anima liscia caricati con munizionamento a piombo unico, comunemente utilizzato per abbattere animali di grossa taglia e alquanto pericoloso per il notevole impatto lesivo sulla selvaggina, e potenzialmente per le tante persone che fruiscono dei boschi dell’ Alta Murgia per attività sportive e naturalistiche varie, proprio perché ritenute più sicure in virtù dello speciale regime di protezione.

I bracconieri muniti di fucili sono risultati titolari di regolare porto d’armi per uso caccia. In esito alle operazioni di controllo i forestali hanno sequestrato preventivamente le armi, perfettamente funzionanti, e diverse munizioni. L’intero gruppo è stato deferito alla Procura della Repubblica di Trani. Tutti rischiano l’arresto e una pesante ammenda sino a 13.000,00 euro, oltre alla sospensione del porto d’armi da parte dell’Autorità di P.S.

(fonte Corpo forestale dello Stato - Regione Puglia)