giovedì 16 aprile 2020

Catucci e Lapadula no alle polemiche. La rappresentanza declinata ai tempi dell'emergenza


Dopo le dichiarazioni di Ignazio Zullo, consigliere e capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale, pubblicate ieri a proposito della situazione sanitaria e normativa correlata all'emergenza in Puglia, mi corre l'obbligo di sentire i consiglieri comunali seduti tra i banchi delle minoranze cosa pensano dell'episodio di cui la sindaco Di Medio si è resa protagonista sul convento il mercoledì che ha preceduto la Pasqua. In effetti dopo le affermazioni pubblicate ieri mattina, con cui la sindaco giustificava il suo operato e, nonostante la celebrazione religiosa, invitava i cittadini a restare a casa e a continuare a seguire la normativa vigente, dalle opposizioni in Consiglio comunale nessuna voce si è levata. Eccezion fatta per Linda Catucci e Rocco Lapadula, consiglieri comunali del gruppo Siamo Cassano, i quali rispondendo ad una richiesta di intervista in remoto (via e-mail) hanno ringraziato  per l'invito ad esprimersi sulla vicenda rifiutandosi però di dire più di quanto riportato in virgolettato. 

«Ti ringraziamo per la considerazione che hai avuto per il nostro ruolo di consiglieri comunali, ma non possiamo rispondere punto per  punto alle domande che ci poni con il tuo questionario, perché abbiamo assunto l'impegno di non fare polemiche in questo particolare periodo».

Del resto devo ammettere di non aver mai avuto intenti polemici, piuttosto evitando semplificazioni dannose sto cercando di capire cosa ne pensano i rappresentanti eletti in Consiglio comunale di un episodio di cui si può decidere di non parlare, ma non si può dire che non sia di interesse pubblico. Per questo sono convinto che quel che ho raccontato nei giorni scorsi è la punta dell'iceberg di una riflessione ben più importante: la sindaco Di Medio e la celebrazione religiosa, liceità delle sue azioni e tolleranza delle autorità preposte al controllo dei DPCM in vigore; la tolleranza di molti cittadini che hanno espresso nei commenti su facebook apprezzamento giustificando la sindaco Di Medio e condannando al contrario chi aveva spostato il velo lasciando che la luce illuminasse la zona d'ombra. E le opposizioni politiche presenti in Consiglio cosa pensano? Soltanto questo, non più di questo.   

Tornando al tema, la capogruppo Catucci e il consigliere Lapadula concludono precisando che «dal nostro punto di vista è indispensabile restare a casa e osservare le regole che ci vengono imposte, che permettono l'uscita con l'autocertificazione per motivi di necessità, di salute e lavorativi e semprechè non sia in misura di quarantena. Da rappresentanti delle istituzioni -continuano i due di Siamo Cassano- non possiamo fare altro che affermare queste regole, chiedere ai nostri concittadini di osservarle e di osservarle noi per primi dovendo dare l'esempio e quindi credibilità alle regole, all'istituzione e alla forza di polizia che ringraziamo per l'immane lavoro che quotidianamente svolgono per punire i trasgressori».

Le domande rivolte ai consiglieri Linda Catucci e Rocco Lapadula
- Era a conoscenza della celebrazione del Venerdì Santo tenutasi presso il convento di Cassano delle Murge alla quale ha presenziato, con almeno altre 12 persone, la sindaco Di Medio? Se sì, cosa pensa a proposito?

- Cosa dovrebbe fare la sindaco secondo lei?

- Immagino che sappia delle altre celebrazioni-assembramenti che si sono verificate in Puglia. Sa che la Procura di Foggia ha aperto un’inchiesta sulla vicenda occorsa a San Marco in Lamis durante la stessa serata di venerdì, pensa che il comportamento della sindaco Di Medio sia passibile di essere indagato dalla Procura di Bari?

- Si rende conto che in base alle parole della sindaco Di Medio (rese pubbliche sulla pagina facebook ufficiale del Comune di Cassano delle Murge) lei ha giustificato questo tipo di manifestazioni pubbliche? Cosa ne pensa?

- Le parole della sindaco Di Medio lasciano pensare che se una celebrazione è «tradizionale» si possa derogare ai DPCM, invocando «intelligenza e comprensione» di chi non condivide o semplicemente non è stato invitato alla manifestazione. Quindi per deduzione, ad esempio il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, si potrà celebrare (a debita distanza e indossando i DPI) essendo una ricorrenza fondamentale e tradizionale della Repubblica italiana? Cosa pensa?

mercoledì 15 aprile 2020

Celebrazioni pasquali in Puglia tra contenimento e tolleranza. Il punto di vista di Ignazio Zullo


La narrazione relativa alla vicenda occorsa a San Marco in Lamis ha indotto il parroco e il sindaco del paesino foggiano a fare un mea culpa, ammettendo le responsabilità in merito alla celebrazione pasquale, di cui già conosciamo i dettagli. Ma come abbiamo visto anche nel barese e nel salento sono state organizzate manifestazioni religiose, che in alcuni casi hanno indotto le autorità ad intervenire per sanzionare le violazioni ai DPCM e in altri invece si sono svolte con buona pace di tutti. Per capire qualcosa in più sugli episodi occorsi sul territorio pugliese, ho invitato il consigliere regionale Ignazio Zullo a rispondere ad alcune domande. 

Immagino che sappia delle celebrazioni-assembramenti che si sono verificate in Puglia. Sa che la Procura di Foggia ha aperto un’inchiesta sulla vicenda occorsa a San Marco in Lamis durante la stessa serata di venerdì, pensa che il comportamento dei sindaci sia passibile di essere indagato a prescindere dal numero dei partecipanti alle manifestazioni?

Ignazio Zullo, Consigliere regionale e capogruppo FdI
Leggo oggi sui quotidiani del foggiano che quelle persone, compreso il Sindaco, sono state multate così come previsto dalla norma. Ovvio, se subentrano maggiori danni alla salute dei singoli e della collettività in rapporto di causa con quella manifestazione non sarà una multa a chiudere la questione.

Come valuta questi episodi?

Sono in questo momento da scongiurare e da evitare. Serve responsabilità e maturità. Mi è piaciuto Fiorello (lo showman, ndr) quando ha ripreso Salvini, che avrebbe voluto l’apertura delle chiese a Pasqua dicendo io prego anche se sono in bagno. Tutta la chiesa, a cominciare dal Papa, sta osservando le regole. Sono un medico igienista e seguo l’andamento epidemiologico dei casi in Puglia in rapporto alle altre Regioni italiane e all’Italia intera. Noi ci stiamo salvando per le misure di costrizione a casa, di chiusura e di distanziamento e infatti l’indice R0, che sta ad indicare quante persone può infettare un portatore del virus, si è ridotto da 3.8 a 0.87 in Puglia. 
In Puglia siamo stati fortunati perché queste misure sono intervenute fin dall’inizio, in Lombardia molto più tardi e il risultato è sotto gli occhi di tutti con la sua tragicità. Dobbiamo avere pazienza, il tempo di applicazione delle misure gioca a nostro favore, perché si sta stabilizzando il sistema sanitario all’inizio impreparato ad affrontare grandi numeri, si stanno ottenendo informazioni incoraggianti dall’utilizzo of label di farmaci utilizzati per altri scopi, ci stiamo fornendo di DPI all’inizio carenti, stiamo sperimentando i vaccini, stiamo educando le persone ad assumere comportamenti corretti che dobbiamo mantenere per mesi e mesi e, penso che anche il caldo di maggio potrà favorire una maggiore resistenza dell’organismo al virus. 

Capisco i risvolti economici, di grande crisi per alcuni settori (turismo, dettaglianti, ambulanti non alimentari, cura della persona, imprese) ma ne usciremo piano piano senza darci alla pazza gioia in assembramenti festosi o legati a momenti di dolore. Per la crisi economica ci vuole un Governo forte e audace capace di intervenire con un bazooka di miliardi di euro a fondo perduto per le categorie produttive danneggiate. 

C’è chi pensa che se una celebrazione è «tradizionale» si possa in un certo modo derogare ai DPCM, invocando «intelligenza e comprensione» di chi non condivide. Quindi per deduzione, ad esempio il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, si potrà celebrare (a debita distanza e indossando i DPI) essendo una ricorrenza fondamentale e tradizionale della Repubblica italiana? Cosa pensa?

No! Sbaglia chi pensa questo e non dà il buon esempio. Il Governo ha ritardato le aperture al 3 maggio proprio per superare feste tradizionali che tendono ad assembrare fisicamente le persone come la Pasqua, la Pasquetta, il 25 Aprile ed il primo maggio. Tutte feste da onorare ma restando a casa.

Celebrazione del mercoledì 8 aprile sul convento. La sindaco Di Medio spiega la vicenda

Aggiornato al 19 aprile alle 15,15

L'attesa non è stata lunga e ha dato i suoi frutti: aprendo la casella postale sul mio computer poco fa ho trovato la risposta che la sindaco Maria Pia Di Medio mi ha inviato rispondendo all'intervista in remoto che avevo preparato l'altro ieri. 

In premessa devo correggermi di nuovo sul quando è avvenuta la celebrazione: non il Venerdì Santo bensì Mercoledì 8 aprile. Pertanto mi scuso con i lettori per aver creato confusione su questo punto. 

Inoltre aggiungo che l'intervista era composta di sette domande, alle quali la sindaco Di Medio ha preferito rispondere non nella forma suggerita (ovvero una per volta) ma a mò di comunicato: pertanto per facilitare la comprensione e capire la genesi delle sue affermazioni, quando ho potuto ho inserito la domanda corrispondente appena prima della risposta, al fine di rendere la lettura omnicomprensiva sia dei quesiti, che avevo posto, sia delle risposte.  

Tornando ai fatti dunque, come la stessa sindaco spiega «a Cassano è presente un Crocifisso del XV secolo che è custodito nel Cappellone del Convento ed è oggetto di grande devozione. Questo Crocifisso, da allora è uscito in processione pochissime volte: solo in occasione di grandi calamità naturali per unire i cassanesi in preghiera al fine di chiedere protezione. La fede popolare si è sempre ritrovata in preghiera in tali occasioniAi parroci di Cassano -continua la sindaco-  è stato chiesto questo dai cassanesi spaventati e bisognosi di un qualche tipo di aiuto a farsi coraggio. Pertanto i parroci mi hanno chiesto di rappresentare ufficialmente tutti i cittadini di Cassano durante la preghiera in cui erano presenti solo loro e le suore»

Questo periodo lo riferisco alla domanda: cosa l’ha convinta a rappresentare lo Stato (indossando la fascia tricolore) quando avrebbe potuto suggerire ai parroci di registrare un video da trasmettere via facebook a tutta la comunità dei credenti senza far torto ai DPCM e alle sue stesse Ordinanze? 


E sulla sua presenza durante la celebrazione la sindaco precisa che «è vero che il Sindaco rappresenta lo Stato di fronte ai cittadini, ma è vero anche il contrario. Un sindaco rappresenta una intera collettività e ne fa presente i bisogni e le esternazioni. Per questo ho accettato. Non c’è stata una processione. Il Crocifisso è stato portato solo all’esterno della chiesa del convento ed esposto verso il paese con la recita della benedizione contro le calamità. Tutti i presenti erano muniti di DPI e a distanza di sicurezza. Il tutto è durato pochi minuti, poi il Crocifisso è stato rimesso al suo posto ed ognuno se ne è tornato a casa»Quindi la sindaco specifica che «al netto di ogni credo religioso o meno ho accolto una forte richiesta di cittadini di essere rappresentati in un momento di fede. Ho altresì ricevuto ringraziamenti da parte di molti cittadini per aver partecipato in nome loro a questo evento. Per quanto riguarda le misure di sicurezza  (mascherine, guanti, distanze. Non abbiamo altro.) mi sono accertata personalmente del loro rispetto. 

Non le sembra doveroso un mea culpa nei confronti di quanti in questi giorni avrebbero voluto andare a messa, stare insieme ai propri cari per le festività della Pasqua e invece hanno seguito i Suoi dettami ascoltati via megafono dall’auto della Pubblica Assistenza restando a casa?
Non ritengo di dover fare nessun mea culpa proprio perché ho rappresentato ciascun cittadino. È stata una manifestazione brevissima e non tradizionale nel senso che viene svolta sempre, ma eccezionale che viene svolta in occasione di grandi calamità per chiedere protezione.

In effetti il termine «tradizionale» era stata la sindaco stessa a utilizzarlo ed io lo avevo ripreso e riproposto nelle domande. 

Le sue parole lasciano pensare che se una celebrazione è «tradizionale» si possa derogare ai DPCM, invocando «intelligenza e comprensione» di chi non condivide o semplicemente non è stato invitato alla manifestazione. Quindi per deduzione il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, si potrà celebrare (a debita distanza e indossando i DPI) essendo una ricorrenza tradizionale e fondamentale della Repubblica italiana? 
Continuo ed essere convinta ed attiva sul fronte contenimento: preferisco esporre solo la mia persona (come medico continuo a lavorare…) e proteggere tutti i cittadini. Per chi non lo avesse capito ancora: non è una partita di calcio in cui le direttive del Governo sono in contrasto con le esigenze  cittadini, è in gioco la vita e durerà per moltissimo tempo (parliamo, dal punto di vista scientifico, di anni fino a che tutta la popolazione mondiale non sarà stata vaccinata o non avrà sviluppato una immunità cosiddetta di gregge, al netto delle cure che ci aiuteranno solo a sopravvivere e a sviluppare i nostri anticorpi). Per cui ognuno deve svolgere il suo ruolo ed assumersene le responsabilità ed essere ligi e osservanti delle regole, ma è anche necessario, senza derogare dalle regole più strette, trovare il modo di aiutare psicologicamente i cittadini dando la possibilità (seppure a distanza) di essere partecipi a momenti di fede, che per i credenti sono momenti in cui è possibile ricevere una carica di coraggio per continuare ad affrontare questo lungo momento di sacrificio e di sconvolgimento della vita così come la abbiamo sempre vissuta.


Le sette domande poste alla sindaco Maria Pia Di Medio via e-mail.
- Dubito che lei non sapesse che le disposizione ministeriali fossero stringenti e non prevedessero deroghe e nonostante ciò ha presenziato alla manifestazione religiosa sul convento con almeno altre 12 persone sapendo di contravvenire ai ripetuti DPCM, come mai?  

- Cosa l’ha convinta a rappresentare lo Stato (indossando la fascia tricolore) quando avrebbe potuto suggerire ai parroci di registrare un video da trasmettere via facebook a tutta la comunità dei credenti senza far torto ai DPCM e alle sue stesse Ordinanze?

- Immagino che sappia delle altre celebrazioni (assembramenti) che si sono verificate in Puglia. E sono certo che sappia che la Procura di Foggia ha aperto un’inchiesta sulla vicenda occorsa a San Marco in Lamis durante la stessa serata di venerdì, pensa che il suo comportamento, seppur abbia coinvolto circa una decina di persone, sia passibile di essere indagato dalla Procura di Bari allo stesso modo?

- Non le sembra doveroso un mea culpa nei confronti di quanti in questi giorni avrebbero voluto andare a messa, stare insieme ai propri cari per le festività della Pasqua e invece hanno seguito i Suoi dettami ascoltati via megafono dall’auto della Pubblica Assistenza restando a casa?

- Si rende conto del cattivo esempio che ha dato ai suoi cittadini? Si rende conto che in base alle sue parole (rese pubbliche sulla pagina facebook ufficiale del Comune di Cassano delle Murge) lei ha giustificato questo tipo di manifestazioni pubbliche?

- Le sue parole lasciano pensare che se una celebrazione è «tradizionale» si possa derogare ai DPCM, invocando «intelligenza e comprensione» di chi non condivide o semplicemente non è stato invitato alla manifestazione.
Quindi per deduzione il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, si potrà celebrare (a debita distanza e indossando i DPI) essendo una ricorrenza tradizionale e fondamentale della Repubblica italiana? 

martedì 14 aprile 2020

Dopo i messaggi amplificati il silenzio assordante. Celebrazioni sul convento nonostante i DPCM

Lei è un medico di base ed è il sindaco di Cassano delle Murge: Maria Pia Di Medio è balzata alle cronache su Telenorba a causa dell'avviso fatto apporre fuori dalle porte di casa di alcuni abitanti del centro storico cassanese di origine nigeriana. Don Rocco D'Ambrosio (associazione Cercasi un fine) nel servizio ha commentato sarcastico quanto accaduto ricordando di aver allertato l'Autorità Antidiscriminazione
Non è di certo facile amministrare in condizioni di emergenza sanitaria, pertanto mi soffermerò su un singolo episodio che ha creato un precedente e rischia di produrre copie su copie: la celebrazione del Venerdì di Pasqua. 


L'episodio è noto a tutti o quasi. In realtà su facebook non è stato condiviso molto anzi, è rimasto piuttosto confinato benché i commenti sono fioccati numerosi (sui profili e sulle pagine della sindaco e del Comune non c'è traccia, eppure il video è sulla pagina della Parrocchia che lo ha originato oltre che dei molti cittadini che lo hanno condiviso sul proprio profilo). Intanto i tre siti d'informazione locale non hanno ritenuto l'episodio degno di nota, nè tantomeno nessun politico, dentro e fuori dal Consiglio, ha commentato l'accaduto (mi sono chiesto perché e lo chiesto a qualcuno in rappresentanza del tutto). 

Io però, visto l'episodio di San Marco in Lamis, che non c'è dubbio che per gravità è imparagonabile con quello che è occorso a Cassano sul convento, ma che invece per la Legge e per la morale non fa differenza, ho voluto spendere qualche parola. 

I DPCM emanati a raffica dal presidente del Consiglio per contenere la diffusione del Covid-19 (e le Ordinanze sindacali emesse dalla sindaco Di Medio) erano chiari e non facevano eccezione alcuna. Tutto doveva essere fermo. Invece qualcuno non ha resistito alla tentazione di riproporre un rito che la tradizione perpetua da anni. Per carità non è in discussione il valore della tradizione, ma per rispetto della norma vigente e per solidarietà a tutti i concittadini che sono chiusi in casa il sindaco e i parroci avrebbero dovuto dare l'esempio: saper rinunciare alla normalità, alla libertà di movimento, è stata la lezione forse più dura che questa situazione d'emergenza ci ha insegnato. Il valore della rinuncia, che nella nostra società frenetica e sempre più povera di valori, risulta un alieno venuto da un passato lontano. E poco importa se la manifestazione sia stata di carattere religioso, avrebbe provocato lo stesso sdegno se fosse stata di altra natura: a chi sarebbe piaciuto vedere una partita di calcetto o un concerto in diretta streaming con la sindaco co-partecipe dell'evento? E le autorità avrebbero tollerato?  E ci sarebbero stati a presenziare anche gli operatori dell'associazione di Pubblica Assistenza, così com'è accaduto sul convento? 

Se ci fermassimo a riflettere e facessimo leva sulla memoria, ricorderemmo di certo le esatte parole dettate dalla viva voce della sindaco Di Medio e diffuse dall'amplificatore dell'auto della Pubblica Assistenza: «se amate i vostri figli restate a casa». Ebbene queste parole sono belle e potenti, menzionare i figli e utilizzare il verbo amare è stato una bella trovata. Ma se poi la sindaco e i parroci si danno appuntamento e celebrano il rito del Venerdì santo (con tanto di diretta video sulla pagina della Parrocchia Santa Maria delle  Grazie) mentre gli altri, noi tutti, restiamo in casa perché amiamo i nostri figli e anche i nostri genitori e anche i nostri nonni, loro dimostrano di non saper e non voler rinunciare e le rinunce fatte da noialtri assumono per un po' il sapore della beffa. La Legge non è uguale per tutti. Almeno non questa volta. 

E chissà se il 25 aprile per il 75esimo anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo verrà organizzata una celebrazione civile (sempre per pochi intimi e in diretta streaming)? Del resto oltre a essere una ricorrenza fondamentale della Repubblica Italiana è anche una tradizione o no?