domenica 17 marzo 2013

Malvasia di Lipari: dolce e dorato da abbinare con scorzette d'arance


Proponiamo un vitigno simbolo delle isole Eolie e della cultura siciliana da cui si ottiene il famoso Malvasia di Lipari, che viene coltivato e prodotto secondo antiche tecniche con uve essiccate sui tipici graticci di canna nelle zone di Alicudi, Filicudi, Lipari, Milazzo, Panarea, Salina, Stromboli, Vulcano. Le sette isole, di origine vulcanica, poste nella parte orientale del basso Tirreno, sono famose per le loro grotte, spiagge e magnifici fondali marini. Oltre che per la Malvasia sono conosciute anche per i capperi, l'olio e la frutta.

Nonostante il nome, il Malvasia di Lipari è coltivato soprattutto nell'isola di Salina, poco coltivato, invece, nelle altre isole; è presente, inoltre, anche in alcuni vigneti del messinese e del catanese. Il vitigno appartiene al grande gruppo delle Malvasie coltivate in Italia. Presumibilmente introdotta dai colonizzatori greci nel VI secolo a.C., la Malvasia viene menzionata da numerosi autori latini: il Cupani nel 1696 la descrive col nome di«Malvagia», detta dal volgo «Marvascia».

La Malvasia è una pianta mediamente vigorosa dalla foglia medio-piccola e cuneiforme, che produce grappoli di media grandezza con acini medio-piccoli e rotondi, la buccia sottile e di colore giallo-dorato fa presagire un aromatico vitigno dalla polpa dolce.

Le uve raccolte a maturazione avanzata, prima di essere vinificate, vengono fatte appassire sui graticci. Il vino è aromatico, con intensi sentori erbacei, floreali, note di miele e di albicocche secche, al sapore è dolce, caldo, aromatico, dotato di un'equilibrata acidità e armonia gustativa.

Possiamo degustare il Malvasia di Lipari abbinandolo con scorzette d'arancia candite, dolci secchi alla nocciole e alle mandorle, mostaccioli messinesi e cannoli. Tradizionalmente vinificato per produrre il famoso vino DOC Malvasia delle Lipari e anche come Passito, Dolce Naturale e Liquoroso.

17.03.2013
Giulio Stano
(sommelier Ais Puglia)

Immergemmo le nostre anime assetate
nel vino ristoratore del passato.
    Mark Twain (1835 - 1910)

1 commento:

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