Visualizzazione post con etichetta monti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta monti. Mostra tutti i post

martedì 26 febbraio 2013

Cassano a 5 stelle: i grillini fanno il pieno. Il Pdl secondo partito

Il Movimento 5 Stelle sfonda la porta della politica cassanese e si siede al tavolo dei vincitori. Lo tzunami del comico genovese ha travolto anche l'entroterra barese, conquistando l'elettorato: a Cassano delle Murge M5S è stato il più suffragato

A seguire il Popolo della Libertà ha tenuto la posizione a fronte del tracollo del Partito Democratico. Udc e Fli restano alla porta. La lista civica di Monti non sfigura.


Rivoluzione Civile non convince gli elettori e resta fuori dai giochi, seppur con un buon risultato per Savino Percoco. Fratelli d'Italia invece demarca il raggio d'azione dell'assessore Pierpaola Sapienza.

L'incognita rappresentata adesso dai grillini approdati alla Camera e al Senato sarà in scala minore l'elemento con il quale dovranno fare i conti gli abituè della politica locale già da domani. 

26.02.2013
Vito Stano

venerdì 11 gennaio 2013

Tra politica e comunicazione: da Vendola a Monti il salto è breve


Le campagne elettorali non risparmiano proprio nessuno. L'attuale corsa ha tirato in ballo anche soggetti non politici, rei di aver "abbandonato" la barca vendoliana per salire su quella montiana. Sui social network non sono mancate le critiche agli artefici della campagna di comunicazione grazie alla quale, ma non solo, il catto-comunista da Terlizzi ha vinto per la seconda volta la campagna politica regionale del 2009. 

La società che aveva curato la comunicazione del presidente uscente, dunque pare che abbia accettato di lavorare per Monti (Casini e Fini), senza però parteggiare politicamente per costoro. Si sa la fede è incrollabile, ma il denaro è altra cosa. 

Intanto in rete circolano delle foto che riproducono il professor Monti nelle vesti dell'estremista, del pericoloso e del diverso. Evidente l'ironia, efficace il messaggio. Si sa (e Berlusconi n'è un esempio) che il medium è il messaggio (McLuhan). 

11.01.2013
Vito Stano

Monti chiede aiuto al principale. Berlusconi da rinchiudere in ospizio

Monti al cellulare durante la celebrazione in S.Pietro - Foto google.com
Dopo l'indecoroso spettacolo di ieri sera di Berlusconi nello studio di Santoro-Travaglio-Vauro, pare che Monti abbia confessato (a Casini) che se è vero che ha peccato (parlando al telefono durante la santa messa), è vero pure che stava cercando un aiutino da casa... L'interlocutore però pare l'abbia ammonito e incoraggiato a tatuarsi falce e martello sul bicipite sinistro; solo così Bersani-Vendola potrebbero affidargli almeno il ministero dell'Economia, altrimenti il "titolare" pare gli abbia suggerito di divorziare dalla moglie, Elsa (che non è la Fornero piangerina), e farsi invitare dal cavaliere tele-igenico a qualcuno dei suoi festini canterini.

La moglie (come la foto dimostra) non ha apprezzato l'uscita del professore trilaterale e ha lanciato lui una strale di accuse velenose: «Riformista! Social-democratico! Comunista!». E pare che lui, abbia risposto piccato: «E no, comunista no! Puoi dirmi tutto (massone, iper-liberista, cattolico) ma comunista no, non te lo consento Elsa cara. E poi, del resto – ha chiosato the president – non ci crederebbe nessuno, perché tanto m'hanno sgamato».

Intanto soltanto qualche giorno dopo questa telefonata poco miracolosa (ieri sera su La7), il  Berlusca ha fatto la sua figura da vecchietto arzillo e rintronato al cospetto dei suoi più attenti doberman. E stamane tutti a tirare la coperta: la Prestigiacomo su La7 parla... e afferma che il suo capo ha vinto, ne è convinta. E quanti italiani-tifosi ieri si saranno convinti che è lui l'uomo della provvidenza? Chissà. Ma se questa sarà il destino che ci attende, speriamo di estinguerci prima. O forse, chissà potrebbe essere la volta buona che fa le riforme.

10.01.2013
Vito Stano

lunedì 7 gennaio 2013

Dal tecnicismo alla politica, la piroetta mediatico-demagogica Monti


La tecnica e la politica a qualche sprovveduto potrebbero apparire cose diverse. Invece la realtà, che supera sempre di gran lunga l'immaginazione, si fa garante di affermare che la politica ha bisogno delle competenze tecniche, poiché di regola i politici si candidano alle elezioni e i tecnici vengono nominati o scelti per concorso (funzionari e dirigenti) affinché le idee dei politici, democraticamente eletti dal popolo sovrano, vengano attuate nei limiti imposti dalla Costituzione. Il caso ha voluto che Mario Monti, il tecnico euro-catto-liberista, vista la ritrosia di alcuni politici (Bersani) di permettergli un bis gratuito a Palazzo Chigi e dopo aver rifiutato l'invito di Berlusconi (che su Monti ne ha sparate di grossissime, di idiozie s'intende), abbia finalmente fatto la scelta di schierarsi politicamente (come se ce ne fosse stato bisogno) con alcuni relitti della democrazia cristiana (Casini & Co) e del lontanissimo (Msi, poi An, Fini), per confluire appassionatamente tutti assieme nel Partito popolare europeo in compagnia della cancelliera tedesca Angela Merkel.  

Fin qui tutto prevedibile, poi la sorpresa: anche i tecnici dicono panzane, cioè fanno quel che ai politici di rango italiano riesce meglio, offendendo l'intelligenza di quel popolo sovrano tanto caro in tempi di elezioni. Il tecnico Monti, pare già richiamato dall'Autorità di Vigilanza della Rai per aver violato la par condicio, ha imparato prestissimo la lezioncina berlusconiana: visibilità, visibilità e ancora visibilità. E tante chiacchiere inutili, direbbe mia nonna. 

Vedi la storiella dell'Imu, ripresa stamattina da RaiNews24. Il professor Monti in una conferenza stampa con tono tiepido come al solito ebbe a spiegare (per ribattere alle fandonie vecchie di vent'anni di Berlusconi) che togliere l'Imu (la vecchia imposta comunale sugli immobili) avrebbe di certo creato degli scompensi, tali e tanti da costringere il governo non più di un anno dopo a rimetterla. Dunque dov'è lo scandalo? Come abbiamo imparato l'effetto sorpresa è il sale della malata democrazia italiana e difatti come da manuale la sorpresa non s'è fatta attendere. Monti, che aveva benedetto tasse e tagli ai servizi pubblici (vedi scuola, sanità, università, ricerca), soltanto qualche giorno fa, da politico questa volta, dichiara che toglierà l'Imu. Benvenuti nel Paese dei matti. Da tecnico, ovvero scevro dalla prova elettorale, l'Imu e i tagli sono stati il cavalli di battaglia del professore, ma adesso (che ha trovato qualcuno disposto a regalargli la poltrona di presidente del Consiglio dei ministri) i termini tasse e tagli vanno in un certo modo emarginati, perché in politica, e durante le campagne elettorali più che mai, non si può dire tutta la verità; se la prassi è mentire spudoratamente (vedi Berlusconi), l'eccezione sarebbe omettere qualche particolare. La politica è strategia, demagogia, retorica, affabulazione. Monti l'ha capito, sono convinto che agli italiani questa mutazione non sia sfuggita.

07.01.2012
Vito Stano

venerdì 4 gennaio 2013

Dall'agenda Monti all'agenda telefonica della escort brasiliana Michelle


Da un po' di giorni non si fa altro che sentire parlare di "Agenda Monti". Per non essere troppo ripetitivi, grazie a Nonleggerlo.blogspot.it oggi proponiamo un altro tipo di agenda e cioè la rubrica telefonica di Michelle Conceicao, escort brasiliana protagonista dello scandalo Ruby. 

Quello che vedete in foto si trova nelle 400 pagine inviate dai Pm di Milano al Parlamento italiano, gennaio 2011, affaire Rubacuori, fonti di prova che dimostrerebbero, 
secondo i Pm milanesi, i rapporti stretti tra Silvio, la minorenne Ruby e la brasiliana che la ospitava. Sottolineati in rosso la prova dei contatti con Papi Silvio, tra cellulare privato e casa. 

La storia italiana è costellata di agende che spariscono (vedi l'agenda rossa di Paolo Borsellino misteriosamente scomparsa e mai più ritrovata) o agende che tracciano linee guida per il prosieguo delle politiche liberiste del dimissionario governo tecnico-destrorso di Mario Monti. Questa agenda, invece, racconta la decadenza di una italietta da barzelletta, che ha come protagonista un soggetto già presidente del Consiglio dei Ministri e guida di una maggioranza che se fossi un elettore di destra mi vergognerei di votare. Ma tantè.

04.01.2012
Vito Stano

sabato 22 dicembre 2012

Governo finito e movimenti alternativi. La politica aspetta se stessa


Ieri le dichiarazioni di voto sulla legge di stabilità alla Camera dei Deputati di Walter Veltroni (che ha annunciato il suo addio) e di Fabrizio Cicchitto (che ha sparato a zero su tutti); oggi le dichiarazioni in ordine sparso di molti esponenti politici a commento del fatto che Mario Monti, il senatore a vita e presidente del Consiglio dimissionario, non ha ancora sciolto la riserva. Si candida o no? Chissà, staremo a vedere.

Intanto dall'altra parte Antonio Ingroia, già procuratore aggiunto alla Procura di Palermo, spedito in Guatemala per un incarico dell'Onu, ha chiesto e ottenuto l'aspettativa per motivi elettorali. Il magistrato ha da subito scaldato gli animi di moltissimi militanti ai quali ha detto «qui mi sento a casa mia. La nostra piattaforma è alternativa al berlusconismo e al montismo. Dobbiamo tra di noi trovare una sintesi per un percorso comune. Se è così io sono a disposizione. Entro l'anno dobbiamo decidere tutto e poi partire. Per quanto mi riguarda entro il 28, 29 dicembre si deciderà ogni cosa. Per fare un polo – ha affermato Ingroia – dobbiamo essere pragmatici: la discriminate è essere alternativi al berlusconismo e al montismo. In questa cornice servono tutti: società civile e partiti che in questi anni hanno resistito. Il confronto con il Pd e il M5S non significa rinunciare ai nostri contenuti. Noi siamo autonomi e andremo con i nostri punti»

Quindi quello che si paventava alla fine è accaduto, a molti (in primis Cicchitto & Co) non piacerà (e infatti lo hanno già dichiarato in maniera forte durante la dichiarazione di voto di ieri alla Camera), ad altri invece la scelta di Ingroia ha rappresentato quel quid tanto atteso, necessario per imprimere la svolta alla costruzione di un polo davvero alternativo al turbo-capitalismo.    


La girandola di dichiarazioni non si è fatta attendere e difatti Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, soltanto qualche giorno fa a fronte di un'intervista del segretario del Pd Pierluigi Bersani ha dichiarato: «nell'intervista al Wall Street Journal Bersani parla come il sosia di MontiTutti i disastri prodotti da Monti vengono rivendicati e riproposti: dal pareggio di bilancio, al rispetto del fiscal compact, alla conferma della manomissione dell'articolo 18, per arrivare alla fine alla riproposizione dell'alleanza di governo con il centro. È la pura e semplice riproposizione delle politiche di austerità che stanno distruggendo l'economia italiana e portando milioni di persone in condizioni di povertà. Per questo noi alle elezioni presenteremo il quarto polo: per uscire da sinistra dalle politiche di austerità».

Il movimento arancione si basa su alcuni pilastri, tra cui il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, il quale ha capito bene cosa sta accadendo e si mostra preoccupato: «lo scenario più probabile è Bersani presidente del Consiglio con un accordo politico con il terzo polo per portare Monti al Quirinale. Uno scenario per non cambiare sostanzialmente granché di quelle che sono le politiche economiche, sociali e dei diritti nel nostro paese. Per questo c'è bisogno di una proposta innovativa forte. C'è bisogno di una proposta forte per far comprendere che c'è bisogno di un vero cambiamento e di spostare alcuni equilibri, altrimenti avremo più o meno la stessa situazione che abbiamo oggi in Parlamento». De Magistris continua la sua analisi: «Abbiamo visto che anche senza la presenza fisica di Berlusconi le diseguaglianze non si sono affatto affievolite e non lo dico solo io da sindaco, ma ascolto le parole pronunciate dal presidente di Confindustria o, di recente, dal presidente dell'Acen di Napoli secondo cui le politiche di Monti stanno distruggendo le imprese. Evidentemente – prosegue De Magistris – è un tema che si sente ed è un pò inquietante che una critica così forte alle politiche di austerità del Governo venga da esponenti dell'economia reale. C'è bisogno di un cambiamento forte  conclude  e non credo sia quello di un accordo Bersani-Monti»
Dunque che fare? Anche su questo punto Luigi De Magistris pare convinto e afferma che in queste ore sta sentendo Di Pietro, che nei giorni scorsi ha mostrato disponibilità a scommettere su una lista 'rosso-arancione' con Prc e il Movimento Arancione del sindaco di Napoli. «Di Pietro? – si chiede l'ex magistrato  lo sto sentendo, vediamo cosa succede, questa settimana è decisiva» e conferma dei tempi brevi per la presentazione della lista e chiude dicendo che «non si può andare oltre Natale».

Invece sull'altra sponda politica, quella di destra, la desolazione è totale. Se anche Fabrizio Cicchitto alla Camera ieri ha dichiarato che la sinistra ha fatto passi importanti per affrontare una campagna elettorale che si prevede durissima, al contrario del Pdl che già inizia a perdere pezzi. 'Il Centrodestra nazionale' è la creatura appena nata dalla volontà di Ignazio La Russa di smarcarsi dalla probabile debaclè berlusconiana. Intanto l'esercizio delle primarie ha lasciato dietro di sè la scia degli illusi, tra coloro che avevano creduto nella democrazia interna c'era Giorgia Meloni, già ministro dell'ultimo governo Berlusconi e già presidente della Giovane Italia, formazione giovanile del Pdl. La Meloni aveva creduto nel cambiamento di approccio del capo, ma si è ritrovata, in compagnia degli altri candidati alle primarie abortite, con un pugno di mosche in mano. È certamente un peccato, peccato perché l'esercizio democratico avrebbe sicuramente garantito al Pdl una linfa di rinnovamento e anche, forse, un pò di pulizia di alcuni personaggi scomodi e ormai sgraditi all'elettorato pidiellino. Ma tantè. Ad oggi Berlusconi non può far altro che attendere la decisione di Mario Monti e continuare a sperare che decida (molto improbabile) la coalizione dei "moderati", altrimenti il grande capo sa, a prescindere dai sondaggi a lui tanto cari, che questa volta rischia davvero di vincere la sinistra, la tanto vituperata sinistra. 

22.12.2012
Vito Stano

lunedì 3 dicembre 2012

«Chiunque vinca le primarie dovrà decidere se vuole interloquire con noi o preferisce fare patti con i conservatori»: Antonio Di Pietro allunga una mano al vincitore delle primarie

«Noi dell’Italia dei Valori ci facciamo artefici, senza alcuna mira egemonica, con spirito di servizio nei confronti del Paese e del centrosinistra, di un percorso che porterà alla sintesi di tutte le correnti che si stanno muovendo in questa grande area. Raccogliamo volentieri l’appello lanciato ieri da Alba e dal cartello Cambiare si può al teatro Vittoria di Roma. Guardiamo con gradissimo interesse all’assemblea del Movimento Arancione, che si terrà il 12 dicembre. Sappiamo che ci sono importanti forze sociali che sperano nella nascita di un progetto politico anti-montiano deciso a governare e cambiare le cose, non solo a urlare e protestare.
Nella nostra assemblea del 15 dicembre, noi dell’Italia dei Valori ci mettiamo a disposizione per la nascita di questo progetto politico. Chiunque vinca le primarie di oggi (Bersani, ndr) dovrà decidere se vuole per interlocutore quest’area o preferisce fare patti con i conservatori. Da questo, più che da mille discorsi, si capirà se il Pd e Sel vogliono la continuità o la discontinuità con la disastrosa esperienza del governo Monti» (Antonio Di Pietro).

Queste sono le parole del presidente dell'Italia dei Valori che, alla luce della vittoria delle primarie del centro-sinistra del segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani, si attestano in un angolo, in attesa che Bersani e Vendola soprattutto decidano e rendano pubbliche le scelte: fare un accordo con l'Udc di Casini o guardare nettamente a sinistra, verso l'alternativa rappresentata da Rifondazione Comunista, Italia dei Valori, il movimento  politico si sinistra Alba (Alleanza Lavoro Beni comuni Ambiente) e da tutti quei soggetti che  si potrebbero vestire di arancione, vedi il sindaco di Napoli Luigi De Magistris; da ultimo è spuntato anche il nome, circolato a lungo, del procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia. Chissà.

Per il momento Bersani e il Pd non si esprimono; intanto il mondo dei delusi, i militanti, tantissimi, stanchi dei compromessi e tutti coloro che vedono a sinistra l'alternativa per uscire dalla crisi e rifondare una civiltà che si sta sfaldando sotto gli sguardi compiaciuti di molti politici e affaristi di lungo corso, aspettano con ansia la strategia da adottare. Il motto è Cambiare si può, tutti assieme per costruire un domani migliore in una società più giusta e solidale, che sappia guardare davvero alle sfide del terzo Millennio.

03.12.2012
Vito Stano