sabato 2 febbraio 2013

Parole e immagini, il linguaggio della pubblicità: Geppi De Liso al Museo


Il Laboratorio del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari prosegue le sue attività con un incontro con Geppi De Liso con il tema Parole e immagini. Il Linguaggio della Pubblicità. Martedi 5 febbraio alle ore 17,30 quindi presso la sala conferenze di via Amendola al numero126/b  interverrà Pio Meledandri, direttore Museo della Fotografia del Politecnico di Bari. 


Geppi De Liso è un creativo nato a Bari, studioso di comunicazione d'impresa. Ha aperto, nella sua città, uno studio di grafica e pubblicità nel 1968 con Lilli Chimienti De Liso. Ha collaborato con Comune e Provincia di Bari,  Regione Puglia oltre a molte aziende private come l’Editrice Laterza, il Teatro Petruzzelli, Elio Zema, Pirelli, Bridgestone, Firestone eccetera. Dal 1990 ha insegnato Comunicazione d’Impresa nel corso di Marketing e Comunicazione d’Impresa nel Corso di Studi in Economia e dal 2006 Pubblicità nel corso di Studi di Scienze della comunicazione dell’Università di Bari. Ha ottenuto incarichi dall’Università di Campobasso e da diversi centri di formazione come la Domus Academy di Milano, Università del Progetto di Reggio Emilia, Aforisma di Lecce  Uni.Versus, Spegea e IFOA di Bari. Ha pubblicato per la Franco Angeli Creatività e pubblicità nel 1997, testo adottato da diverse Università italiane e nel 2009, con la Lupetti, Marchi,  tutto quello che occorre sapere sulla progettazione e utilizzo dei marchi pubblicitari.

Ha vinto diversi premi e gare, fra cui quella sul simbolo del Politecnico di Bari. Nel laboratorio del Museo della Fotografia Geppi De Liso tratterà il linguaggio della pubblicità, basato quasi esclusivamente su parola e immagine. Affronterà anche esempi di clip audiovisive (suono, immagine, movimento e tempo). La pubblicità utilizza i format, modelli convenzionali di comunicazione, le figure retoriche, le coppie e relazioni creative, studiate da Bruno Munari e arricchite da Geppi De Liso.

Il noto grafico barese illustrerà i diversi linguaggi della pubblicità, quelli visivi, quelli verbali e quelli subliminali, nonché comportamenti e risposte del consumatore. Nel suo excursus parlerà delle grandi griffe, dei prodotti del mito, svelandone immancabilmente i punti di criticità. Il marchio diventa nel mondo contemporaneo il maggior valore dell’azienda o del prodotto stesso.

Il signor Revlon diceva: «Nelle fabbriche produciamo prodotti di bellezza, ma nei negozi vendiamo speranze», e Lorenzo Marini, pubblicitario, affermava che «la creatività pubblicitaria consiste nel trasformare la merce in sogno».

Pier Paolo Pasolini dichiarava che «l’irrazionalità estende la razionalità» ed Herbert Marcuse ne L’uomo a una dimensione (Einaudi, 1968) sosteneva che «uno degli aspetti più inquietanti della civiltà industriale avanzata è il carattere razionale della sua irrazionalità».

La pubblicità, quindi, con il suo apporto alla vita delle imprese, è un indispensabile fondamento dell’economia di mercato, che tuttavia concorre alla diffusione di prodotti culturali quali i libri, film, fotografie, giornali, tv, spettacoli ecc. Pertanto non è pretenzioso affermare che la comunicazione d’impresa o di prodotto contribuisce alla diffusione delle idee, alla libertà di pensiero e sotto certi aspetti anche alla circolazione dei valori democratici di un Paese.

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