lunedì 18 marzo 2013

Parco Alta Murgia: attività estrattive non autorizzate. Denunciato titolare

La possibilità di un rilancio turistico dell'area protetta compresa nel perimetro del Parco Nazionale dell'Alta Murgia è un'obiettivo che il presidente Cesare Veronico sta perseguendo fin dall'inizio del suo mandato, con non pochi successi. Ma ancora troppi sono i reati che vengono consumati all'interno dell'area del Parco. Per lo più sono reati contro il patrimonio boschivo e comportamenti illeciti relativi ad autorizzazioni per ampliare o ristrutturare costruzioni esistenti o come è stato accertato qualche giorno fa dagli agenti del Corpo Forestale dello Stato di Ruvo di Puglia (Ba), i quali, «dopo accurate indagini, hanno sequestrato una cava per l’estrazione di calcare in blocchi in località La Cavallerizza, agro di Ruvo di Puglia (Ba)».

L'area boscata in questione ricade nella «zona 1 del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, dichiarata di notevole interesse pubblico, ai sensi del D.M. 1.8.1985 in attuazione della Legge Galasso n.431/85, per la rilevanza naturalistica e paesaggistica dell’intero comprensorio. La cava era già gravata da sequestro penale operato dello stesso Comando Stazione nel 2007, quando, a seguito di indagini che acclararono l’illegittimità delle autorizzazioni minerarie concesse sin dal 1995 dalla Regione Puglia, veniva iscritto nel registro degli indagati l’attuale amministratore della società estrattiva, di Trani. Dopo il sequestro l’Autorità Giudiziaria concesse una facoltà d’uso della cava, consentendo l’estrazione con una serie di prescrizioni».


«Nello scorso febbraio il personale del Corpo forestale, dopo una serie di rilievi nella stessa cava finalizzati al controllo delle prescrizioni insite nella facoltà d’uso concessa dalla Procura di Trani, ha accertato che l’attività estrattiva aveva interessato una porzione di territorio posta oltre il limite dell’area autorizzata comportando letteralmente lo svuotamento di un area di oltre 8.000 metri quadrati, per un totale di oltre 80.000 metri cubi di materiale estratto».

Dunque «con l’estrazione abusiva – spiega il Comando della Forestale di Ruvo di Puglia – è stato anche violato il vincolo del sequestro del 2007 e della facoltà d’uso concessa dal P.M. inquirente. 
Il sequestro ha comportato il deferimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani dell’amministratore unico per violazione della normativa sulle aree, della normativa paesaggistica e per i reati contro la pubblica amministrazione, ravvisati nell’azione di violazione di sigilli».     

18.03.2013
Vito Stano

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