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domenica 24 febbraio 2013

Da Sant'Antioco la Doc dei Fenici: l'aristocratico Carignano del Sulcis


Nel nostro quarto appuntamento di Viaggio tra i vitigni d’Italia in Sardegna conosceremo un vitigno, la cui produzione è quasi tutta concentrata nel Sulcis in provincia di Cagliari, area compresa tra le ultime due propaggini montane della Sardegna. Molto probabilmente furono i Fenici, fondatori dell’antica Solci nell’isola di Sant’Antioco, ad introdurre questo vitigno in Sardegna.

La superficie vitata si estende su circa 1700 ettari ma, nonostante la limitata diffusione, il Carignano può ritenersi con certezza uno dei vini più importanti dell’enologia sarda. La resistenza del Carignano ai venti marini ha consentito di svilupparne la coltivazione prevalentemente su terreni sabbiosi, caldi e assolati del Sulcis, che unitamente alle basse produzioni per ceppo conferiscono al vino un vigore e una ricchezza in estratto e profumi.

Dal perfetto incontro tra il clima, il terreno e la pianta nasce un elegante vino di colore rosso rubino intenso con riflessi granato acquisiti con l’affinamento, un profumo caldo e fruttato, floreale con qualche sentore erbaceo che tende ad evolvere verso note speziate, tra cui liquirizia, pepe nero e cioccolato.

All’assaggio è aristocratico ed equilibrato, con tannini morbidi di rara eleganza. È un vino di corpo e con acidità contenuta, ha caratteri che lo rendono adatto all’abbinamento con porceddu allo spiedo, piccioni all’uva, capretto arrosto, brasato di capra. Insomma piatti di grande struttura che tengono testa molto bene al Carignano del Sulcis.

Riconosciuto nel 1977 come vino a Denominazione di Origine Controllata, viene commercializzato sotto il nome di Carignano del Sulcis.

24.02.2013
Giulio Stano
(sommelier Ais Puglia)

Il vino non si beve soltanto, si annusa, si osserva,
si gusta, si sorseggia e… se ne parla.

Edoardo VII (1841 – 1910)

domenica 17 febbraio 2013

Dolce e suadente: il Girò di Cagliari dal 1972 controllato all'origine


Per il terzo incontro propongo un vitigno di grande pregio e grande potenzialità per la produzione di vini da dessert di particolare finezza ed eleganza. Introdotto nel Campidano di Cagliari durante la dominazione spagnola, la sua coltivazione è attualmente limitata a piccolissime aree situate per lo più nel sud dell’isola.

La produzione di questo delizioso vino rosso dolce conobbe in passato un periodo di grande notorietà, riconosciuto e premiato in diverse mostre italiane ed internazionali, è uno dei pochi e unici vini liquorosi in Italia che possono affiancarsi ai grandi e ben noti vini iberici quali Porto e Madeira. Il Girò, vitigno a bacca nera, è impiegato per la produzione di molte tipologie: dry con un grado alcolometrico di 14,0°, liquoroso 17,5°, liquoroso secco con 17,5° e liquoroso riserva. È previsto l’invecchiamento per la tipologia riserva, almeno due anni, di cui uno in botte.
 
Si presenta con un intenso rosso rubino dai bagliori aranciati ed eleganti profumi che ricordano confettura di ciliegie, caramello e cotognata; in bocca è consistente e vellutato, equilibrato e fine per dolcezza e calda suadenza. Queste doti lo rendono adatto ad essere abbinato con formaggi stagionati e saporiti, dolci a base di mandorla e crostate con confetture. La Denominazione di Origine Controllata del vino Girò di Cagliari viene riconsciuta nel 1972.

17.02.2012
Giulio Stano
(sommelier Ais Puglia)

…poiché le parole sono come il vino:
hanno bisogno del respiro e di tempo

perché il velluto della voce riveli

il loro sapore definitivo.
Luis Sepùlveda (1949)

domenica 10 febbraio 2013

Vermentino di Sardegna: il bianco raffinato che sposa la tradizione


Nord della Sardegna - Foto google.com
Il secondo appuntamento in Sardegna è certamente con questo vitigno che insieme al Cannonau, rappresenta l’espressione più tipica della produzione enologica regionale. Arrivato in Sardegna attraverso la Corsica alla fine del XVII secolo si è poi diffuso in tutta l’isola, dove attualmente occupa una superficie di circa 2.800 ettari. Il Vermentino coltivato in Sardegna dà un vino di grande personalità che non trova riscontro con altri vini italiani ed esteri che portano lo stesso nome. La sua presenza su tutto il territorio isolano, caratterizzato da differenti ambienti di coltivazione, fa si che i vini prodotti rilevino, insieme ai caratteri di qualità e tipicità del vitigno anche una forte e singolare espressione delle diverse zone di produzione.  

Proprio in questo ambiente il vitigno ha trovato un terroir perfetto per dare vini di buona personalità e struttura, grazie alla particolare conformazione del terreno, che ha un substrato di natura granitica, povero e magro. I vigneti sono coltivati al di sotto dei 500 metri, con impianti di circa 3.250 ceppi/ha e una resa di tre kg/ceppo; le piante della vite sono allevate con il tradizionale alberello o con il più moderno sistema a spalliera. In quest’ultimi tre lustri il Vermentino ha conosciuto un trend di vendite in costante e forte crescita e sembra non conoscere crisi di consumo.

Il Vermentino di Gallura si presenta con un colore giallo paglierino intenso e luminosi riflessi oro, intensi e raffinati profumi di frutta matura a polpa bianca, ginestra, erbe aromatiche. In bocca offre sensazioni di densa morbidezza e fresca acidità con finale di calde note minerali. Il Vermentino di Gallura si abbina molto bene con piatti di pesce anche elaborati, come astice in salsa, aragosta alla catalana, zuppa di arselle e molte altre preparazioni. Ed è da provare con il maialino alla sarda, piatto tipico regionale.

Il vitigno Vermentino viene attualmente utilizzato per la DOCG Vermentino di Gallura e le DOC Vermentino di Sardegna e Alghero Vermentino frizzante.

10.02.2013
Giulio Stano
(sommelier Ais Puglia)


Attraversai la vigna.
La vigna era in fiore: e tutta vibrante di lucciole.
Oh solo con la musica si potrebbe esprimere la dolcezza
E lo spasimo di quell’attimo quando io mi fermai
In mezzo ai filari e d’un tratto mi trovai avvolto come
Da una rete di fili luminosi.
Grazia Deledda
(tratto da La bambina rubata)

domenica 3 febbraio 2013

Cannonau della Sardegna: un principe spagnolo sulle tavole isolane


La Sardegna vitivinicola - Foto google.com
Oggi parliamo di Sardegna e dei suoi riconoscimenti: denominazioni di origine controllata e garantita (1), denominazioni di origine controllata (19), indicazioni geografiche tipiche (15). L'isola sarda è tra le regioni italiane che negli ultimi anni ha raggiunto ottimi risultati nel comparto dell’agroalimentare e in particolare nel settore vitivinicolo con la valorizzazione dei vitigni autoctoni.

Cominciamo il viaggio nella  stupenda terra di Sardegna partendo dal vitigno che forse meglio di tutti la rappresenta: il Cannonau. L’origine del vitigno sembra essere spagnola:  i dominatori portarono con sé il loro alimento, maggiormente nella provincia di Nuoro, nell’Ogliastra, a Baronia, nella zona della Barbagia, in provincia di Cagliari, nel Sarrabus e nell’Anglona in provincia di Sassari.

Un vitigno a bacca nera coltivato in quasi tutte le zone vitate, con i suoi 7500 ettari, equivalenti al 30% di tutta la superficie vitata della regione; la provincia di Nuoro è la zona più vocata per la coltivazione del Cannonau, anche se lungo la costa orientale, nel profondo sud dell’isola ci sono coltivazioni di non poco conto. Le rese sono mediamente basse, raggiungendo gli ottanti quintali per ettaro. Il vino si caratterizza per finezza tipica, gusto particolare e profumo che varia a seconda del terroir e del clima

Il vino nel bicchiere si presenta con una buona struttura e con sensazioni gusto-olfattive che ricordano, nelle diverse espressioni, fiori o frutti rossi, freschi, che virano verso note più mature di confetture speziate nella tipologia riserva o liquoroso. Questo vitigno determina una media struttura, che lo rende adatto anche alla produzione di vini rosati, con delicati profumi fruttati. Il Cannonau può anche essere sottoposto ad affinamento e la tipologia riserva presenta un colore rosso con riflessi granati.

Caratteri di maggior struttura e complessità lo rendono adatto ad essere abbinato con piatti di carni rosse speziate, brasati, coniglio alle noci, stufato d’agnello alle cipolle e finocchio, porceddu allo spiedo, cinghiale al vino, pecorino sardo stagionato e piatti della cucina tradizionale da gustare magari la prima domenica di agosto durante la sagra del Cannonau. La denominazione di origine controllata lo qualifica come Cannonau di Sardegna. 

03.02.2013
Giulio Stano
(sommelier Ais Puglia)

Chi non ama le donne il vino e il canto,
è solo un matto non un santo. 

Arthur Schopenhauer (1788 - 1860)