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mercoledì 9 ottobre 2013

Movimento Nonoviolento in difesa del PPTR per il futuro della Puglia

Il paesaggio pugliese, nelle sue diverse articolazioni, è certo il prodotto di un rapporto millenario tra  le 'genti vive' che lo hanno abitato e l’ambiente. Tale rapporto non è stato sempre lineare, anzi, soprattutto negli ultimi decenni, gli interventi umani hanno provocato notevoli squilibri fino a compromettere, in forme irreversibili, ampie aree del territorio, sia interne che lungo la costa. Tuttavia, esso rappresenta, ancora oggi, un giacimento straordinario di saperi e di culture urbane e rurali che possono contribuire a produrre nuovi equilibri, a rinnovare le modalità di vivere e di abitare, a lanciare la sfida ai miti omologanti della globalizzazione economica.

È in questa direzione che il Piano paesaggistico regionale si è mosso, al fine di definirne  le regole d’uso  e di trasformazione da parte degli attori socioeconomici che si propongono di garantire la riproduzione durevole del patrimonio; per porre le condizioni normative e progettuali per la costruzione di valore aggiunto territoriale come base fondativa di uno sviluppo endogeno e auto-sostenibile. Il Piano non costituisce soltanto una revisione o aggiornamento del PUTT/P vigente, ma un nuovo piano paesaggistico, in quanto tiene conto della Convenzione europea del paesaggio (Firenze 2000) e, soprattutto, si è imposto di adeguarsi al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio al fine di coniugare la tutela e insieme la valorizzazione dell’intero territorio regionale. Gli argomenti trattati, a partire dal concetto di 'coscienza di luogo', sono lo stop al consumo di suolo, all’edificazione selvaggia e all’occupazione delle coste, la mobilità lenta, il patto con i produttori di paesaggio, la definizione dei margini urbani e la integrazione delle periferie con la campagna, dare dei limiti e delle regole all’edificazione negli ambiti rurali, alle infrastrutture stradali, alla istallazione indiscriminata di impianti da fonti alternative, alla localizzazione delle discariche,  ecc...

Il PPTR, nonostante la caparbietà e la convinzione dell’Assessorato regionale, ha dovuto fare dei compromessi, per così dire, con la real politik, ma sempre nei limiti della dignità e delle mediazioni ammissibili. Dopo un lungo periodo di lavoro, condotto con perizia da una équipe di specialisti coordinata da Alberto Magnaghi, il Piano è stato adottato dalla Giunta regionale il 2 agosto 2013, a seguito dell’avvenuta approvazione da parte del Ministero per i Beni Culturali. Il termine utile per far pervenire eventuali osservazioni è fissato per il 4 novembre p.v. Il Piano, oltre ad essere stato presentato in numerosi incontri in tutta la regione è consultabile on-line sul sito regionale da circa tre anni (www.paesaggio.regione.puglia.it).

Solo in vista di tale scadenza, però, il dibattito sembra essere improvvisamente scivolato in un cono d’ombra che alimenta poteri e interessi equivoci e che rischia, come molte volte è accaduto in passato, di inficiare un progetto di grande rilievo per il futuro della Puglia. L’attacco a cui è sottoposto oggi, al di là di coloro che non hanno neppure letto e studiato attentamente il Piano, è l’attacco di chi difende diritti acquisiti per consuetudine, ma non per legge, sull’edificabilità dei suoli. Ancora più grave risulta l’alleanza trasversale della destra con esponenti del PD che, probabilmente, non hanno trovato “posto” nel rimpasto e che oggi scelgono il Piano come argomento populista per una personale campagna elettorale e strumentale contro il governo regionale.

I problemi, allora, sono quelli di sempre. Le solite corporazioni forti che difendono i propri interessi speculativi, in barba alle necessarie tutele dei 'beni comuni'. Le pressioni sono tutte incentrate sull’ammorbidimento delle tutele e sulla riduzione delle categorie di beni tutelati. Si vorrebbe, per esempio, che vengano fatte salve tutte le previsioni possibili ed immaginabili di PRG, Piani di fabbricazione e Piani di lottizzazione anche degli anni ’70, quando le aspettative di espansione erano sovradimensionate rispetto alle reali esigenze.

Il tentativo di erodere il PPTR si accompagna a una certa ignoranza normativa. Tra le categorie di beni più contestate ci sono i pascoli e i boschi, che però sono un bene statale ex lege, definito dalla legge nazionale n. 227/2001. Tutte le aree che rientrano nella definizione di 'bosco' esistono da prima del PPTR e ci sembra un'operazione ambigua e sleale mettere in discussione quanto già normato, instillando nell'opinione pubblica dubbi su quanto le leggi stabiliscono senza remore da tempo.Tra l’altro, nella definizione anche le aree a bosco percorse da incendio sono considerate vincolate. Così come tutte le aree che sono state rimboschite con alberi forniti dalla forestale. Certo il PPTR non è uno strumento infallibile. Esso, tuttavia, ha cercato di mettere ordine a tutta la vincolistica regionale in modo trasparente, cercando di ridurre la discrezionalità di interpretazione di cui anche le Soprintendenze hanno goduto fino ad oggi. E questo nell’intento di dare regole chiare a tutti. Il Piano è comunque pensato per essere completato in sede di adeguamento dei Piani comunali, visto che è prettamente su base locale che si possono approfondire le conoscenze, delineare la programmazione della salvaguardia paesaggistica, concretizzare le scelte di valorizzazione del patrimonio.

Il Piano, tuttavia, rappresenta un solido contenitore entro cui inquadrare la programmazione comunale. Ne indica le linee guida e le modalità della loro esecuzione, riservandosi il compito del controllo. Esso inoltre permette di sfumare i confini tra le aree già protette, come i Parchi Nazionali, e il resto del territorio, che viene per certi versi riunificato nel segno della tutela e della valorizzazione dell'intera regione. Molte associazioni lamentano lacune nella individuazione dei beni culturali identificati dalle Università pugliesi. Per ovviare, è sufficiente proporre una segnalazione del bene ritenuto di pregio e la cartografia di individuazione dei beni da tutelare verrà integrata, poiché essa è, a differenza di prima, dinamica. Il Piano è aggiornabile nei siti da tutelare senza comportare i passaggi burocratici di adeguamento del Piano stesso.

Sarebbe, perciò, opportuno che associazioni, tecnici o cittadini organizzino tavoli di lavoro, propongano ulteriori tutele e alimentino il dibattito in difesa del Piano paesaggistico. Finora le spinte sono state quasi tutte in detrazione e non in aggiunta; non si è preso coscienza che il PPTR invece apre ricche possibilità di sviluppo economico, culturale, antropologico che vanno riconosciute da parte degli attori sociali, valorizzate e praticate nel quadro della protezione dei beni comuni. Riteniamo le comunità organismi complessi che non possono essere rappresentate solo dalle giunte, dai sindaci e dalle corporazioni. Il dialogo è necessario al fine di favorire una presa di coscienza critica delle comunità pugliesi e rendere possibile un futuro durevole per tutti, oggi e per le future generazioni.

Gli aderenti:
Centro studi Torre di Nebbia
Comitati Alta Murgia (CAM) di Altamura, Andria, Bitonto, Corato, Gravina, Grumo Appula, Ruvo, Santeramo
Movimento Nonviolento - Puglia
Associazione La Mancha (Ruvo)
Glooscap - Visioni contemporanee - Molfetta
Associazione Radici (Ciclomurgia) - Trani
Associazione La Gravinella - Santeramo
Associazione ‘Comunità di Fornello’ - Altamura
Teatro Minimo - Andria
Associazione culturale Uzakistan

(fonte Movimento Nonviolento - Puglia)

martedì 1 ottobre 2013

Movimenti nonviolenti uniti per la Giornata internazionale della Nonviolenza

La nonviolenza di Gandhi è stata utilizzata nel ventesimo secolo da milioni di persone e popoli interi per attuare rivoluzioni senza l'uso delle armi. Per questo nel 2007 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2 ottobre Giornata internazionale della nonviolenza.

L'ONU chiede di commemorare il 2 ottobre in maniera adeguata per «divulgare il messaggio della nonviolenza, anche attraverso l'informazione e la consapevolezza pubblica». Così quest'anno i movimenti e le reti che nel nostro paese si richiamano alla nonviolenza e alla pace (Movimento Nonviolento, Rete Italiana Disarmo, Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Tavolo degli Interventi civili di pace), anche sull’onda della campagna italiana contro i cacciabombardieri F-35, hanno lanciato il manifesto 2 ottobre per il disarmo come momento di «affermazione di un nuovo orientamento politico, di rifiuto della guerra come condizione preliminare per una nuova società». 

Il 2 Ottobre cade in un momento particolarmente delicato dice Francesco Vignarca della Rete Italiana Disarmo  nel quale, oltre alle guerre in corso ed a quelle in preparazione, nel nostro Paese assistiamo ad una ventata esplicitamente bellicista». 

«Oggi le armi di distruzione di massa prosegue Martina Pignatti del Tavolo per gli interventi civili di pace  hanno raggiunto immani capacità distruttive e sul loro altare si sacrificano enormi risorse pubbliche sottratte alla cura dei bisogni dei singoli ed all’affermazione di diritti di tutti». 

«Noi, per esempio, – continua Primo Di Blasio della Conferenza Nazionale degli Enti di Servizio Civile – vogliamo ribaltare la logica del governo che affida al Servizio Civile Nazionale, vero strumento di difesa civile, non armata e nonviolenta, fondi irrisori rispetto alla difesa militare».

«È quindi giunto il momento conclude Mao Valpiana del Movimento Nonviolento – di sentirsi responsabili del presente e del futuro dell’umanità, scegliendo di camminare con consapevolezza sulla strada della nonviolenza».


I movimenti promotori dell'iniziativa ‘2 ottobre per il disarmo’ diffondono oggi la Mappa e l'Elenco dell'Italia nonviolenta, che contengono tutte le iniziative di celebrazione che si svolgono in questi giorni sul territorio italiano.


www.nonviolenti.org (Movimento Nonviolento)
www.disarmo.org (Rete Italiana Disarmo)
www.cnesc.it (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile)
www.interventicivilidipace.org (Tavolo degli Interventi Civili di Pace)

sabato 14 settembre 2013

Parco Alta Murgia: il Movimento Nonviolento pugliese sostiene Veronico

Foto pagina Movimento Nonviolento fb
Il Movimento Nonviolento esprime disaccordo con le dichiarazioni del ministro Mauro sulle esercitazioni nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia. Riteniamo che esse non siano necessarie né utili, ma rappresentino un vulnus nel tessuto ambientale, sociale e anche economico del Parco.

Abbiamo piuttosto bisogno di radicare nei territori un modello di economia che abbia lo sguardo lungo sul futuro e dia ai giovani la possibilità di mettersi al servizio della propria terra, di coltivarla e custodirla per consegnarla intatta alle future generazioni. Abbiamo bisogno di portare il mondo nel parco, consacrando l'area protetta al turismo sostenibile e responsabile che ci inserisca nei circuiti europei. Abbiamo bisogno di godere tutti dei benefici di un'area pulita, protetta e in pace, senza rischi per la salute, danni alle altre specie, distruzione degli ecosistemi.

Turismo sostenibile e responsabile, economia verde, cultura e pace sono le parole chiave della floridezza del nostro territorio e su quelle vogliamo che le istituzioni puntino in vista del benessere di tutti, come il presidente del Parco Cesare Veronico sta facendo.

Abbiamo bisogno che l'articolo 11 della Costituzione resti presente nella memoria di chi governa, perché l'Italia ripudia la guerra e non è accettabile che si usi il mercato bellico come risposta alla crisi economica né all'atavica mancanza di occupazione del Sud. È un pretesto che viene smentito dalla realtà.

Abbiamo bisogno di inventare il futuro, insieme, e per questo chiediamo che il Governo incontri il mondo associazionistico pacifista e ambientalista e ne ascolti le istanze. Vogliamo discutere insieme delle esercitazioni a fuoco e della presenza dei militari nel Parco, per essere protagonisti attivi del futuro della nostra terra.

(fonte Gabriella Falcicchio - Movimento Nonviolento Puglia)

sabato 22 giugno 2013

Alta Murgia: il Movimento Nonviolento propone una Marcia per la pace

Sulla questione delle servitù militari di cui le Forze armate italiane godono in particolare all'interno di circa il 30% dell'area del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, anche il Movimento Nonviolento dice la sua; di seguito pubblichiamo la nota che Gabriella Falcicchio, referente pugliese del Movimento Nonviolento, ha fatto pervenirea Murgiambiente.
V.S.

  
Caro Presidente (Cesare Veronico, ndr),

in seguito al tuo appello a mobilitare le energie della cittadinanza per difendere il nostro bellissimo parco dalle esercitazioni militari, ho sentito il dovere di rispondere con una iniziativa che ha 52 anni di storia tutta italiana. Si tratta della 'Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli' voluta nel 1961 da Aldo Capitini, padre del Movimento Nonviolento italiano, di cui sono neoreferente pugliese.

Ti annuncio con entusiasmo che è mia e nostra intenzione realizzare nel nostro parco una marcia per la pace, che oggi possiamo ribattezzare, cogliendo lo spirito delle tue parole, 'Marcia per la pace e il rispetto dei viventi'.

Il parco dovrebbe poter sempre essere un luogo di convivenza armonica sia per gli umani, sia tra umani e altre specie viventi e crediamo che l'Alta Murgia offra una tale biodiversità, una tale bellezza paesaggistica, una tale floridezza di prodotti della terra da meritare primariamente la nostra cura attenta e non subordinabile ad altre attività che la negano nella sua sostanza. La Repubblica Italiana, proclamandola Parco Nazionale, si è presa l’impegno di tutelarne la comunità biotica in accordo e concretizzazione dell’art. 9 della Carta Costituzionale. Le esercitazioni militari che si svolgono nel nostro parco, mettendo a repentaglio l’integrità e la bellezza della flora e della fauna locale ed impedendone la fruizione e la contemplazione alla comunità, contraddicono questo impegno. 

Con l’annuncio di questa Marcia vogliamo affermare che difendere la Patria deve poter dire anche questo: la tutela dell’ecosistema e il rispetto dei viventi che vi abitano. E vorremmo dirlo non contro le Forze Armate, ma con loro. Perché siamo convinti che anche a coloro che partecipano a tali esercitazioni, piace pensare, come a noi, ad un parco in cui si possa camminare senza sentire nemmeno in lontananza l'artiglieria, dove gli uccelli possano nidificare senza timore dei carri armati, senza dover volare via per gli spari e le esplosioni, dove i bambini in gita scolastica possano muoversi liberamente sulla loro terra senza veder fermare il loro pulmino da un filo spinato.

Un parco è un'area protetta, come tu ribadisci, allora i primi a proteggerla siamo noi cittadini: vogliamo essere noi!

Da parte mia e di tutto il Movimento Nonviolento, c'è l'impegno ad avviare subito l'iniziativa, sollecitando tutte le componenti associazionistiche del nostro territorio, di estendere il nostro entusiasmo a tutta l'Italia, di sostenere la partecipazione dei cittadini, affinché la voce della marcia sia il più corale possibile, nel rispetto di tutti e con l'unico intento unificante di portare la nonviolenza nel parco.

Ci auguriamo che gradirai e appoggerai questa iniziativa di pace.
Certa di un tuo riscontro,

La referente del Movimento Nonviolento - Puglia
Gabriella Falcicchio
Contatti

3394279731 – parcoinpace@gmail.com

Movimento Nonviolento
Via Spagna, 8 - 37123 VERONA (Italy)
Tel. (+ 39) 045 8009803 (r.a.) Fax 045 8009212
E-mail: azionenonviolenta@sis.it Sito: www.nonviolenti.org
Sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei Resistenti alla Guerra)