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domenica 10 febbraio 2013

Tra storia e attualità: i seminari dell'associazione Marx XXI a Bari


La cultura è il motore della crescita socio-politica: l'associazione politico-culturale Marx XXI di Bari ha organizzato dei seminari di studio e riflessione critica relativi al  ventennio italiano 1989-2012. Di seguito il calendario dei seminari che si terranno presso la sede della biblioteca a Bari in via Borrelli 32 (di fronte al Piccolo teatro, a pochi passi da Storie e dal parcheggio dell’ex caserma Rossani di via B. Croce): lunedì 11 febbraio, alle ore 18,30 Giovanni de Francesco, avvocato del lavoro Diritto del lavoro: riforma o abolizione? Lunedì 18 febbraio, alle ore 18,30 Gaetano Bucci, docente di Diritto Pubblico, Università di Bari La trappola della sovranazionalità. Italia e UE da Maastricht al Fiscal Compact. Lunedì 25 febbraio, alle ore 18,30 Andrea Catone, associazione Marx XXI La demolizione della Costituzione del 1948. Lunedì 4 marzo, alle ore 17,00 Guglielmo Forges Davanzati, Università di Lecce Le politiche di austerità: un’analisi critica.

Lunedì 11 marzo, alle ore 18,30 Augusto Ponzio, Università di Bari Le ideologie del ventennio. Lunedì 18 marzo, alle ore 18,30 Margherita Ciervo, Università di Foggia; Contratto mondiale dell’acqua La lotta per i beni comuni. Gaetano Colantuono, docente nei licei; Ivan Scarcelli, Università di Bari Dalla pantera ai NoTav. I movimenti degli anni 1990-2010. Lunedì 25 marzo, alle ore 18,30 Tonino Camuso, Osservatorio sui Balcani di Brindisi e responsabile redazione di “Puglia antagonista” L'Italia in guerra. Italia e NATO. Dalla prima guerra del Golfo alle missioni umanitarie”, passando per i bombardamenti su Belgrado. Lunedì 8 aprile, alle ore 18,30 Nico Perrone, Università di Bari Privatizzazioni e dismissioni del patrimonio pubblico

A seguire sono previsti i seminari: Le politiche neoliberiste nella scuola e nell'universitàIl ruolo delle mafie nella società italiana

INFO: marx21bari@libero.it - 3889226560

giovedì 20 dicembre 2012

La libertà di non aderire alla massa. La democrazia da stadio

La democrazia, si sa, prevede che ci sia qualcuno che a fronte di una competizione elettorale esca vincitore. Senza dubbio dopo tanti sforzi e tante risorse impegnate è fisiologico che la felicità dei "vincitori" esploda. Ma a volte, forse troppe volte, l'entusiasmo dei "vincitori" travalica e sconfina nella indecenza. Il video linkato qui sotto è la dimostrazione di come e in che modo la competizione elettorale universitaria non sia affatto diversa da quella politica "vera". Cori da stadio e bottiglie di spumante si sprecano negli spazi universitari affollati dai "vincitori" in barba al decoro dei luoghi e al rispetto delle attività che ospitano (la "festa" si consuma nell'atrio tra la cappella universitaria e la scalinata che conduce al salone degli Affreschi). 

https://www.facebook.com/photo.php?v=10200090043244182

Se poi mi sforzo di pensare che questi soggetti (i "capi" di costoro, chiaramente) sederanno nei consessi decisionali (Senato accademico, Consiglio di Amministrazione), per rappresentare la comunità studentesca, un brivido mi percorre la schiena. La comunità universitaria tutta sarà nelle mani e nelle intenzioni di persone cresciute (politicamente) nell'idea della contrapposizione non ideologica, ma nella contrapposizione di interessi pressapoco personali o di auletta.

Sono felicissimo di non aver votato nessuno a questa tornata elettorale, non l'ho mai fatto per scelta dall'inizio, perché l'esperienza della rappresentanza l'ho fatta negli anni della scuola superiore e dopo alcuni anni e altre esperienze di militanza in un partito ho maturato l'idea di occuparmi soltanto dello studio e non della cosa pubblica della comunità universitaria. 

A volte, però, mi è capitato di pensare d'aver sbagliato, altre invece (come adesso) penso che non avrei potuto fare scelta migliore, perché le mie energie, se proprio devo impiegarle (come del resto faccio da anni), le impiego in una causa in cui credo fortemente. 

Di fronte a queste immagini tristi mi sento libero. Confesso che non ho mai sopportato i megafoni, così come non sopporto gli applausi degli spettatori illusi di partecipare alla vita con un battito di mani.

20.12.2012
Vito Stano