Nel
nostro quarto appuntamento di Viaggio tra
i vitigni d’Italia in Sardegna conosceremo un vitigno, la cui produzione è
quasi tutta concentrata nel Sulcis in provincia di Cagliari, area compresa tra
le ultime due propaggini montane della Sardegna. Molto probabilmente furono i
Fenici, fondatori dell’antica Solci nell’isola di Sant’Antioco, ad introdurre
questo vitigno in Sardegna.
La
superficie vitata si estende su circa 1700 ettari ma, nonostante la limitata
diffusione, il Carignano può ritenersi con certezza uno dei vini più importanti
dell’enologia sarda. La resistenza del Carignano ai venti marini ha consentito
di svilupparne la coltivazione prevalentemente su terreni sabbiosi, caldi e
assolati del Sulcis, che unitamente alle basse produzioni per ceppo
conferiscono al vino un vigore e una ricchezza in estratto e profumi.
Dal
perfetto incontro tra il clima, il terreno e la pianta nasce un elegante vino
di colore rosso rubino intenso con riflessi granato acquisiti con l’affinamento,
un profumo caldo e fruttato, floreale con qualche sentore erbaceo che tende ad
evolvere verso note speziate, tra cui liquirizia, pepe nero e cioccolato.
All’assaggio
è aristocratico ed equilibrato, con tannini morbidi di rara eleganza. È un vino
di corpo e con acidità contenuta, ha caratteri che lo rendono adatto
all’abbinamento con porceddu allo
spiedo, piccioni all’uva, capretto arrosto, brasato di capra. Insomma piatti di
grande struttura che tengono testa molto bene al Carignano del Sulcis.
Riconosciuto
nel 1977 come vino a Denominazione di
Origine Controllata, viene commercializzato sotto il nome di Carignano del
Sulcis.
24.02.2013
Giulio
Stano
(sommelier
Ais Puglia)
Il vino non si beve soltanto, si annusa, si osserva,
si gusta, si sorseggia e… se ne parla.
si gusta, si sorseggia e… se ne parla.
Edoardo VII (1841 – 1910)